02 Ottobre 2024
Fonte: CdS, LaPresse
Il piano 'terrorista' di Netanyahu per colpire i siti nucleari iraniani sotterranei, vale a dire quelli di Bushehr, Isfahan, Arak, Fordo e Natanz con bombe anti-bunker o 'bunker buster', sarebbe pronto almeno dal 2009, da quando è tornato al potere e ci resta ancora. Mentre si attende la risposta di Israele dopo il lancio da parte dell'Iran di 200 missili Fatah andato in scena ieri su Tel Aviv e Gerusalemme, gli analisti speculano che Netanyahu stia pianificando un attacco ai centri nucleari della repubblica islamica fin da quando Gideon Sa’ar è entrato nella coalizione di estrema destra. Un piano che Sa’ar non esiterebbe a sostenere. Il primo ministro israeliano sembra convinto di avere "la possibilità unica di rimodellare il Medio Oriente". Lo ha già dichiarato, senza nominare direttamente l’Iran, dopo l'uccisione di Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah. Lo ha ripetuto in seguito riferendosi direttamente a Teheran durante il suo discorso all’assemblea generale delle Nazioni Unite, il 27 settembre scorso: "Possiamo colpire ovunque in Medio Oriente".
Alcune mosse dello Stato ebraico di questi giorni potrebbero far presagire che il piano è già pronto: ieri mattina l’aviazione Idf ha bombardato le difese anti-missile in Siria, un modo per facilitare il viaggio dei caccia-bombardieri verso l'Iran. Allo stesso tempo restano le difficoltà che in questi anni hanno spinto Netanyahu a rinviare l’ordine: i siti atomici sono stati scavati in profondità, per distruggerli sono necessarie le bombe bunker buster BLU-109 di fabbricazione Usa ed è probabile che senza il supporto attivo del Pentagono il raid non avrebbe successo. Sono più di 1.500 chilometri in volo e i piloti si sono già addestrati ai rifornimenti in cielo: il bombardamento del porto di Hodeida controllato dagli Houthi nello Yemen, a 300 chilometri in più di distanza, potrebbe essere considerata una prova generale, una dimostrazione che la distanza potrebbe non contare. la questione più discussa tra Benjamin Netanyahu e i generali riguarderebbe i tempi dell’attacco: quale sarebbe il momento migliore per colpire dal cielo Teheran. Mentre Herzi Halevi, il capo di Stato Maggiore, allontana la risposta immediata: "Saremo noi a decidere quando farla pagare al regime e dimostreremo le nostre capacità di sorprendere", il primo ministro dello Stato ebraico potrebbe avere più fretta di regolare i conti. Che ci saranno conseguenze per l’attacco di ieri sera lo ha ribadito Daniel Hagari, il portavoce delle Forze Armate: "È inevitabile". Anche lui però parla di "tempi da scegliere".
Il piano di Netanyahu potrebbe portare a conseguenze catastrofiche e destabilizzanti per tutta l’area: mentre la valutazione attuale è che l'Iran non possieda armi nucleari, la Repubblica islamica mantiene un programma molto avanzato che le consente di sviluppare una capacità di armi nucleari in modo relativamente rapido, se decidesse di farlo. Si presume che l'Iran potrebbe arrivare a costruire un arsenale di 5 testate di tipo implosivo. È l'obiettivo che Teheran si era prefissato quando iniziò a lavorare sulle armi nucleari decenni fa. Con le sue migliaia di centrifughe a gas, alcune in funzione e altre in deposito, l'Iran può arricchire l'uranio a un grado adatto per il combustibile del reattore nucleare o a un grado superiore adatto per le armi nucleari. Il 5 gennaio 2020, l'Iran ha annunciato che non avrebbe più osservato alcun limite (come quello stabilito dall'accordo nucleare del 2015) sull'uso delle sue centrifughe o sul possesso di uranio da esse arricchito. Da allora, il Paese ha ampliato la sua riserva di uranio arricchito, aumentato il livello di arricchimento di tale riserva e messo in funzione centrifughe più avanzate. Oltretutto, il complesso nucleare iraniano è troppo disperso, le strutture chiave troppo rafforzate e le competenze nucleari troppo consolidate per essere eliminate tramite attacchi militari limitati: le strutture di arricchimento dell'uranio dell'Iran a Natanz e Fordow, dove l'Iran produce il materiale fissile necessario per produrre armi nucleari, sono completamente (nel caso della struttura di arricchimento a Fordow) o parzialmente (a Natanz) sotterranee e sono pesantemente difese. Gli altri siti sarebbero a Arak, Isfhan e Busherhr.
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