Ucraina, domani alle 21 incontro Trump-Zelensky a Mar-a-Lago su piano di pace in 20 punti, tycoon: “Non si fa nulla se non approvo io”

Nel programma ufficiale della Casa Bianca è confermato l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, domani alle 21 ora italiana a Mar-a-Lago, in Florida. Sul tavolo il piano di pace in 20 punti per l’Ucraina, che il presidente Usa intende valutare personalmente. “Penso che andrà bene” con Zelensky, ha detto Trump, aggiungendo che “non si fa nulla se non approvo io”.

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Mentre la Russia rimane ferma sulle sue posizioni in tema Donbass, fonti russe informano che sarebbe in fase di discussione la gestione russo-statunitense della centrale nucleare di Zaporizhzhia con estromissione dell'Ucraina. Lì infatti Washington sarebbe interessata a stabilirvi affari minerari

Ucraina, domani alle 21 incontro Trump-Zelensky a Mar-a-Lago su piano di pace in 20 punti, tycoon: “Non si fa nulla se non approvo io”

Nel programma ufficiale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, pubblicato online dalla Casa Bianca, si conferma l’incontro tra il tycoon e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella residenza di Mar-a-Lago, in Florida, alle 3 del pomeriggio americane di domani, le 21 in Italia. Un appuntamento atteso, che si inserisce nel quadro dei tentativi diplomatici per arrivare a una soluzione del conflitto in Ucraina, con un piano di pace articolato in 20 punti sul tavolo del confronto.

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Il portavoce del Cremlino Peskov ha sollevato "dubbi" sulla capacità di Zelensky di portare a termine negoziati di pace dopo l'anatema lanciata contro il Presidente Putin. Intanto, von der Leyen auspica una "pace giusta e duratura", ma dal Cremlino Zakharova torna ad avvertire: "Ue cerca di boicottare i risultati diplomatici"

Trump si mostra ottimista sull’esito del faccia a faccia: "Penso che andrà bene" con Volodymyr Zelensky, "penso che andrà bene anche con Putin". Lo ha dichiarato a Politico, aggiungendo di aspettarsi di parlare con il presidente russo "presto". Allo stesso tempo, però, il presidente statunitense ha gelato le aspettative di Kiev, chiarendo i rapporti di forza: "non ha nulla di concreto finché non lo approvo io", ha detto riferendosi alla proposta ucraina.

Trump ritiene che ci siano buone possibilità di risolvere il conflitto: "Beh, penso che abbiamo buone possibilità di riuscirci", ha affermato. Rivendicando la propria esperienza, ha aggiunto: "Ho risolto otto guerre, e questa è la più difficile di tutte. Ma credo che ce la faremo". Secondo il quotidiano, il leader statunitense sarebbe ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo di pace già durante il prossimo incontro con Zelensky.

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Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito nelle ultime settimane le sue condizioni: la cessione da parte di Kiev dei circa 5.000 chilometri quadrati del Donbass ancora sotto controllo ucraino e la rinuncia formale all’ingresso nella Nato

A giudizio di Trump, entrambe le parti in causa avrebbero interesse a porre fine alla guerra: "Penso che [il governo di Kiev ndr] vogliano farlo ora, e penso che anche la Russia voglia farlo. Ma ogni volta che uno vuole farlo, l'altro no", ha osservato, sottolineando la fragilità degli equilibri negoziali.

Intanto, da Mosca arrivano segnali che sembrano andare nella stessa direzione. Il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha affermato che una soluzione al conflitto in Ucraina "è vicina, occorre l'ultimo sforzo", accusando però Kiev e l’Europa di "rafforzare gli sforzi per affossare l'accordo". Intervenendo al talk show 60 Minuti sull’emittente Rossija-1, Ryabkov ha dichiarato: "Credo che il 25 dicembre 2025 rimarrà nella nostra memoria come una pietra miliare, il giorno in cui ci siamo avvicinati molto a una soluzione". E ha concluso: "Se riusciremo a fare lo sforzo finale e a raggiungere un accordo questo dipenderà da noi e dalla volontà politica della controparte".

Ucraina, Zelensky apre a ritiro truppe in Donbass per renderlo zona demilitarizzata, poi a Russia: “Liberi porzione di territorio equivalente”

Davanti ai giornalisti, il presidente ucraino pronuncia una frase considerata “d'apertura”, dichiarandosi disponibile a ritirare il proprio esercito dalle porzioni della regione orientale di Donetsk ancora sotto il controllo di Kiev, per trasformarle in una zona demilitarizzata. La proposta, che dovrebbe comunque essere sottoposta a referendum popolare, è però vincolata a una condizione precisa: la Russia dovrebbe liberare una porzione di territorio equivalente