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Ucraina, Zelensky: "Per cedere Donbass serve referendum, subito tregua per garantire elezioni", Trump: "Basta parole, si rischia 3° guerra mondiale"

Per Zelensky, gli Stati Uniti dovrebbero accordarsi con la Russia per permettere lo svolgimento sicuro delle elezioni. Previsto per domani meeting diplomatico a Parigi, e un nuovo vertice a Berlino lunedì 15 dicembre. Ue verso blocco asset russi

12 Dicembre 2025

Ucraina, Zelensky: "Per cedere Donbass serve referendum, subito tregua per garantire elezioni", Trump: "Basta parole, si rischia 3° guerra mondiale"

Zelensky e Trump, fonte: Facebook, @adnkronos

"Ritirarsi dal Donbass? Possibile solo attraverso un referendum": parola di Volodymyr Zelensky che ieri, 11 dicembre, dopo una videochiamata "costruttiva" col Segretario di Stato Marco Rubio, col Capo del Pentagono Pete Hegseth e con l'inviato speciale Usa Steve Witkoff, ha informato come Washington abbia avanzato la proposta di ritiro delle truppe ucraine dai territori di Donetsk e Luhansk per cederli di fatto a Mosca.

Ucraina, Zelensky: "Per cedere Donbass serve referendum, subito tregua per garantire elezioni", Trump: "Basta parole, si rischia 3° guerra mondiale"

La proposta di una cessione territoriale a Putin, che già era trapelata varie volte anche negli ultimi retroscena del Giornale d'Italia e del Washington Post, è stata però prontamente smorzata dal presidente ucraino, specificando che "qualsiasi compromesso sulle terre dovrebbe essere deciso tramite referendum". E per le consultazioni popolari - continua Zelensky ripreso dall'agenzia Ukrinform - è necessario assicurare che il voto avvenga in tutta sicurezza attraverso un tattico "cessate il fuoco, almeno durante il processo elettorale e durante il voto".

E per garantire la tregua, continua il presidente ucraino, gli Stati Uniti "dovrebbero parlare con la Russia", sebbene però il ricorso al voto sia una soluzione al momento non contemplata da Washington. L'obiettivo statunitense è di costruire nel Donbass una "zona economica demilitarizzata" dove però all'esercito russo - che sta avanzando a ritmo "progressivo e sostenuto", secondo ultime dichiarazioni di Putin - non verrebbe chiesto di ritirarsi. Il ritiro russo avverrebbe piuttosto dalle regioni di Kharkiv, Dnipropetrovsk e Sumy.

Kiev storce il naso alla soluzione Usa: "Se una parte deve ritirarsi e l'altra parte rimane dove è, allora cosa terrà ferme queste altre truppe, i russi? (...) O cosa li fermerà di fingersi civili e prendere il controllo di questa zona libera economica?". E infatti, garanzie di sicurezza a parte, al centro vorticoso delle discussioni vi sono non solo i territori del Donbass, ma la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Trump però è "frustrato" nel "perdere tempo", come informa la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, "Non vuole più parole, vuole azioni, vuole che questa guerra arrivi a una fine". Sebbene anche il tycoon riconosca che "dividere i territori non è la cosa più semplice del mondo".

La pressione comunque c'è, e con lei aumentano gli incontri diplomatici: per domani è previsto, a Parigi, un meeting tra i leader di Ucraina, Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna, mentre lunedì 15 potrebbe tenersi un ulteriore vertice Ue a Berlino, dove non è esclusa la presenza statunitense. "Vedremo se partecipare [al meeting di sabato, ndr], ci andremo se pensiamo ci sia una buona chance [d'intesa, ndr]. Situazioni del genere sfociano in una terza guerra mondiale, l'ho detto l'altro giorno: 'Tutti continuano con questi giochetti, vi ritroverete nella terza guerra mondiale'. Non vogliamo che succeda". Intanto l'Ue dà il via libera per il blocco degli asset russi: contrarie Ungheria e Slovacchia.

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