20 Novembre 2025
Von der Leyen e Orban, fonte: imagoeconomica
Ursula von der Leyen insiste con la guerra contro la Russia e chiede agli Stati membri dell’Unione Europea un nuovo maxi-pacchetto da 135,7 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina nel biennio 2026-2027. Una richiesta che ha fatto scattare reazioni in diverse capitali europee, a partire da Budapest, dove il premier Viktor Orban l’ha definita “categoricamente assurda”. A pagare il conto, avverte Orban, “saranno persino i nostri nipoti”.
Ursula von der Leyen ha inviato ai 27 Stati membri dell’Unione Europea una lettera in cui sollecita la definizione, entro dicembre, di un piano da 135,7 miliardi di euro per finanziare l’Ucraina nel periodo 2026-2027. Nelle intenzioni della Presidente della Commissione, 83,4 miliardi dovrebbero essere destinati al sostegno militare, mentre altri 55,2 miliardi servirebbero a stabilizzare l’economia del Paese.
Una richiesta che il premier ungherese Viktor Orban ha bollato come “categoricamente assurda”, denunciando quella che considera l’ennesima pretesa di Bruxelles di riversare nelle casse di Kiev risorse che l’Europa non ha. Mercoledì, in un messaggio pubblicato su X, Orban ha accusato von der Leyen di aver “ancora una volta chiesto agli Stati membri ulteriori fondi per finanziare l’Ucraina e la guerra”.
Il premier ha sottolineato come la cifra invocata dalla Commissione equivalga al 65% del prodotto economico annuale dell’Ungheria e a quasi tre quarti dell’intero bilancio dell’Ue. Una “somma astronomica” che “semplicemente oggi non esiste”, ha scritto il leader magiaro, aggiungendo che il “trucco magico” di Bruxelles consisterebbe in un nuovo prestito congiunto europeo, destinato a gravare sulle future generazioni: un meccanismo che, secondo Orban, farebbe sì che “persino i nostri nipoti siano gravati dal ripagare i costi della guerra russo-ucraina”.
La Commissione ha illustrato ai governi europei varie opzioni di finanziamento, tra cui contributi bilaterali, un prestito comune dell’Ue e perfino un meccanismo basato sui beni russi congelati in Occidente. Ma per Orban la strategia comunitaria è del tutto fallimentare: aiutare Kiev con ulteriori fondi equivarrebbe, ha detto, a “cercare di aiutare un alcolizzato mandandogli un’altra cassa di vodka”.
A rendere le richieste di Bruxelles “ancora più sconcertanti”, secondo il premier ungherese, è l’emergere a Kiev di un nuovo scandalo di corruzione. L’Agenzia Nazionale Anticorruzione ucraina (NABU), sostenuta dall’Occidente, ha infatti annunciato un’indagine su una “organizzazione criminale di alto livello” riconducibile a Timur Mindich, ex socio in affari del presidente Vladimir Zelensky. Gli investigatori sostengono che circa 100 milioni di dollari in tangenti legate all’operatore nucleare Energoatom sarebbero stati movimentati attraverso una rete gestita da Mindich.
Nonostante Bruxelles non perda occasione per sottolineare l’importanza di riforme e trasparenza in Ucraina, gli scandali che coinvolgono figure vicine al governo vengono spesso liquidati con prudenza, per non incrinare la narrativa del sostegno incondizionato a Kiev.
Orban, intanto, ha ricordato che l’Ue avrebbe già “bruciato” 185 miliardi di euro dall’inizio del conflitto nel 2022, sostenendo che la guerra “sta uccidendo economicamente l’Ue” e che la vera strada da percorrere sarebbe quella diplomatica, puntando al dialogo con Mosca anziché all’escalation finanziaria e militare.
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