06 Dicembre 2025
Roma, 6 dic. (askanews) - Racconta il suo incontro con il Papa, l'emozione di cantare al Concerto per i Poveri in Aula Paolo VI, in Vaticano, davanti a Leone, il suo rapporto con la fede, il messaggio che può arrivare dalla musica - la pace e l'unità - e i suoi progetti futuri. Michael Bublè parla ad askanews nel giorno in cui si esibisce in Vaticano, interpretando - fra gli altri brani - l'Ave Maria, come voluto dal Pontefice.
"Sono ancora sopraffatto dall'incontro - dice - , uno dei momenti più belli della mia vita finora. È difficile spiegare o esprimere quanto abbia significato per me, per la mia famiglia e per mia moglie. Onestamente, ero così nervoso e sopraffatto che gli ho detto semplicemente che gli ero così grato. È stato molto dolce con me".
Il Papa? "Un uomo umile, molto caloroso e davvero gentile - racconta Bublè - e questo mi ha reso ancora più emozionato di essere qui".
Cantare l'Ave Maria in Vaticano? "Oh, emozionato, confuso, confuso e terrorizzato. Tutte queste cose insieme. Voglio solo rendere orgogliosa la mia famiglia".
La musica può portare un messaggio di pace e unità? "È proprio questo il suo compito. Penso che la musica sia questo ponte perché credo che ciò che fa è ricordarci che abbiamo molte più cose in comune di quelle che ci separano. Quindi adoro poter essere una piccola voce nel creare speranza".
Infine i progetti per il futuro. "Ce ne sono tanti. Il primo è essere un buon padre, essere davvero presente e godermi la crescita dei miei splendidi figli. Il secondo è continuare a fare musica che amo per le persone che amo, cioè voi. E il terzo è continuare a crescere, semplicemente crescere, divertirmi, non prenderla mai troppo sul serio, e poi mettere tutto nelle mani di Dio, fare bene il proprio lavoro, essere integri, fare quello che fai con leggerezza e gentilezza e poi sapere che la tua famiglia e la tua fede sono al tuo fianco e che, qualunque cosa accada, in realtà non è poi così seria, è solo musica".
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