16 Novembre 2025
Demolire un ex quartier generale, per i cittadini simbolo delle vittime della guerra del Kosovo, per fare spazio ad un nuovo edificio di lusso affittato ad una società di investimento riconducibile a Jared Kushner, genero di Trump. È questo il motivo per cui a Belgrado migliaia di dimostranti serbi sono scesi in piazza per protestare contro una legge approvata dal governo populista di Aleksandar Vučić che consentirebbe questa trasformazione urbana (e simbolica) in città.
Martedì 11 novembre migliaia di cittadini serbi sono scesi per le strade e le piazze della capitale Belgrado per opporsi ad una legge, approvata venerdì 7, che dà il via libera all'abbattimento di un ex quartier generale: una struttura storica che porta in sé i segni della resistenza ai bombardamenti NATO del 1999, quando ancora era in corso il conflitto in Kosovo. Una struttura, vista dai cittadini serbi, come omaggio a coloro che morirono, nonché un simbolo dell'architettura modernista di epoca jugoslavia. Eppure la nuova legislazione consentirebbe procedure amministrative più celeri per trasformare un edificio di importanza socio-culturale in un albergo di lusso riconducibile proprio al genero del Presidente Usa Jared Kushner, per un giro d'affari di circa 500 milioni di dollari.
A quanto emerge, dietro al nuovo complesso alberghiero (che sorgerebbe insieme ad appartamenti, negozi e uffici) vi sarebbe la Affinity Global Development, ovvero la società della figlia di Trump, Ivanka, e di suo marito Kushner che avrebbero ottenuto l'area con un contratto di locazione di 99 anni. Vučić ha giustificato il progetto immobiliare buttandola in politica: non solo l'iniziativa rilancerebbe l'economia, ma appagherebbe l'amministrazione trumpiana con cui la Serbia ha un 35% di dazi vincolanti sulle importazioni. Le proteste sono emerse anche dalle sponde della politica, da cui l'opposizione ha rivendicato l'incostituzionalità della legislazione, approvata per "compiacere Trump". La mossa preparatoria per permettere la cessione dell'immobile è stata spogliare l'ex quartier generale del suo status di patrimonio culturale protetto, tuttavia indagini successive hanno fatto emergere come i documenti utilizzati per rimuovere tale statuto fossero stati falsificati. Per molti manifestanti questa mossa, oltre che essere un'alzata di spalle nei confronti dei cittadini e del patrimonio storico serbo, non farà che aumentare i prezzi nella capitale perché "attirerà ulteriormente i turisti".
I movimenti di piazza a Belgrado sono la fotografia di un malessere sociale diffuso nei confronti dell'establishment di Vučić, da tempo accusato di corruzione dilagante in progetti statali. L'ultimo, grave episodio era avvenuto nel novembre 2024 col cedimento di una tettoia in cemento in una stazione ferroviaria della città di Novi Sad: in quell'occasione erano morte 16 persone.
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