19 Dicembre 2025
Putin, fonte: imagoeconomica
"Kiev non ha mostrato alcuna volontà di fare concessioni territoriali, si rifiuta di porre fine a questo conflitto con mezzi pacifici": così il presidente russo Vladimir Putin intervenendo, durante la consueta conferenza stampa di fine anno, per fare il punto della situazione soprattutto sul fronte della guerra in Ucraina.
Dopo che il Consiglio europeo è riuscito a trovare una quadra sull'utilizzo controverso degli asset russi congelati approvando di fatto un debito comune di 90 miliardi di euro per finanziare Kiev nel prossimo biennio 2026-2027, lo zar è tornato a parlare della scarsa volontà del governo di Zelensky di fare concessioni territoriali, il punto forse più dirimente nell'accordo di pace tra le parti. "L'Ucraina si rifiuta di porre fine a questo conflitto con mezzi pacifici" ha ricordato Putin rispondendo ai microfoni del programma Risultati dell'anno e ribadendo la volontà di Zelensky di proseguire il conflitto "foraggiato" dalle economie europee alleate. "Nessuna concessione territoriale" da parte dell'Ucraina, su cui di fatto il presidente Zelensky ha continuato a battere i pugni anche al termine del vertice di Berlino dello scorso 16 dicembre, quando pur aprendo a "trattative sui territori" specificava di non voler riconoscere il Donbass come territorio russo se non dopo improbabile referendum.
Sul nodo territori Putin è intervenuto proprio oggi, 19 dicembre, puntando il dito sulla responsabilità ucraina dello scoppio di una guerra in regioni territoriali appartenenti "storicamente" a Mosca: "Nel 2022, quando tutto raggiunse il punto di rottura, quando il regime di Kiev scatenò una guerra nel Donbass, la Russia sottolineò che sarebbe stata costretta a riconoscere la Repubblica di Lugansk e la Repubblica di Donetsk". A quel punto, ha continuato lo zar, "le autorità ucraine si sono rifiutate di ritirare le loro truppe, hanno successivamente rifiutato di attuare gli Accordi di Istanbul e ora si rifiutano di risolvere pacificamente questo conflitto".
Nonostante l'approccio guerrafondaio di Zelensky, Putin gli riconosce una certa "volontà di dialogo": "Ci sono segnali che indicano la disponibilità a condurre una sorta di dialogo. Siamo pronti e vogliamo porre fine a questo conflitto, sulla base dei principi da me descritti nel giugno dello scorso anno". Putin si è detto dunque pronto a nuove trattative di negoziazione ripartendo dalle proposte del 2024. Intanto l'esercito russo avanza, nonostante i tentativi di Zelensky di gettare fumo negli occhi sulla tenuta della difesa ucraina: "Le nostre truppe stanno avanzando lungo l'intera linea di contatto, in alcuni punti più velocemente, in altri più lentamente, ma in tutte le direzioni il nemico [ucraino, ndr] si sta ritirando".
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