13 Giugno 2025
L’operazione "Rising Lion" di Israele contro l’Iran sarebbe stata pianificata da lungo tempo, fin dal 2009 come anticipato dal Giornale d'Italia. Secondo diverse fonti, Israele avrebbe dato il via all’attacco colpendo postazioni missilistiche e obiettivi strategici situati all’interno del territorio iraniano, avvalendosi di una base segreta per droni creata dal Mossad a Esfajabad, vicino a Teheran.
L’intelligence israeliana avrebbe sfruttato una rete logistica interna all’Iran, sviluppata nel corso degli anni, attraverso cui sarebbero stati introdotti armi, mezzi e sistemi di comando. L’operazione avrebbe permesso di neutralizzare radar e batterie missilistiche iraniane, garantendo così la riuscita dell'attacco israeliano. Tra i bersagli colpiti vi è anche il noto impianto nucleare di Natanz, cuore del programma nucleare iraniano.
Le informazioni disponibili indicano che il Mossad avrebbe installato una base clandestina per droni kamikaze nell’area di Esfajabad, nelle vicinanze della capitale Teheran, zona dove si trovano piattaforme missilistiche terra-terra ritenute altamente strategiche. I droni, introdotti nel Paese in anticipo rispetto all’attacco, sarebbero stati attivati nel momento dell’operazione per colpire direttamente le batterie missilistiche, disabilitandole. Inoltre i missili nella base segreta di Esfajabad avrebbero dato supporto agli aerei dell'Idf che trasportavano, come anticipato dal GdI, anche bombe "bunker busting", per distruggere le strutture sotterranee.
Parallelamente, unità operative del Mossad avrebbero predisposto sistemi di lancio per munizioni guidate di precisione in aree isolate, collocate nei pressi di postazioni antiaeree (Sam) situate nel cuore dell’Iran. Tali armamenti, mantenuti in modalità di attesa fino al momento designato, sarebbero stati azionati simultaneamente per colpire con elevata precisione obiettivi selezionati.
Un ulteriore fronte dell’operazione avrebbe riguardato la rete di difesa interna iraniana: il Mossad avrebbe introdotto nel Paese "sofisticate tecnologie offensive celate all’interno di veicoli civili dall’aspetto comune". Al momento stabilito, tali dispositivi sarebbero stati attivati per colpire installazioni radar e centri di comando critici, compromettendo l’efficienza del sistema di difesa aerea iraniano e consentendo così all’aviazione israeliana di operare con ampia libertà nei cieli. Gli interventi miravano anche a prevenire ogni possibilità di reazione da parte iraniana, colpendo in anticipo le infrastrutture missilistiche.
In risposta all'attacco israeliano, Teheran ha lanciato oltre 100 droni verso Israele, che però sono stati "tutti intercettati" dall'Idf.
I siti più importanti sono Isfahan, Natanz e Bushehr; solo Natanz sarebbe stato ad ora colpito. Una mappa dei principali siti nucleari iraniani è riportata al seguente link.
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