01 Ottobre 2025
Dopo Medici Senza Frontiere, anche la Croce Rossa Internazionale ha deciso di sospendere temporaneamente le sue attività a Gaza City, ritenendo "troppo pericoloso" un proseguo delle sue operazioni. I portavoce hanno infatti sottolineato che i bombardamenti da parte dell'Idf continuano giorno e notte e che a "pochi metri" dalle loro postazioni ci sono i tank israeliani.
La Croce Rossa Internazionale ha annunciato la sospensione temporanea delle proprie attività a Gaza City, dopo settimane di bombardamenti incessanti e l’intensificarsi delle operazioni militari israeliane. Una decisione dolorosa ma inevitabile, motivata dall’impossibilità di garantire la sicurezza degli operatori e la continuità delle missioni umanitarie in una città ormai trasformata in una trappola mortale per i civili.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha definito questi giorni “l’ultima possibilità per i residenti di lasciare Gaza City”, annunciando il completamento del corridoio di Netzarim che taglia la Striscia da est a ovest, dividendo il nord dal sud. In questo modo, l’accerchiamento attorno a Gaza City si stringe ulteriormente, riducendo le vie di fuga e costringendo la popolazione a passare sotto il controllo militare israeliano.
Per la Croce Rossa, presente a Gaza City da decenni, la scelta di spostare il proprio personale a sud non significa abbandono, ma un atto di sopravvivenza. “La mobilità e la capacità di raggiungere in sicurezza la popolazione civile sono state gravemente limitate”, si legge nella nota ufficiale. L’organizzazione ha ribadito l’impegno a tornare non appena le condizioni lo permetteranno, mantenendo operative le sedi di Deir al-Balah e Rafah.
Intanto, la chiusura della strada costiera Rashid verso nord a partire dal 1° ottobre rappresenta un ulteriore colpo alla libertà di movimento dei palestinesi. Solo l’evacuazione verso sud resta possibile, mentre l’ingresso e il ritorno in città vengono di fatto proibiti. Secondo le stime israeliane, oltre 800 mila persone hanno già abbandonato Gaza City, ma decine di migliaia restano intrappolate sotto i bombardamenti, senza acqua, cibo e assistenza medica.
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