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Ue insiste con guerra a Russia e propone "Schengen militare" per ridurre tempi schieramento esercito a Est a 3-5 giorni: "altri €17mld in infrastrutture"

Una nuova, assurda quanto surreale, proposta europea per velocizzare la mobilità militare verso i Paesi orientali vicini alla Russia. Come? Facendo circolare i trasporti militari anche nei fine settimana, attivando nuovi sistemi di emergenza e sospendendo restrizioni ambientali. Ma tutto questo non tiene conto né della burocrazia imperante, né di oggettive problematiche infrastrutturali

19 Novembre 2025

Ue insiste con guerra a Russia e propone "Schengen militare" per ridurre tempi schieramento esercito a Est a 3-5 giorni: "altri €17mld in infrastrutture"

Ursula von der Leyen (fonte: Lapresse)

Coordinare gli sforzi e bypassare la burocrazia per far sì che truppe e mezzi militari siano agevolati nel rapido spostamento all'interno dei confini europei. È questa l'ultima surreale richiesta a cui l'Unione Europea starebbe lavorando per rendere più efficienti e veloci gli schieramenti bellici ad Est.

Ue insiste con guerra a Russia e propone "Schengen militare" per ridurre tempi schieramento esercito a Est a 3-5 giorni: "altri €17mld in infrastrutture"

Dopo la trovata di istituire una sorta di "intelligence di agenti 007" per l'Europa, coordinata dalla Von der Leyen in persona, al fine di compattare i lavori di singole agenzie di spionaggio e rafforzare la "sicurezza" degli Stati membri, l'Ue batte duro per la guerra. Sì perché non basta l'acquisto di armi e munizioni, un investimento senza precedenti nella spesa per la "Difesa", o la costruzione di grandi eserciti ricorrendo ora a nuove strategie di reclutamento - come insegnano Germania e Polonia. Per l'Europa, che è in guerra contro il nemico inesistente russo, l'efficienza passa anche dai metodi di spostamento, come suggerisce il progetto di una nuova "Schengen militare" finalizzato a ridurre i tempi di percorrenza e schieramento ad Est dagli attuali 45 giorni a "tre giorni" massimo.

La nuova proposta di "mobilità militare", che dovrebbe essere pubblicata oggi 19 novembre, prevede che affinché truppe e trasporti militari possano muoversi più velocemente (rispetto ai 45 giorni stimati di percorrenza dai porti occidentali ai Paesi confinanti con la Russia), l'Ue approvi specifiche "esenzioni" da vincoli civili. Come, ad esempio, i divieti di circolazione nei fine settimana o le limitazioni di cabotaggio, regole relative cioè al trasporto di merci o persone all'interno dello stesso paese, operato da un vettore estero. Oltre a ciò, altre tre misure: anzitutto l'attivazione del cosiddetto EMERS (European Military Mobility Enhanced Response System) che darebbe, in caso di "emergenza", priorità ai veicoli militari su strade, ferrovie e aeroporti. Poi "deroghe automatiche per i tempi di mobilità per autisti civili, nonché la sospensione di restrizioni ambientali. E, infine, la creazione di una "Riserva di trasporto strategico" con cui operatori civili metteranno a disposizione capacità di trasporto aereo e marittimo.

Ogni operazione cioè deve funzionare "come un orologio svizzero" - su stessa ammissione del generale tedesco Alexander Sollfrank -, affinché a Mosca arrivi un chiaro messaggio: "Sappiamo cosa state facendo e siamo pronti. Guardate, siamo qui". Per attuare però un piano del genere servono infrastrutture adeguate, e per questo la Commissione, pur di raggiungere il suo fine bellicoso, non si risparmia: proposti nuovi fondi comunitari nel prossimo bilancio (2028-2034) pari a oltre 17 miliardi di euro. Sono numeri enormi che però lasciano ben vedere fino a che punto stia spingendo l'Ue cavalcando l'onda della guerra russo-ucraina. "La mobilità militare è una componente essenziale della sicurezza e della difesa efficaci, e le infrastrutture adeguate aiutano gli alleati a garantire che possiamo portare le forze giuste nel posto giusto al momento giusto" ha "rassicurato" un funzionario Nato.

Un maxi progetto che ha del surreale perché, costi a parte, non tiene in considerazione oggettive difficoltà: infrastrutture non uniformi e obsoleteponti e strade inadeguati, "scartamenti ferroviari", montagne di carte burocratiche dentro ciascun Paese, che certo non possono risolversi un semplice schiocco di dita.

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