31 Agosto 2025
Locandina "Il Mostro", fonte: Reddit
Continuano le mobilitazioni pro Palestina all'82esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia 2025. Un nuovo episodio riguarda la locandina della serie tv italiana "Il Mostro", di Stefano Sollima: su di essa, alcuni attivisti pro Gaza hanno scritto in rosso "Netanyahu" vicino alla parola "mostro".
L'82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata attraversata da tensioni politiche che hanno portato la questione palestinese al centro dell’attenzione. Sul manifesto ufficiale della serie "Il Mostro" di Stefano Sollima, esposto al Lido, ignoti hanno sostituito il nome del regista con quello del premier israeliano Benjamin Netanyahu e aggiunto la scritta “Before 1948” accanto al sottotitolo originale "Dove tutto è iniziato". Un gesto simbolico che ha voluto collegare la nascita dello Stato di Israele, nel 1948, all’inizio della Nakba e della lunga sofferenza del popolo palestinese.
L’episodio si colloca in un contesto di mobilitazioni crescenti. Sabato 30 agosto si è svolta al Lido la manifestazione “Palestina libera – Stop al genocidio”, che ha visto sfilare migliaia di persone. Secondo gli organizzatori erano oltre 10 mila, mentre la Questura ha stimato circa 5 mila presenze. I manifestanti hanno chiesto la fine del massacro a Gaza, dove – secondo i dati locali – oltre 63 mila persone sono state uccise da Israele in quasi due anni.
Il collettivo Venice4Palestine ha denunciato la complicità del mondo del cinema, chiedendo l’esclusione dal festival di attori come Gal Gadot e Gerard Butler, accusati di aver sostenuto pubblicamente Israele, e domandando invece più spazio per registi e artisti palestinesi, spesso invisibili nei grandi circuiti internazionali. “Il cinema non può ignorare un genocidio in corso”, hanno dichiarato.
Parallelamente è nato anche il comitato Venice for Israel, che ha accusato le proteste di fomentare un clima d’odio. Ma l’atmosfera in Laguna ha reso evidente come la guerra a Gaza non sia soltanto una questione geopolitica, ma anche culturale: i festival, i palcoscenici e le vetrine internazionali diventano luoghi di confronto e denuncia.
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