12 Dicembre 2025
Fonte: x @serdardurat
La Banca Centrale russa ha avviato una causa contro Euroclear, il depositario belga che custodisce la maggior parte degli asset russi congelati. Mosca ha, difatti, annunciato di voler reagire con ogni mezzo legale al progetto della Commissione Europea che punta a utilizzare gli asset russi per finanziare un “prestito di riparazione” da 140 miliardi di dollari destinato all’Ucraina. Inoltre, il Cremlino ha definito qualsiasi utilizzo di questi fondi come “illegale e contrario al diritto internazionale”. Al fronte giuridico russo si è aggiunto anche quello politico: il premier ungherese Viktor Orbán ha denunciato come “abusiva” la decisione Ue di prorogare a tempo indeterminato il congelamento degli asset, parlando apertamente di “dittatura di Bruxelles”.
Nel suo commento ufficiale al progetto europeo – ancora non approvato definitivamente dai 27 membri Ue – la Banca di Russia sostiene che l’uso dei beni congelati, senza il consenso di Mosca, rappresenti una violazione dei principi di immunità sovrana e del diritto internazionale. L’istituto ha avvertito che contesterà ogni iniziativa del genere “in tutte le sedi competenti”, dai tribunali nazionali a quelli internazionali, con l’obiettivo di impedire ogni forma di utilizzo “non coordinato” degli asset. La nota diffusa da Mosca parla di una contestazione “incondizionata” delle eventuali normative europee. Il meccanismo immaginato dalla Commissione e fortemente criticato dal Cremlino, delineato in un comunicato del 3 dicembre, prevede la possibilità per Bruxelles di prendere liquidità dagli istituti che detengono gli asset congelati per convogliare fondi a sostegno dell’Ucraina nel 2026 e 2027.
Contestualmente, la Banca Centrale ha aperto una causa presso la Corte Arbitrale di Mosca contro Euroclear, accusata di “azioni illegali” che avrebbero impedito alla Russia di disporre dei propri fondi e titoli, generando danni economici. L’istituto chiede un risarcimento per le perdite derivate dal blocco degli asset e dalle restrizioni applicate dal depositario belga.
Sul fronte politico, la polemica si è accesa ulteriormente con l’intervento del premier ungherese Viktor Orbán, che ha attaccato duramente la decisione Ue di rinnovare a tempo indeterminato le sanzioni che immobilizzano gli asset russi in Europa. Il provvedimento poggia sull’articolo 122 del Trattato Ue, che consente di deliberare a maggioranza qualificata, superando il vincolo dell’unanimità. “Oggi Bruxelles sta attraversando il Rubicone”, ha dichiarato Orbán, accusando la Commissione di poter eliminare “il requisito dell’unanimità con un tratto di penna, in modo chiaramente illegale”. Secondo il premier, con questa decisione “lo Stato di diritto in Ue giunge al capolinea e i leader europei si pongono al di sopra delle regole”, infliggendo “danni irreparabili all’Unione”.
Orbán sostiene che Bruxelles stia violando sistematicamente il diritto europeo al fine di sostenere “una guerra impossibile da vincere” e che, a pochi giorni dal Consiglio europeo, il processo decisionale dell’Unione stia degenerando in “dominio dei burocrati, ovvero in una dittatura di Bruxelles”.
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