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Ucraina, Zelensky apre a ritiro truppe in Donbass per renderlo zona demilitarizzata, poi a Russia: “Liberi porzione di territorio equivalente”

Davanti ai giornalisti, il presidente ucraino pronuncia una frase considerata “d'apertura”, dichiarandosi disponibile a ritirare il proprio esercito dalle porzioni della regione orientale di Donetsk ancora sotto il controllo di Kiev, per trasformarle in una zona demilitarizzata. La proposta, che dovrebbe comunque essere sottoposta a referendum popolare, è però vincolata a una condizione precisa: la Russia dovrebbe liberare una porzione di territorio equivalente

24 Dicembre 2025

Ucraina, Zelensky apre a ritiro truppe in Donbass per renderlo zona demilitarizzata, poi a Russia: “Liberi porzione di territorio equivalente”

Zelensky e Putin, Fonte: Facebook, @Gianluigi Paragone

Davanti ai giornalisti, Volodymyr Zelensky sceglie parole che segnano una possibile svolta nel conflitto. Il presidente ucraino si dice pronto a ritirare le truppe dalle aree del Donbass ancora sotto il controllo di Kiev per trasformarle in una zona demilitarizzata, nell’ambito di un’ipotesi di accordo con Mosca che dovrebbe comunque passare da un referendum popolare. Un’apertura che, però, viene subito accompagnata da una condizione: la Russia dovrà liberare una porzione di territorio equivalente.

Ucraina, Zelensky apre a ritiro truppe in Donbass per renderlo zona demilitarizzata, poi a Russia: “Liberi porzione di territorio equivalente”

Davanti ai giornalisti, il presidente ucraino pronuncia una frase consideratad'apertura”, dichiarandosi disponibile a ritirare il proprio esercito dalle porzioni della regione orientale di Donetsk ancora sotto il controllo di Kiev, per trasformarle in una zona demilitarizzata.

La proposta, che dovrebbe comunque essere sottoposta a referendum popolare, è però vincolata a una condizione precisa: la Russia dovrebbe liberare una porzione di territorio equivalente. Le 2 aree così sgomberate confluiranno in un’unica zona demilitarizzata, sotto la supervisione di una forza internazionale di stabilizzazione. Per Zelensky, dunque, sì ai compromessi, ma solo nel segno della simmetria: la demilitarizzazione ucraina può avvenire esclusivamente se Mosca farà altrettanto.

Si tratta dell’offerta più avanzata mai formulata dal leader ucraino per provare a sciogliere il nodo delle controversie territoriali, che continuano a far deragliare i colloqui di pace. Un’apertura maturata dopo settimane di negoziati mediati dagli Stati Uniti, ma che si scontra con la posizione del Cremlino, che – almeno per ora – non sembra disposto ad accettare nulla di meno del pieno controllo dell’intera regione del Donetsk.

La proposta rientra in un piano di pace articolato in 20 punti, limato con Washington nelle ultime settimane e illustrato ieri alla stampa. Il documento affronta tutti i dossier più delicati: dalla ridefinizione delle frontiere alle garanzie anti-invasione, fino alla ricostruzione di un Paese devastato dal conflitto. “Il nostro modo migliore per fermare la guerra” giura Zelensky, spiegando che la bozza è già stata recapitata al Cremlino dagli Stati Uniti, con una risposta attesa entro sera.

Il presidente ucraino aggiunge che i vari punti del piano “riflettono in larga parte la posizione congiunta ucraino-americana”. Restano tuttavia irrisolti 2 nodi cruciali: il destino del territorio ucraino a Donetsk e il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente occupata dalle forze russe. “La centrale nucleare di Zaporizhzhia sarebbe gestita congiuntamente da 3 paesi: Ucraina, Stati Uniti e Russia. Per l'Ucraina, questo sembra molto inappropriato e non del tutto realistico”, afferma Zelensky.

Non mancano, però, forti dubbi sull’esito dell’iniziativa. Le probabilità che il Cremlino respinga la bozza ucraino-americana sono elevate. Mosca appare determinata a ottenere l’intera regione del Donetsk, sul campo o al tavolo negoziale, e a mantenere il controllo della centrale di Zaporizhzhia. Non a caso, un alto esponente russo ha già liquidato i colloqui di pace tra Stati Uniti e Ucraina come “abbastanza inconcludenti”.

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