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Nato, l’inquietante deriva bellicista: Cavo Dragone evoca "l'attacco preventivo" contro la Russia mentre Berlino prepara la guerra per il 2029

Le parole del più alto ufficiale militare dell'Alleanza atlantica hanno scatenato un terremoto diplomatico a pochi giorni dai tentativi di mediazione tra Stati Uniti, Ucraina e Russia

03 Dicembre 2025

Nato, l’inquietante deriva bellicista: Cavo Dragone evoca "l'attacco preventivo" contro la Russia mentre Berlino prepara la guerra per il 2029

Cavo Dragone Fonte: X @francescoproia

Le dichiarazioni dell'ammiraglio italiano, Presidente del Comitato militare atlantico, scatenano tensioni internazionali e imbarazzo nel governo Meloni. La Lega insorge, il Cremlino parla di escalation irresponsabile. Nel frattempo mentre sanità, scuola e pensioni vengono massacrate dall'austerity, miliardi vengono dirottati verso l'industria bellica.

Attacco preventivo” sul territorio russo come “azione difensiva”: una vera contraddizione in termini

L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Presidente del Comitato militare della NATO, ha dichiarato al Financial Times che l'Alleanza sta valutando un cambio di strategia nella guerra ibrida con la Russia, passando da un approccio reattivo a uno proattivo che potrebbe includere "attacchi preventivi" (Il Messaggero). Le parole del più alto ufficiale militare dell'Alleanza atlantica hanno scatenato un terremoto diplomatico a pochi giorni dai tentativi di mediazione tra Stati Uniti, Ucraina e Russia. "Stiamo studiando tutto sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando" (Open), ha affermato Cavo Dragonenell'intervista, rilasciata il 18 ottobre ma pubblicata solo ora dal quotidiano britannico. Un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato una "azione difensiva" (Il Messaggero), ha sostenuto l'ammiraglio, pur ammettendo che tale approccio si colloca "più lontano dal nostro normale modo di pensare e di comportarci".

La reazione furiosa di Mosca

La risposta del Cremlino non si è fatta attendere. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha definito le dichiarazioni di Cavo Dragone "un passo estremamente irresponsabile, che dimostra la volontà dell'alleanza di continuare a muoversi verso un'escalation" (Euronews). Infatti. Francamente faccio davvero fatica nel darle torto. Secondo la diplomazia russa, queste parole rappresenterebbero "un tentativo deliberato di minare gli sforzi volti a trovare una via d'uscita alla crisi ucraina" (Euronews). Il timing della pubblicazione dell'intervista appare particolarmente controverso: mentre l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, si trova a Mosca per colloqui sulla possibile fine del conflitto in Ucraina, il Financial Times sceglie di dare risalto a dichiarazioni che evocano un'ulteriore escalation militare. In effetti nascono naturali interrogativi sul tempismo della pubblicazione, dal momento che, come usava affermare spesso il buon Giulio Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Che qualcuno stia cercando di sabotare i negoziati in corso? Molto probabile. Ci sono molti soldi in gioco. Dietro la retorica bellicista si nascondono interessi economici miliardari. Ad esempio, tanto per citare un singolo caso, Il colosso tedesco Rheinmetall ha chiuso il 2024 con un fatturato di 9,8 miliardi di euro (+36% rispetto al 2023), con un utile operativo di 1,5 miliardi, uno stratosferico +61% (L'Espresso - Il Fatto Quotidiano). Il portafoglio ordini dell'azienda è schizzato a 38,3 miliardi di euro, un record storico (Il Fatto Quotidiano). Tra i principali azionisti figurano fondi americani come Capital Research (5%), Wellington (4,9%) eFidelity (3%).

Il governo Meloni nel caos

A Roma, le parole di Cavo Dragone hanno generato forte imbarazzo nell'esecutivo. La situazione è particolarmente delicata perché la maggioranza deve votare il decreto che prolunga fino al 2026 l'invio di armi italiane all'Ucraina. Secondo fonti dell'esecutivo, "non si parla di certe cose. Se serve, si fanno" (Open), un principio elementare della strategia militare che Cavo Dragone avrebbe violato. Giorgia Meloni e il Ministro della Difesa Guido Crosetto hanno scelto di non esprimersi sull’imbarazzante questione, mentre Antonio Tajani ha cercato di minimizzare, parlando di "problema di traduzione" e invitando a "bisogna sempre essere prudenti e cauti".

La Lega contro l'atlantismo bellicista

La reazione più dura è arrivata dalla Lega, che in una nota ufficiale ha criticato apertamente le posizioni dell'ammiraglio: "Mentre Usa, Ucraina e Russia cercano una mediazione, gettare benzina sul fuoco con toni bellici o evocando 'attacchi preventivi' significa alimentare l'escalation. Non avvicina la fine del conflitto: la allontana. Serve responsabilità, non provocazioni" (Open). Anche il Movimento 5 Stelle ha chiesto che il governo venga in Parlamento a spiegare la linea italiana. Il deputato Riccardo Ricciardi ha dichiarato: "Vogliamo che venga in Aula il Ministro Crosetto, ma anche Meloni e tutto il governo. E questo perché pensiamo che in Parlamento non si dovrebbe parlare di altro se non di come il governo Meloni ci sta portando in guerra" (Agenparl).

La Germania si prepara alla guerra

Le dichiarazioni di Cavo Dragone si inseriscono in un clima europeo sempre più militarista. Il Ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha recentemente affermato che la Germania deve "essere pronta alla guerra entro il 2029" (Eurofocus - RSI), sostenendo che "abbiamo sempre detto che potrebbe accadere nel 2029. Tuttavia, ora ci sono anche coloro che ritengono che sia possibile già nel 2028, e alcuni storici militari credono addirittura che abbiamo trascorso l'ultima estate di pace" (Pravda Italia). Pistorius sta spingendo per la reintroduzione di una forma di servizio militare in Germania, dopo la sua sospensione nel 2011, con l'obiettivo di arrivare a 80.000 soldati e 120.000 riservisti. Il Ministro tedesco ha giustificato questa strategia affermando che "l'aggressione russa ha cambiato completamente la situazione della sicurezza in Europa" (RSI).

L'Europa sta vivendo un'esplosione senza precedenti della spesa militare: da 279 miliardi di euro nel 2023 si prevede un salto a 392 miliardi nel 2025, con un aumento del 98% in termini nominali rispetto al 2020 (AresDifesa – Euronews). Il piano ReArm Europe della Commissione Von der Leyenprevede 800 miliardi di euro in quattro anni, con l'obiettivo di portare la spesa dal 2% al 3,5% del PIL entro il 2029 (Contropiano). Per l'Italia questo si tradurrebbe in 95 miliardi di spesa aggiuntiva, di cui almeno 12 miliardi entro fine 2025, con il rischio di far risalire il deficit pubblico dal 4% al 4,6% (Contropiano). Un salasso per le casse pubbliche che inevitabilmente peserà su sanità, istruzione e welfare.

La guerra ibrida come pretesto

La NATO giustifica il cambio di strategia con la necessità di contrastare la cosiddetta "guerra ibrida" russa: attacchi informatici, sabotaggi di infrastrutture critiche, intrusioni di droni e campagne di disinformazione (Open). L'Alleanza cita il successo della missione Baltic Sentry nel Mar Baltico(operazione militare NATO lanciata il 14 gennaio 2025 dal Segretario Generale Mark Rutte durante un vertice a Helsinki con i leader di Finlandia ed Estonia, per rafforzare la protezione delle infrastrutture critiche nel Mar Baltico)  come esempio di deterrenza efficace. "Dall'inizio di Baltic Sentry, non è successo nulla. Quindi questo significa che questa deterrenza sta funzionando" (Il Messaggero), ha sostenuto Cavo Dragone.

Tuttavia, l'ammiraglio ha ammesso che la NATO e i suoi membri hanno "molti più limiti della controparte per motivi etici, legali, giurisdizionali" (Il Fatto Quotidiano  -  SkyTG24), lamentando quella che viene percepita come un'asimmetria strategica rispetto alla Russia.

I tre pilastri dell'offensiva preventiva

La strategia NATO si articolerebbe su tre fronti principali:

  • cyber guerra per individuare e paralizzare le fonti degli attacchi hacker;
  • contrasto alla manipolazione dell'opinione pubblica, particolarmente nei Paesi che andranno al voto nei prossimi mesi;
  • abbattimento preventivo di droni che si dirigono verso lo spazio aereo dell'Alleanza prima che lo violino (Open).

Un diplomatico baltico anonimo citato dal Financial Times ha sintetizzato la nuova filosofia: "Se tutto ciò che facciamo è continuare a essere reattivi, invitiamo solo la Russia a continuare a provare, a continuare a farci del male. Soprattutto quando la guerra ibrida è asimmetrica, costa loro poco, e a noi molto" (Adnkronos). L'uso di fonti anonime da parte del quotidiano britannico in un articolo di tale portata strategica solleva interrogativi sulla costruzione della narrazione bellicista. Chi è questo "diplomatico baltico" e quali interessi rappresenta? L'anonimato impedisce di verificare se si tratti di una posizione condivisa dall'establishment atlantico o di una voce isolata amplificata per scopi propagandistici.

Le conseguenze per l’Italia

Per i cittadini italiani, questa deriva bellicista significa tagli al welfare per finanziare il riarmo e il rischio concreto di un coinvolgimento diretto nel conflitto. Come ha denunciato il deputato M5S, Riccardo Ricciardi, "su 4,5 milioni di imprese italiane noi spendiamo il 40% del nostro budget per darlo a 200 imprese che lavorano nel riarmo" (Agenparl). Mentre sanità, scuola e pensioni vengono massacrate dall'austerity, miliardi vengono dirottati verso l'industria bellica.

La deriva pericolosa

La dottrina dell'attacco preventivo evocata da Cavo Dragone ha un precedente inquietante nella storia recente. Nel 2002, l'amministrazione Bush la utilizzò per giustificare l'invasione dell'Iraq, sostenendo la necessità di colpire prima che Saddam Hussein potesse usare armi di distruzione di massa che, come sappiamo, non sono mai state trovate. Quella guerra costò centinaia di migliaia di vite e destabilizzò un'intera regione. Oggi la NATO propone di applicare lo stesso principio alla Russia, una potenza nucleare, con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Le dichiarazioni di Cavo Dragone e Pistorius rivelano una pericolosa escalation retorica che rischia di diventare militare. Mentre si moltiplicano i tentativi diplomatici per porre fine al conflitto in Ucraina, settori influenti dell'establishment atlantico sembrano spingere verso un confronto sempre più diretto con la Russia.

La questione sul timing della pubblicazione dell’intervista rimane quindi centrale: perché il Financial Times ha scelto di pubblicare proprio ora, a distanza di oltre un mese dalla registrazione, un'intervista così esplosiva? La tempistica suggerisce un tentativo di influenzare il dibattito politico europeo proprio mentre si aprono spiragli negoziali.

Il rischio è che la dottrina dell'attacco preventivo, presentata come difensiva, possa abbassare ulteriormente la soglia del conflitto diretto. In un contesto di crescente militarizzazione europea e di retorica sempre più bellicista, ogni incidente - un drone abbattuto, un cavo sabotato, un attacco hacker - potrebbe diventare il pretesto per un'escalation dalle conseguenze imprevedibili.

Di Eugenio Cardi

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