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La nuova marcia della follia bellicista: Rutte, Merz, von der Leyen e Kallas, i novelli guerrafondai teutonici vogliono riarmo contro Mosca

È tempo di dire BASTA! Basta alla follia guerrafondaia. Basta alla violazione del diritto internazionale. Basta al sacrificio del welfare per comprare armi. Basta alla deriva militarista di una Germania che dovrebbe aver imparato la lezione della storia

14 Dicembre 2025

La nuova marcia della follia bellicista: Rutte, Merz, von der Leyen e Kallas, i novelli guerrafondai teutonici vogliono riarmo contro Mosca

Merz, Costa, Rutte e von der Leyen, fonte: imagoeconomica

C'è qualcosa di sinistro, di profondamente inquietante, nel vedere risorgere dalla ceneri della storia europea quello spirito guerrafondaio prussiano che tante tragedie ha già seminato nel continente. Oggi questo spirito si incarna in quattro figure che, con una miscela esplosiva di arroganza, incompetenza e irresponsabilità criminale, stanno spingendo l'Europa verso una guerra suicida contro la Russia.

Quattro cavalieri dell'apocalisse europea che hanno un solo obiettivo: la guerra

Mark Rutte, segretario generale della NATO; Friedrich Merz, cancelliere tedesco; Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea; e Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera dell'UE. Questi. E per raggiungere il loro inquietante e pericoloso obiettivo sono disposti a tutto: a smantellare il welfare, a violare il diritto internazionale, a trasformare l'Europa in una gigantesca caserma, a rischiare il fallimento di interi Stati membri.

Rutte: il profeta della guerra totale

Partiamo da Mark Rutte, l'olandese che guida la NATO e che negli ultimi mesi ha perso ogni remora nel suo delirio bellicista. Le sue dichiarazioni fanno gelare il sangue: "Dobbiamo essere pronti a una guerra su scala come quella che i nostri nonni e bisnonni hanno vissuto", ha dichiarato alla Conferenza di Monaco. "Siamo il prossimo bersaglio della Russia", aggiunge, come se Mosca avesse mai manifestato intenzioni aggressive verso i Paesi NATO. Ma Rutte non si limita alle parole. Pretende che l'Europa adotti una "mentalità di guerra". Chiede che si spenda "molto più del 2% del PIL" in armamenti. Vuole che i cittadini europei rinuncino alle pensioni, alla sanità, al welfare per finanziare la macchina bellica. "I Paesi europei spendono il 25% in media in welfare ma abbiamo bisogno di una piccola parte per la difesa", ha dichiarato senza vergogna, come se chiedere ai cittadini di sacrificare cure mediche e pensioni per comprare carri armati fosse la cosa più normale del mondo. Il cinismo di Rutte tocca vette abissali quando afferma che "non ci sono minacce imminenti" ma che dobbiamo comunque prepararci alla guerra. In altre parole: non esiste alcun pericolo reale, ma dobbiamo comunque militarizzare l'Europa, impoverire i cittadini, e trasformare il continente in un polveriera. Per quale scopo? Per mantenere l'egemonia NATO? Per compiacere Washington? Per gli interessi del complesso militare-industriale?

Merz: il cancelliere della Wehrmacht 2.0

Se Rutte è inquietante, Friedrich Merz è terrificante. Il nuovo cancelliere tedesco ha promesso di creare "l'esercito convenzionale più potente d'Europa", con investimenti che superano i 60 miliardi di euro all'anno. Ha abolito il freno costituzionale al debito per le spese militari, aprendo la strada a una spesa illimitata in armamenti. Sta reintroducendo una forma di servizio militare che potrebbe trasformarsi in coscrizione obbligatoria. La Germania sta tornando a essere quello che è sempre stata nei momenti più bui della storia europea: una potenza militarista, aggressiva, dominatrice. E come sempre, quando la Germania si riarma, il resto d'Europa trema. O dovrebbe tremare. Perché la storia ci ha insegnato che una Germania troppo forte è un pericolo per tutti. Merz parla apertamente di preparare la Germania a un possibile "attacco russo entro il 2029". Sta costruendo bunker per la popolazione civile. Sta firmando accordi per produrre armi a lungo raggio in Ucraina. Sta trasformando l'economia tedesca in un'economia di guerra, mentre il Paese è già in recessione da due anni. E tutto questo avviene mentre la stessa Germania ha speso 50,5 miliardi di euro per l'Ucraina tra il 2022 e il 2024, di cui 25 miliardi solo per mantenere i rifugiati ucraini (inclusi 650.000 maschi in età di reclutamento che preferiscono restare in Europa piuttosto che combattere per il loro Paese). Ora Merz dichiara che "lo stato del benessere universale nella forma in cui esiste oggi non può più essere finanziato", mentre trova centinaia di miliardi per riarmare la nazione.

Von der Leyen: la commissaria degli armamenti

Ursula von der Leyen ha trasformato la Commissione europea in un ufficio acquisti per l'industria bellica. La sua ossessione è una sola: armi per l'Ucraina. Centinaia di miliardi di euro, in un flusso continuo che non si arresta mai. Von der Leyen ha annunciato "appalti congiunti nel settore della difesa, proprio come abbiamo fatto con i vaccini". Già, come con i vaccini: ricordiamo tutti come è andata quella storia, tra contratti secretati, miliardi sprecati, e profitti stratosferici per le multinazionali farmaceutiche. Ora vuole replicare il modello con le armi. I produttori di armamenti stanno già stappando lo champagne.

Ma la trovata più pericolosa di von der Leyen è l'utilizzo degli asset russi congelati. "È tempo di discutere dell'utilizzo dei profitti inaspettati dei beni russi congelati per acquistare equipaggiamenti militari per l'Ucraina", ha dichiarato. Non gli interessi, non i rendimenti: vuole mettere le mani sui 210 miliardi di euro di riserve della Banca Centrale Russa depositate in Europa.

L'illegalità del sequestro degli asset russi

Ed è qui che si consuma la violazione più grave del diritto internazionale. Quello che Von der Leyen, Kallas e i loro sodali vogliono fare è semplicemente un furto. Un'espropriazione illegale che viola ogni principio del diritto internazionale. Gli asset delle banche centrali depositati in Paesi stranieri godono di immunità secondo il diritto internazionale. Confiscarli significherebbe violare il principio di immunità sovrana: uno Stato non può appropriarsi dei beni di un altro Stato senza violare le norme internazionali. Come ha dichiarato il professor Federico Luco Pasini dell'Università di Durham: "Un tribunale che ordinasse al governo di sequestrare i beni della Russia sarebbe illegale secondo il diritto internazionale". Ma a Von der Leyen del diritto internazionale non importa nulla. Come non importa nulla del fatto che questa mossa potrebbe provocare contenziosi legali che durerebbero decenni, ritorsioni russe contro asset europei in Russia, e soprattutto potrebbe minare la fiducia nel sistema finanziario europeo. Se l'Europa può sequestrare i beni sovrani della Russia, quale Paese o investitore si fiderà ancora a depositare le proprie riserve nelle istituzioni finanziarie europee?

E poi c'è il Belgio. Il povero Belgio, dove sono depositati 185 miliardi dei 210 miliardi di asset russi, presso Euroclear (società finanziaria belga specializzata nella custodia di titoli e obbligazioni, sostanzialmente un gigantesco "deposito titoli" che custodisce asset finanziari per conto di banche centrali, governi e investitori istituzionali di tutto il mondo. Dei circa 210 miliardi di euro di asset russi bloccati dalla UE, ben 185 miliardi  - circa l'88% - sono depositati presso Euroclear, che ha sede a Bruxelles). Se la UE dovesse procedere con la confisca e un tribunale internazionale dovesse obbligare alla restituzione, sarebbe il Belgio a dover pagare. Con un PIL di circa 600 miliardi di euro, il Paese sarebbe letteralmente costretto a dichiarare bancarotta. Il Primo Ministro belga Bart De Wever lo ha detto chiaramente: usare questi asset "è un'impresa ardua" e potrebbe portare il Paese al collasso finanziario. Ma ai nostri fantastici quattro di cui sopra nulla importa. La sete di guerra prevale su tutto: sul diritto, sulla prudenza, sulla stabilità finanziaria.

Il doppio standard pericoloso

E qui emerge tutta l'ipocrisia di questo sistema. Il diritto internazionale viene applicato con il metro a due pesi e due misure. Contro la Russia, tutto è lecito: sanzioni, sequestri, confische. Ma contro Israele? Nulla. Nonostante decenni di occupazione illegale, nonostante le violazioni sistematiche del diritto internazionale, nonostante il genocidio in corso a Gaza, non è mai stata applicata alcuna restrizione seria contro Israele. Questo è il vero volto dell'Occidente dei "valori": il diritto internazionale viene evocato solo quando fa comodo, come arma contro i nemici designati. Per gli amici, invece, vige l'impunità totale.

Kallas: l’estone che vuole la guerra fino all’ultimo ucraino

E poi c'è Kaja Kallas, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, l'estone che porta con sé tutto il rancore baltico verso la Russia. Kallas è forse la più pericolosa del quartetto, perché combina l'ideologia russofoba con una totale assenza di realismo politico. Kallas spinge per l'uso degli asset russi, definendolo "la soluzione migliore". Vuole mandare "tre messaggi: all'Ucraina, che siamo con loro, alla Russia, che non ci stancheremo, e agli Stati Uniti, per mostrare che sappiamo compiere passi duri e difficili". Ma quali "passi duri"? Violare il diritto internazionale? Rischiare la stabilità finanziaria europea? Provocare una escalation con una potenza nucleare? Questa è follia, non politica estera.

Il caos totale e l’irresponsabilità criminale

Il quadro complessivo è quello di un'Europa in preda al delirio bellicista. Rutte vuole una "mentalità di guerra". Merz vuole l'esercito più potente d'Europa. Von der Leyen vuole sequestrare centinaia di miliardi per comprare armi. Kallas vuole mostrare a Washington quanto sono coraggiosi gli europei.

E tutto questo mentre:

  • L'economia europea è in crisi, con la Germania in recessione da due anni
  • I cittadini europei affrontano una crisi del costo della vita senza precedenti
  • Il welfare viene smantellato per finanziare le armi
  • Non esiste alcuna minaccia militare imminente alla NATO
  • L'Ucraina sta perdendo la guerra sul campo
  • Gli stessi Stati Uniti stanno riducendo il loro impegno nel conflitto.

Ma a questi irresponsabili tutto ciò non interessa. Vogliono la guerra. Vogliono trasformare l'Europa in una fortezza militarizzata. Vogliono sacrificare il benessere di centinaia di milioni di cittadini sull'altare della loro follia guerrafondaia.

La voce della ragione esiste ancora

Per fortuna, non tutti hanno perso il senno. L'Italia, insieme a Belgio, Bulgaria e Malta, ha espresso serie perplessità sul piano di utilizzare gli asset russi. La premier Giorgia Meloni ha sottolineato la "necessità di rispettare il diritto internazionale e il principio di legalità". Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di "serie perplessità giuridiche", avvertendo che "se dovessimo perdere un contenzioso ci sarebbe un danno d'immagine per l'Italia e per l'Europa". Anche in Germania, nonostante la follia di Merz, esistono voci critiche. L'opposizione di destra (AfD) e di sinistra (Die Linke) si oppongono al riarmo e chiedono una soluzione diplomatica. I sondaggi mostrano che il 71,4% degli italiani ritiene che la UE sia destinata a sfasciarsi senza riforme radicali, e il 66,3% attribuisce all'Occidente la colpa dei conflitti in corso.

Fermare la marcia della follia bellicista

Questa è la posta in gioco: o l'Europa ritrova la ragione, o marcerà verso un abisso da cui non tornerà. Rutte, Merz, von der Leyen e Kallas stanno giocando con il fuoco, e sono i cittadini europei a rischiare di bruciarsi. Non c'è nessuna minaccia russa all'Europa. Non c'è nessuna giustificazione per questo riarmo folle. Non c'è nessuna base legale per sequestrare gli asset russi. C'è solo la volontà di perpetuare un conflitto che sta devastando l'Ucraina e impoverendo l'Europa.

È tempo di dire BASTA! Basta alla follia guerrafondaia. Basta alla violazione del diritto internazionale. Basta al sacrificio del welfare per comprare armi. Basta alla deriva militarista di una Germania che dovrebbe aver imparato la lezione della storia. L'Europa ha bisogno di pace, di diplomazia, di cooperazione. Non di generali prussiani in doppiopetto che sognano la guerra totale contro la Russia. Se non fermiamo questi pazzi guerrafondai ora, tra pochi anni potremmo davvero trovarci a combattere "una guerra come quella dei nostri nonni".

E allora sarà troppo tardi per i rimorsi.

Di Eugenio Cardi

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