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Der Spiegel, "Come Trump e Putin stanno attaccando l'Ue, due cattivi un obiettivo": la copertina che incita al riarmo contro il "nemico inesistente russo"

La nuova copertina del settimanale tedesco è un'ammissione dell'impotenza diplomatica europea e, allo stesso tempo, un grido di "guerra": l'ennesima provocazione allarmistica in chiave anti-Putin. Solo che ora, a far sentire spalle al muro l'Ue, si aggiunge anche Trump

12 Dicembre 2025

Der Spiegel, "Come Trump e Putin stanno attaccando l'Ue, due cattivi un obiettivo": la copertina che incita al riarmo contro il "nemico inesistente russo"

(fonte: Der Spiegel)

"Due cattivi, un obiettivo": distruggere l'Europa. Sono sufficienti quattro parole alla rivista settimanale tedesca Der Spiegel per tornare ad alimentare il gelo della paura in Europa nei confronti di un improbabile attacco russo.

Der Spiegel, "Come Trump e Putin stanno attaccando l'Ue, due cattivi un obiettivo": la copertina che incita al riarmo contro il "nemico inesistente russo"

La nuova copertina provocatoria del settimanale, uscita oggi 12 dicembre in edicola, continua ad incallire le solite derive belliciste europee contro una Russia che a più riprese ha garantito di non avere intenzioni ostili contro il Vecchio Continente. Eppure, Der Spiegel getta fumo negli occhi: su uno sfondo nero, il ritratto minaccioso, diabolico di Vladimir Putin, con un coltello appuntito alla mano destra pronto ad infilzare l'Unione Europa dal centro, quasi iniziando proprio dalla Germania. Quasi fosse a tavola, intento a spartirsi una torta insieme al "nuovo alleato", Donald Trump, raffigurato sornione e accondiscendente alle sue spalle.

Il messaggio non lascia dubbi, e lo esplicita lo stesso numero: "Come Trump e Putin stanno attaccando l'Europa. Due cattivi, un obiettivo". La speculazione però è più insinuante: l'Europa - suggerisce l'illustrazione - si trova sola con le spalle al muro davanti non solo alla solita inesistente minaccia russa, ma ad un radicale capovolgimento dei rapporti di forza, dove ora, con le ultime dichiarazioni rese, il tycoon sembra "aver scelto" la strada del filo-comunismo in barba a storiche alleanze Nato ed europee. L'immagine di Der Spiegel preoccupa e, non a caso, arriva da uno dei Paesi Ue - la Germania appunto - più intenta al riarmo, tra riforme di servizio di levastrategie di guerra aperta elaborate a tavolino e in largo anticipo, e massicci riarmi.

Il succo della questione arriva, lapidaria, dallo stesso Spiegel: "Il presidente degli Stati Uniti - escogita il settimanale - disprezza il vecchio continente ed è in combutta con il Cremlino. Perché l'Europa non riesce a trovare una strategia contro questa pericolosa alleanza?". Che tra Washington e Mosca esista un patto segreto per la spartizione territoriale dell'Ucraina quale prerogativa prima dell'accordo di pace, era già evidente al Giornale d'Italia molto tempo fa. Pure, che gli Stati Uniti siano interessati a ricavare vantaggi in termini economici (investimenti in territorio russo, profitti di ricostruzione) da questo allineamento, risulta essere l'altro ben noto giro di giostra dei round negoziali. A onor del vero, già da tempo l'Europa è fuori dai giochi, e con lei la stessa Ucraina che, arrancando davanti all'avanzata "progressiva e sostenuta" di Putin, non può che cedere alle pressioni Usa di arretrare dal Donbass.

Un punto su cui Zelensky si era detto contrario in nome di una "sovranità nazionale", ma che ora - leader Ue inclusi - deve considerare come quasi inevitabile. Da una prospettiva più globale, l'Europa si è finora dimostrata, nonostante il frenetico riarmo e il supporto militare a Kiev, sempre un passo indietro rispetto a Mosca e a Washington: prima con le sanzioni anti-Putin che, come noto, non hanno portato agli effetti sperati sul fronte dell'economia interna russa. Quindi, con la questione petrolio, che si è dimostrata la porta di un retrobottega di compravendite nascoste tra Russia e Usa (con in mezzo l'India). Il Vecchio Continente è ormai in una posizione "scomoda" e "superflua": incapace di incisività diplomaticafuori dai giochi dello scacchiere internazionale e pertanto intimorita a ogni rumore del vicino russo, davanti allo spauracchio di un presunto progetto putiniano di "ricostruzione dell'impero". Il riarmo europeo è una non-strategia di deterrenza, che a poco serve, se non ad innervosire gli animi.

 

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