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Attentato a Charlie Kirk, chi era l’attivista MAGA: contro propaganda su vaccino Covid e cambiamento climatico, moglie ex miss Arizona

Durante la cosiddetta “pandemia”, Kirk aveva promosso apertamente posizioni contro la propaganda sul vaccino Covid, criticando le restrizioni, le misure sanitarie e la campagna vaccinale, schierandosi così tra i volti più radicali del fronte conservatore. Era anche contro all'ideologia Woke e alla comunità Lgbtqa+

11 Settembre 2025

Attentato a Charlie Kirk, chi era l’attivista MAGA: da posizioni anti-Covid e vaccino a negazionismo su cambiamento climatico, moglie ex miss Arizona

Charlie Kirk, 31 anni, è stato ucciso in un attentato durante un comizio alla Utah Valley University. Figura di spicco della destra americana e vicino al presidente Donald Trump, era noto per le sue posizioni contro la propaganda sul vaccino Covid e il cambiamento climatico. Infatti, era sempre alla ricerca della verità su questi temi. Sposato con l’ex miss Arizona Erika, padre di 2 bambini, aveva costruito un vero impero politico e mediatico partendo dalla sua creatura, Turning Point USA. La sua ascesa lo aveva reso uno degli influencer più seguiti e discussi del mondo conservatore.

Attentato a Charlie Kirk, chi era l’attivista MAGA: da posizioni anti-Covid e vaccino a negazionismo su cambiamento climatico, moglie ex miss Arizona

L’attivista conservatore aveva cofondato Turning Point nel 2012 a soli 18 anni, trasformandola – secondo il New York Times – in una “ben finanziata operazione mediatica, sostenuta da mega donatori conservatori come l'uomo d'affari del Wyoming Foster Friess”. Alla guida dell’organizzazione aveva saputo catalizzare l’attenzione di oltre 250mila studenti tra licei e università, raccogliendo nel 2023 la cifra record di 92 milioni di dollari, poi convogliati in stati strategici come l’Arizona per favorire la rielezione di Trump.

Secondo fonti americane, Kirk possedeva una casa di pregio in Arizona: una villa in stile spagnolo (“Spanish-style estate”) valutata intorno a 4,75 milioni di dollari. Aveva anche un condominio in Florida, dal valore alto. Inoltre, il patrimonio netto (“net worth”) stimato di Kirk era di circa 12 milioni di dollari al momento della morte.

Kirk si era distinto per la sua costante battaglia contro l’establishment liberal e i temi più divisivi dell’America contemporanea. Durante la cosiddetta “pandemia” aveva promosso apertamente posizioni contro la propaganda sul Covid sul vaccino, criticando le restrizioni, le misure sanitarie e la campagna vaccinale, schierandosi così tra i volti più radicali del fronte conservatore. Un atteggiamento che gli aveva attirato aspre critiche, ma anche rafforzato la sua popolarità presso la base MAGA.

L'ideologia woke e il "marxismo culturale" erano la sintesi di tutto quello che vedeva di sbagliato nella contemporaneità. Una battaglia che portava sul campo, cioè i college, sotto forma di dibattiti dal titolo "Prove me wrong", cioè "dimostrami che sbaglio", come quello a cui stava partecipando prima di essere ucciso. Gli argomenti spesso puntavano sui temi sociali come l'immigrazione, l'aborto, le tematiche Lgbtqa+, l'ideologia trangender e gender fluid. E anche la difesa del secondo emendamento, quello in difesa della detenzione di armi da parte dei cittadini comuni. "Riconosco e ammetto pienamente che quando si possiede un'arma da fuoco, si verificano morti causate dalle armi", aveva detto anni fa durante un evento. "La libertà ha un costo. Se si difendono i diritti del secondo emendamento e si sostiene che si riuscirà a ridurre a zero le morti causate dalle armi, si tratta di una falsità", dichiarava.

Il suo peso politico cresceva di anno in anno: con oltre 7,5 milioni di follower su Instagram e 7 milioni su TikTok, Kirk era diventato un punto di riferimento per la cosiddetta generazione MAGA. I suoi podcast e libri – tra cui La Dottrina MAGA – gli avevano fruttato ricchezza e popolarità, tanto che molti osservatori lo consideravano un possibile candidato presidenziale in futuro.

Il legame con la famiglia Trump era solido. Don Junior lo aveva definito “una delle vere rock star del nostro movimento” durante un gala organizzato da Turning Point per l’insediamento del padre, un evento esclusivo con 1500 ospiti e biglietti dai 5000 ai 15000 dollari. Il vicepresidente JD. Vance lo aveva coinvolto perfino in viaggi internazionali, come quello in Groenlandia, mentre lo stesso Kirk era stato vicino a Trump nella fase di transizione del 2016, al punto da trasferirsi in Florida per due mesi con la moglie Erika, ex miss Arizona, e i figli piccoli per dare consigli sulla scelta dei ministri.

Pur fedele alla linea trumpiana, non aveva esitato negli ultimi tempi a criticare alcune posizioni dei falchi repubblicani, come la spinta a un intervento militare in Iran o la gestione del caso Epstein. Divergenze rientrate in fretta, con un riallineamento alle scelte del presidente.

Kirk ha fatto un episodio del suo show col titolo “RFK Jr. is Making Massive MAHA Moves …” dove Kennedy Jr. è ospite, e discutono del Vaccine Injury Compensation Program (VICP).

Los Angeles Times riporta inoltre che Kirk è stato “strumentale nel far crescere le iscrizioni al GOP (Partito Repubblicano)” tra gli studenti universitari. Precisa che la percentuale del voto tra 18-29 anni è salita dal 37% (quando Romney era candidato) al 46% per Trump nel 2024.

Le posizioni politiche di Charlie Kirk

Nel corso della sua intensa attività politica, Kirk si è espresso sui principali temi politici e sociali, spesso con frasi e posizioni forti, non sempre in linea con il pensiero "mainstream". Di seguito ne riportiamo alcune: 
-Kirk ha negato l’esistenza del “privilegio bianco” definendolo una “menzogna razzista”;
-Kirk ha criticato la Civil Rights Act (Legge sui Diritti Civili del 1964) affermando che la sua approvazione sia stata un “enorme errore”, sostenendo anche che abbia creato una burocrazia permanente in stile DEI (Diversità, Equità, Inclusione);
ù-Ha chiamato Martin Luther King Jr. “awful … not a good person” (cioè “terribile … non una persona buona”), sostenendo che l’immagine pubblica di King sia esagerata — che molti ammirano King solo per una sua frase che in realtà non avrebbe realmente creduto;
-Ha detto che programmi DEI (diversità, equità, inclusione) siano “anti-White” (cioè contro i bianchi) e ha espresso dubbi: per esempio, in un commento su un pilota afroamericano ha detto: “Se vedo un pilota nero, starò lì a pensare: ‘Spero che sia qualificato’";
-Kirk ha sostenuto che la teoria della “Grande Sostituzione” (Great Replacement), teoria complottista secondo cui le popolazioni immigrate sostituirebbero quelle autoctone bianche, non sia una teoria ma una realtà;
-Sul 7 ottobre l'attivista MAGA si era espresso in maniera scettica sulla credibilità dell'attentato da parte di Hamas, in quanto secondo lui sarebbe stato "difficile" che Israele non sapesse ciò che stava accadendo;
-Verso i musulmani: in un post su X, dopo la vittoria di Zohran Mamdani (socialista musulmano) alle primarie di New York, Kirk ha scritto che “24 anni fa un gruppo di musulmani ha ucciso 2.753 persone l’11 settembre. Ora un socialista musulmano è sulla buona strada per governare New York City”;
-Ha affermato che il “transgenderismo” e la “fluidità di genere” sono bugie che feriscono le persone e che abusano dei bambini.

Charlie Kirk e le posizioni su Israele

Charlie Kirk per anni era stato un sostenitore di Israele, ma il suo atteggiamento è cambiato con l’escalation della guerra e del genocidio a Gaza. Kirk ha iniziato a criticare Netanyahu, proprio mentre l’opinione pubblica americana mostrava un calo di sostegno verso Israele. Al suo recente evento di Turning Point USA, ha dato voce a Dave Smith, noto critico dello Stato ebraico, per denunciare il controllo del Likud sulla politica statunitense: una scelta che ha scatenato dure reazioni da parte dei sionisti, negli Stati Uniti e in Israele.

Ospite da Megyn Kelly, Kirk si è detto “sconvolto” dall’essere stato bollato come antisemita solo per aver messo in discussione la guerra. Non ha poi esitato a evocare i presunti legami del Mossad con Jeffrey Epstein, chiedendo che il Dipartimento di Giustizia rendesse pubblici i file sul caso. Harrison H. Smith di Infowars ha persino sostenuto, il 13 agosto, che Kirk temeva un possibile attentato israeliano se avesse continuato a sfidare apertamente lo Stato ebraico, ribadendo l’affermazione anche in un videomessaggio dopo la sparatoria. In un gesto giudicato surreale da molti, Netanyahu si è poi affrettato a commemorarlo, definendolo un “amico dal cuore di leone di Israele”.

Anche l’establishment ebraico liberale non gli ha mai risparmiato attacchi. Media Matters, finanziata da George Soros, lo aveva da tempo accusato di antisemitismo per aver citato donatori ebrei dietro la diffusione del cosiddetto “marxismo culturale” negli Stati Uniti. Kirk aveva denunciato il predominio della lobby ebraica su università, Hollywood e organizzazioni non profit, accusandola di promuovere un’agenda woke. Non meno dure le sue accuse verso l’élite ebraica che, secondo lui, avrebbe finanziato BLM e sostenuto l’Anti-Defamation League, fondata dal B’nai B’rith, in una stretta collaborazione con il movimento. Nei suoi ultimi tweet aveva rincarato la dose, denunciando il “finanziamento dell’odio verso i bianchi” e accusando i media di silenzio sull’omicidio di una donna bianca, interpretandolo come ennesima prova della manipolazione razziale delle élite. Persino il New York Times, lo ha definito inizialmente un “provocatore di destra” nel necrologio, per poi correggere in fretta il titolo.

È proprio questo cambio di rotta — dal sostegno a Israele alle accuse contro Netanyahu e le lobby ebraiche — che secondo molti osservatori lo avrebbe reso un bersaglio. In rete circolano con insistenza rumors secondo cui dietro la sua morte ci sarebbe la mano del Mossad o dell’Idf. Alcuni utenti sottolineano come lo "sparo alla gola ricordi modalità operative attribuite ai servizi israeliani", alimentando l’idea di un omicidio mirato.

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