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Ucraina, Mosca denuncia: "Kiev usa mercenari colombiani come soldati e 'carne da cannone', 2 russi morti dopo attacco con droni su Saratov"

I mercenari, riferisce l’agenzia Tass citando una fonte militare, sarebbero morti durante l’offensiva nella città di Vovchansk. I corpi sarebbero stati sepolti dalle autorità ucraine dopo l’identificazione, poiché nessuno in Colombia ne avrebbe reclamato il rimpatrio

13 Dicembre 2025

Putin Zelensky

Fonte: LaPresse

Mosca accusa Kiev di impiegare combattenti stranieri come “carne da cannone”. Secondo l’esercito russo, un’unità di mercenari colombiani sarebbe stata eliminata durante i combattimenti nella regione di confine di Kharkiv, dove le forze russe stanno tentando di creare una zona di sicurezza. I mercenari, riferisce l’agenzia Tass citando una fonte militare, sarebbero morti durante l’offensiva nella città di Vovchansk condotta dal gruppo militare Nord. I corpi sarebbero stati sepolti dalle autorità ucraine dopo l’identificazione, poiché nessuno in Colombia ne avrebbe reclamato il rimpatrio. Tra i caduti figuravano combattenti noti con soprannomi come “Taison” e “Avanturero”.

Ucraina, Mosca denuncia: "Kiev usa mercenari colombiani come soldati e 'carne da cannone', 2 russi morti dopo attacco con droni su Saratov" 

Mosca accusa Kiev di utilizzare "sistematicamente" mercenari stranieri per difendere le proprie posizioni lungo un fronte che supera i mille chilometri. Negli ultimi anni, i tribunali russi hanno inflitto pesanti condanne a combattenti stranieri, sia catturati sia processati in contumacia: in un caso, un cittadino colombiano è stato condannato a 28 anni di carcere per aver combattuto al fianco delle forze ucraine nella regione di Kursk. 

Il Cremlino denuncia inoltre un attacco con droni ucraini nella regione di Saratov, che avrebbe provocato due vittime civili. Il governatore Roman Busargin ha riferito su Telegram di “danni in diversi appartamenti di un palazzo a causa dell’attacco con droni”, confermando anche danni alle facciate di un asilo e di una clinica, “in cui non c'erano bambini o pazienti”. Secondo il ministero della Difesa russo, nella notte sarebbero stati intercettati e distrutti 41 droni ucraini, 28 dei quali nei cieli della regione di Saratov.

Dal fronte opposto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa Mosca di aver colpito nella notte "decine di infrastrutture civili". In un lungo messaggio pubblicato su X, Zelensky scrive: “Ancora una volta, l'attacco principale ha colpito il nostro settore energetico, il sud del Paese e la regione di Odessa”. Sarebbero state colpite anche le regioni di Kirovohrad, Mykolaiv, Sumy, Kharkiv, Kherson, Cernihiv, Dnipro e Cerkasy. “In totale – ha aggiunto – il nemico ha utilizzato oltre 450 droni d'attacco e 30 missili di vario tipo”.

Sul terreno, la situazione resta tesa anche nel Donetsk. Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, ha denunciato l’arrivo di rinforzi russi nell’area di Pokrovsko-Myrnograd. “La situazione rimane difficile – ha affermato – Il nemico sta cercando di aumentare la pressione sulle nostre posizioni difensive, trasferendo qui ulteriori riserve”. 

Sul fronte diplomatico invece, secondo quanto riportato da Axios, i negoziati sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina avrebbero compiuto “progressi significativi”. Un alto funzionario statunitense ha dichiarato che l’amministrazione Trump sarebbe pronta a offrire a Kiev una garanzia basata sull’articolo 5 della Nato, sottoposta al voto del Congresso e giuridicamente vincolante: “Vogliamo dare agli ucraini una garanzia di sicurezza che non sia un assegno in bianco da un lato, ma che sia sufficientemente solida dall'altro. Siamo disposti a sottoporla al voto del Congresso”.

In Europa, intanto, emergono divisioni sull’uso degli asset russi congelati. Secondo Politico, l’Italia starebbe sostenendo il Belgio nell'opposizione al piano dell’Ue per utilizzare 210 miliardi di euro di beni statali russi a favore dell’Ucraina. Roma si sarebbe schierata con Malta e Bulgaria chiedendo alla Commissione una soluzione alternativa, mettendo a rischio l’intesa che Bruxelles sperava di chiudere a metà dicembre.

Nonostante ciò, con 25 voti favorevoli e due contrari, l’Unione europea ha deciso di rendere permanente il blocco dei beni russi. Ungheria e Slovacchia hanno votato contro. Da Mosca arriva una linea dura: nessuna tregua, fanno sapere le autorità russe, senza un ritiro ucraino dal Donbass.

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