20 Novembre 2025
Fonte: Imagoeconomica
La Presidente della Commissione UE sollecita il versamento di fondi colossali per continuare una guerra che allo stesso tempo Washington sta già chiudendo con un accordo territoriale, mentre la sanità pubblica italiana collassa: una scelta politica che calpesta i diritti costituzionali dei cittadini europei.
Mentre 6 milioni di italiani sono costretti a rinunciare alle cure mediche per mancanza di denaro o per liste d'attesa infinite, Ursula von der Leyen ha inviato ai 27 Stati membri dell'Unione Europea una lettera in cui chiede di trovare entro dicembre 135,7 miliardi di euro per finanziare l'Ucraina nel biennio 2026-2027. Una cifra colossale, pari quasi alla somma di quanto l'UE ha già speso dall'inizio della guerra nel febbraio 2022, che rivela le drammatiche priorità politiche delle istituzioni europee. La richiesta della Presidente della Commissione è tanto esplicita quanto inquietante (se non anche scandalosa e assurda): 83,4 miliardi andrebbero a finanziare l'esercito ucraino e 55,2 miliardi per stabilizzare l'economia (Euronews). Una somma che, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale e delle autorità di Kiev citate dalla stessa Von der Leyen, si basa sull'ipotesi - tutt'altro che certa - che la guerra finisca entro il 2026.
Von der Leyen ha presentato tre opzioni principali per reperire i fondi:
La terza opzione, quella dell'uso degli asset russi congelati, incontra però la forte opposizione del Belgio, dove sono detenuti la maggior parte dei 185 miliardi di euro bloccati presso Euroclear (società belga con sede a Bruxelles che si occupa di deposito e gestione di titoli finanziari, una sorta di "banca delle banche" per i titoli. Uno dei principali depositari centralizzati di titoli al mondo). Il primo Ministro belga Bart De Wever teme che il suo Paese possa essere costretto a versare 185 miliardi di euro alla Russia in caso di decisione arbitrale avversa. Non sorprende quindi che anche l'Ungheria abbia reagito duramente: Viktor Orban ha accusato la Von der Leyen di "cercare di aiutare un alcolizzato inviandogli un'altra cassa di vodka", sottolineando di come invece di chiedere controlli rigorosi sui fondi già erogati, si continui a chiederne di nuovi.
Mentre Bruxelles pianifica di spendere 135 miliardi per la guerra, in Italia la situazione sanitaria è drammatica. Nel 2024, circa 6 milioni di italiani (il 9,9% della popolazione) hanno rinunciato a visite o esami specialistici principalmente a causa delle lunghe liste d'attesa e per le difficoltà nel pagare le prestazioni sanitarie (Il Sole 24 ORE). Si tratta di un milione e trecentomila persone in più rispetto al 2023, un aumento che testimonia il progressivo sgretolamento del diritto alla salute sancito dalla Costituzione. I numeri sono impietosi: nel 2023 l'Italia ha destinato alla spesa sanitaria pubblica solo il 6,2% del PIL, ben al di sotto sia della media OCSE del 6,9% che della media europea del 6,8% (Il Sole 24 ORE). La Fondazione GIMBE ha calcolato che il gap con la media europea ammonta a 52,4 miliardi di euro, posizionando l'Italia al 16° posto tra i 27 Paesi europei e in ultima posizione tra quelli del G7 (Il Sole 24 ORE).
La contraddizione è stridente: mentre Von der Leyen sollecita 135 miliardi per l'Ucraina (di cui 83 per armamenti), la sanità italiana agonizza per mancanza di fondi. Dal 2019 al 2024, la percentuale di italiani che rinunciano alle cure è passata dal 6,3% al 9,9%, con un incremento particolarmente marcato tra il 2023 e il 2024 (Il Sole 24 ORE). Le donne sono le più colpite (11,4% contro l'8,3% degli uomini), soprattutto nella fascia d'età 45-64 anni. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno già fornito all'Ucraina oltre 114 miliardi di euro dal 2022 al 2024, di cui 64,13 miliardi in assistenza militare. L'Europa, nel suo complesso, ha erogato circa 156 miliardi di euro nello stesso periodo. Ora Von der Leyen chiede quasi quanto già speso finora, per soli due anni, basandosi su un'ipotesi di fine guerra che nessuno può garantire.
La richiesta di Von der Leyen per 135 miliardi all'Ucraina non è solo una questione tecnico-finanziaria, ma una precisa scelta politica che rivela le priorità dell'Unione Europea:
Von der Leyen stessa ha scritto che "l'Europa non può permettersi la paralisi, né l'esitazione né la ricerca di soluzioni perfette o semplici che non esistono" (Euronews).
Ma l'Europa può permettersi di lasciare senza cure 6 milioni di italiani? Può permettersi di continuare a definanziare servizi sanitari nazionali che rappresentano conquiste di civiltà e pilastri dello stato sociale? La risposta dovrebbe essere un no categorico. Eppure, mentre i sistemi sanitari europei collassano per mancanza di fondi, Bruxelles trova sempre nuove centinaia di miliardi per alimentare un conflitto che ha già divorato risorse immense senza produrre prospettive concrete di pace.
Ma c'è un ultimo, sconcertante e inquietante capitolo in questa vicenda che rende ancora più grottesca e incomprensibile la richiesta di Von der Leyen. Una sorta di colpo di teatro del solito Trump dell’ultimo momento: infatti proprio mentre la Presidente della Commissione sollecita 135 miliardi agli Stati europei per sostenere militarmente l'Ucraina, dall'altra parte dell'Atlantico l'amministrazione USA sta già negoziando con Mosca la fine della guerra attraverso la cessione territoriale!
Secondo quanto riportato oggi da Reuters, Axios e altri media americani, infatti, Washington sta discutendo con il Cremlino un piano di pace in 28 punti che prevede la cessione del Donbass alla Russia, il riconoscimento di Crimea e Donbass come territori russi da parte degli Stati Uniti, il dimezzamento delle forze armate ucraine e la rinuncia di Kiev alle armi a lungo raggio. Il piano prevede che gli Stati Uniti e altri Paesi riconoscano Crimea e Donbass come territori legittimamente russi, anche se l'Ucraina non sarebbe obbligata a farlo, in cambio di non meglio precisate garanzie di sicurezza americane. In altre parole: esattamente ciò che Putin chiede dall'inizio del conflitto.
La beffa è completa. L'Europa viene chiamata a sborsare 135 miliardi - di cui 83 per armamenti - per continuare una guerra che gli Stati Uniti hanno già deciso di chiudere cedendo i territori contesi alla Russia. Bruxelles dovrebbe finanziare altri due anni di conflitto mentre Washington sta già trattando la resa.
Trump avrebbe chiesto personalmente a Putin di "fargli risolvere la sua cavolo di guerra" e punta a presentare il piano a Zelensky come un ultimatum, una sorta di offerta non rifiutabile. La diplomazia americana procede quindi spedita verso l'accordo con Mosca, ma intanto l'Unione Europea deve continuare a pagare il conto di una guerra ormai alle battute finali.
Questa non è solo una contraddizione politica: è uno scandalo di dimensioni storiche. Von der Leyen chiede agli europei sacrifici economici colossali - sottraendo risorse vitali alla sanità, alla scuola, alle pensioni - per finanziare una guerra che il principale alleato occidentale sta già preparandosi a chiudere con un compromesso territoriale. Gli Stati membri dovrebbero indebitarsi, i cittadini dovrebbero rinunciare ai servizi essenziali, mentre oltreoceano si discute già di come spartire l'Ucraina. L'imbarazzo nelle cancellerie europee è palpabile: come si può chiedere ai cittadini di finanziare massicciamente una guerra quando tutti sanno che si sta già negoziando la pace attraverso concessioni territoriali? La verità è che l'Europa viene usata come bancomat da svuotare fino all'ultimo momento, mentre le decisioni vere si prendono altrove. E nel frattempo, mentre Bruxelles discute di dove trovare 135 miliardi per Kiev, 6 milioni di italiani non hanno i soldi per curarsi.
Il sottoinvestimento nella sanità pubblica ha conseguenze concrete e misurabili. Nel 2024 quasi il 24% della popolazione si è rivolto a strutture private per ottenere in tempi ragionevoli esami e visite, in aumento dal 19,9% del 2023 (Il Sole 24 ORE). Ma non tutti possono permetterselo. Il risultato è che la prevenzione salta, le diagnosi arrivano tardi, le malattie si aggravano, creando così maggiore pressione su pronto soccorso e reparti ospedalieri. La situazione diventa particolarmente grave se si considera che l'Italia spende in media 179 miliardi di euro per la sanità, ma l'incidenza sul PIL (8,41%) è ben inferiore alla media UE del 10%. E mentre Eurostat certifica questo gap drammatico, il governo italiano continua a vantarsi di aumenti nominali che, rispetto alla crescita del PIL e all'inflazione, si traducono in realtà in tagli strutturali.
L'Italia ha bisogno urgente di finanziamenti per la sanità pubblica, per la scuola, per le pensioni. I cittadini europei hanno diritto a servizi pubblici efficienti, non a essere spremuti fiscalmente per finanziare guerre che non li riguardano direttamente. La domanda che va posta con forza a Von der Leyen e alle istituzioni europee è semplice: quanti altri miliardi verranno chiesti agli Stati membri prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta? Anche perché in questo modo, così come abbiamo visto, l’Europa rischia seriamente di dissanguarsi mentre la partita russo-ucraina la chiude Trump (Putin ha dato immediatamente disponibilità a parlarne).
Credo che se 135 miliardi possono essere trovati per l'Ucraina in pochi mesi, gli stessi fondi potrebbero salvare e rilanciare i sistemi sanitari di tutti i Paesi membri, garantendo davvero quel diritto alla salute che le costituzioni europee proclamano ma che la politica di Bruxelles sta quotidianamente calpestando.
Di Eugenio Cardi
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