05 Dicembre 2025
Maxi operazione antimafia all’alba a Roma quando i carabinieri del Comando Provinciale hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 14 persone legate, secondo le accuse, al clan Senese. Tra gli arrestati compaiono nomi di primo piano come Angelo Senese, Ettore Abramo “Pluto”, ex vice di Fabrizio Piscitelli, Girolamo Finizio, i fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi e Kevin Di Napoli. Nel corso del blitz sono stati sequestrati 13 orologi di lusso, per un valore stimato di 350mila euro, ritenuti provento di attività illecite. Durante le operazioni, altri due uomini sono stati fermati in flagranza con oltre un chilo di cocaina e 300 grammi di hashish.
Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, l’indagine nasce da una serie di episodi violenti avvenuti tra aprile e maggio 2023 nel quadrante Tuscolano–Don Bosco, dove due tentati omicidi erano stati messi in atto per contendersi la gestione del narcotraffico e di altre attività criminali. Le sparatorie, ricostruiscono gli investigatori, si inserivano in una lotta interna legata al controllo delle piazze di spaccio di cocaina e hashish. L’attività investigativa, avviata nel dicembre 2022 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma, ha consentito di raccogliere elementi ritenuti gravi in relazione a reati quali tentato omicidio, porto e detenzione di armi da sparo, estorsione aggravata dal metodo mafioso, tentato sequestro di persona, in alcuni casi contestati con l’aggravante di aver favorito il clan Senese.
Durante le perquisizioni effettuate nella fase esecutiva dell’ordinanza, i carabinieri hanno, di fatto, rinvenuto e sequestrato 13 orologi di lusso, per un totale di circa 350mila euro, 1,3 kg di cocaina e 300 grammi di hashish. Due uomini sono stati arrestati in flagranza per detenzione degli stupefacenti ritrovati dalle forze dell'ordine. Gli investigatori sottolineano che l’indagine prosegue per individuare ulteriori fonti di prova.
Un capitolo centrale dell’indagine riguarda un tentativo di estorsione ai danni di un gioielliere romano. Sull’affare, secondo gli inquirenti, avevano messo gli occhi anche esponenti del clan Di Lauro, radicato nell’area napoletana. Un malvivente romano, spacciandosi per emissario della famiglia Senese, avrebbe avanzato richieste economiche alla vittima, provocando la reazione di entrambi i gruppi criminali. Il risultato fu una richiesta “risarcitoria” di 200mila euro, ritenuta dagli investigatori un vero e proprio atto intimidatorio di tipo mafioso.
Le indagini hanno poi documentato un tentato sequestro di persona ai danni dello stesso gioielliere. L’obiettivo, secondo la ricostruzione, sarebbe stato quello di trascinare l’uomo in una cantina per sottoporlo a violenze e obbligarlo a trovare i soldi richiesti. L’intervento dei carabinieri è stato decisivo: i militari sono intervenuti proprio mentre la vittima stava per essere trascinata via, fermando i responsabili e impedendo quella che, secondo gli inquirenti, sarebbe potuta diventare una tortura finalizzata all’estorsione. Successivamente, sarebbe stata organizzata anche una spedizione punitiva contro gli incaricati del sequestro, “colpevoli” di non essere riusciti a portarlo a termine.
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