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Usa, Trump valuta attacchi militari contro Venezuela e Messico per fermare traffico di droga, Maduro: “Se ci attacca sarà la sua fine”

Trump non ha nascosto di considerare un’azione militare oltre confine pur di fermare i cartelli: “Per me va bene”, ha detto quando gli è stato chiesto se fosse stato disposto a lanciare attacchi contro il Messico. Il presidente ha poi aggiunto: “Non sono affatto contento del Messico”

18 Novembre 2025

Usa, Trump valuta attacchi militari contro Venezuela e Messico per fermare traffico di droga, Maduro: “Se ci attacca sarà la sua fine”

Trump, Maduro, fonte: Wikipedia

Donald Trump, secondo fonti della Casa Bianca, starebbe valutando nuove opzioni militari per fronteggiare la crisi venezuelana e il traffico di droga al confine con il Messico. Il presidente statunitense non avrebbe ancora preso una decisione definitiva, ma non esclude alcuna possibilità. Parallelamente, Nicolás Maduro avverte che una mossa militare americana segnerebbela fine politicadi Trump.

Usa, Trump valuta attacchi militari contro Venezuela e Messico per fermare traffico di droga, Maduro: “Se ci attacca sarà la sua fine”

Gli Stati Uniti osservano con crescente attenzione gli sviluppi in Venezuela e al confine messicano, mentre il presidente Donald Trump continua a valutare possibili risposte militari. Come riferito da un funzionario della Casa Bianca alla Cnn, il presidente non avrebbe ancora preso una decisione definitiva circa una possibile “azione militare diretta” nel territorio venezuelano. Secondo la stessa fonte, Trump riterrebbe che la sola pressione militare crescente potrebbe spingere il leader di Caracas, Nicolás Maduro, afarsi da partesenza ricorrere a un attacco.

La scorsa settimana Trump è stato aggiornato dalla leadership militare statunitense per tre giorni consecutivi sulle diverse opzioni disponibili. Sul fronte diplomatico, il presidente ha lasciato intendere di non voler chiudere la porta al dialogo: “Probabilmente parlerò con Nicolas Maduro”, ha dichiarato, pur ribadendo di non escludere alcuna possibilità, inclusa quella militare.

In un discorso dai toni trionfalistici, il presidente americano ha rivendicato il rinnovato peso degli Stati Uniti sullo scenario globale. “Il mondo rideva di noi, ma ora non più. Adesso ci rispettano, mentre prima ci sfruttavano”, ha affermato, aggiungendo che “Il fatto che io abbia vinto le elezioni è una fortuna per voi”. Trump ha poi sostenuto che l’economia Usa stia beneficiando dell’ingente gettito derivante dai dazi imposti sui prodotti stranieri: “Nessuno è riuscito a fare ciò che abbiamo fatto noi sui prezzi. Stanno scendendo e l'inflazione record che abbiamo ereditato al nostro arrivo ora è a livelli normali”.

Toni duri anche nei confronti del Messico, con cui la nuova amministrazione è tornata ai ferri corti proprio sul tema del narcotraffico. Rispondendo ai giornalisti nello Studio Ovale, Trump non ha nascosto di considerare un’azione militare oltre confine pur di fermare i cartelli: “Per me va bene”, ha detto quando gli è stato chiesto se fosse stato disposto a lanciare attacchi contro il Messico. Il presidente ha poi aggiunto: “Non sono affatto contento del Messico”.

Intanto da Caracas arriva una replica severa. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro, citato dall’agenzia Efe, ha avvertito che un eventuale intervento armato statunitense segnerebbela fine politicadi Trump.

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