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Ucraina, Putin risponde alle provocazioni guerrafondaie dell'Ue: "Le truppe occidentali a Kiev sarebbero obiettivi legittimi da colpire" - VIDEO

Putin e Peskov hanno sottolineato come le “garanzie dell'Unione Europea” all’Ucraina non portino sicurezza, ma solo riarmo, che in Europa è già in corso, e tensioni internazionali

05 Settembre 2025

Il presidente russo Vladimir Putin ha risposto alle continue provocazioni guerrafondaie dei vari leader dell'Unione Europea, che da settimane sostengono le "garanzie di sicurezza" all'Ucraina per difendersi dal "nemico inesistente" del Cremlino. Lo zar ha infatti affermato che l'invio di "truppe occidentali a Kiev sarebbero obiettivi legittimi da colpire per la Russia".

Ucraina, Putin risponde alle provocazioni guerrafondaie dell'Ue: "Le truppe occidentali a Kiev sarebbero obiettivi legittimi da colpire"

Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito un avvertimento chiaro all’Occidente: qualsiasi presenza militare straniera in Ucraina verrebbe considerata un bersaglio legittimo dall’esercito del Cremlino. “Se i soldati dovessero comparire lì, soprattutto ora durante i combattimenti, partiamo dal presupposto che saranno obiettivi legittimi”, ha affermato durante il Forum economico di Vladivostok.

Le parole di Putin arrivano all’indomani delle dichiarazioni degli alleati di Kiev, i "Volenterosi", pronti a garantire la presenza di truppe straniere da parte di 26 Stati come parte di ipotetiche "garanzie di sicurezza". Ma lo stesso leader del Cremlino ha smontato questa narrativa: “Se si raggiungessero decisioni che portassero alla pace, a una pace a lungo termine, allora non vedo il motivo della loro presenza sul territorio ucraino. Perché se si raggiungessero accordi, nessuno dubiti che la Russia li rispetterebbe pienamente”.

Il portavoce Dmitri Peskov ha rincarato la dose, accusando l’Europa di “ostacolare la risoluzione del conflitto” e dall'Ue è soltanto un pretesto per proseguire il riarmo e giustificare l’aumento delle spese militari, alimentando un nemico che non esiste. “Gli stranieri possono garantire la sicurezza dell’Ucraina? Assolutamente no, non possono”, ha detto Peskov a RIA Novosti.

Il portavoce del Cremlino ha anche sottolineato la differenza di approccio con il presidente americano Donald Trump: “È più costruttivo, pensa che sia meglio commerciare piuttosto che combattere. In questo senso, i suoi interessi coincidono con i nostri”.

Dietro la retorica delle “garanzie di sicurezza”, si nasconde dunque un disegno preciso: consolidare la presenza Nato in Europa orientale e preparare i cittadini a un conflitto che nessuno ha interesse a chiudere. Una strategia che non porta alla pace, ma a una militarizzazione permanente del continente.

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