01 Settembre 2025
Iran attacca Israele con missili ipersonici russi, Khamenei risponde a minacce Trump e Netanyahu: “Battaglia ha inizio, trionferemo su regime sionista” Fonte: X @TheReal_RX
Nuove scoperte nell'ambito della Guerra dei 12 giorni di giugno fra Israele e Iran. È emerso, infatti, che i raid di Tel Aviv sono andati a segno in maniera così precisa grazie a strumenti di intelligence avanzata del Mossad, che hanno permesso di colpire gli edifici in cui si trovavano i maggiori comandanti e scienziati iraniani. L'elemento cruciale per gli attacchi millimetrici? Il segnale dei cellulari dei bodyguard.
Durante la guerra dei 12 giorni scoppiata a giugno 2025 tra Israele e Iran, Tel Aviv ha fatto ricorso a un arsenale di tecnologie di intelligence che ha consentito di colpire con estrema precisione la catena di comando e i centri strategici di Teheran. Secondo un’inchiesta del New York Times, Israele sarebbe riuscito a localizzare e neutralizzare alti ufficiali delle forze armate iraniane e scienziati nucleari sfruttando anche le tracce lasciate dai telefoni cellulari dei membri della sicurezza iraniana.
Uno degli episodi più significativi si è verificato il 16 giugno, quarto giorno del conflitto. Nelle profondità di un bunker scavato 30 metri sotto una montagna a ovest di Teheran, si era riunito il Consiglio supremo di sicurezza nazionale. All’incontro partecipavano il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, i vertici della magistratura, dell’intelligence e diversi comandanti militari di alto rango. Le misure di sicurezza erano massime: nessuno dei presenti aveva con sé un telefono, consapevoli del rischio di intercettazioni israeliane.
Nonostante queste precauzioni, nelle ore successive la capitale iraniana fu bersagliata da raid mirati che colpirono infrastrutture militari e siti nucleari, aggravando le perdite tra i quadri dirigenti del Paese.
Il bilancio umano è stato pesantissimo: almeno 19 comandanti di alto rango e 7 scienziati nucleari sono stati uccisi tra il 12 e il 22 giugno. Tra i più noti figurano il generale Hossein Rahimi, comandante della difesa aerea, colpito il 14 giugno a Isfahan; il generale Ali Reza Shahrabi, stratega delle forze Quds, morto il 18 giugno a Kermanshah; e la scienziata Leila Moradi, direttrice di un laboratorio di ricerca nucleare a Natanz, rimasta vittima di un bombardamento il 20 giugno. Gli attacchi hanno decimato il gruppo di esperti che lavorava al programma nucleare iraniano e privato l’esercito di una parte significativa del suo comando operativo.
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