29 Agosto 2025
Il portavoce dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, ha dichiarato che "l'evacuazione di Gaza City è inevitabile" e ha pubblicato le mappe della prima fase del piano Aurora che prevede la deportazione di 1,2 milioni di palestinesi nel Sud, prima della deportazione totale della popolazione al di fuori della Striscia. Tuttavia, i "19 blocchi" in cui sarà spostata la popolazione, coprirebbero solo 7 chilometri quadrati di terra, uno spazio troppo piccolo rispetto al numero di persone che dovrò ospitare. Sei di questi blocchi si troverebbero, in tutto o in parte, in zone rosse, ossia interdette ai civili. Inoltre molti punti di questi 7 km quadrati sono inadatti ad ospitare tende, sono già affollati da altre persone che sono state costrette a spostarsi per sfuggire ai bombardamenti delle Idf e sono pericolosi. Alcune aree infatti sono caratterizzate da strade o si trovano in luoghi che potrebbero allagarsi in caso di pioggia.
Se la prima fase del piano si realizzasse concretamente, l'intera popolazione di Gaza (2, 2 milioni di palestinesi) sarebbe concentrata nel 19% del territorio della Striscia.
Avichay Adraee ha pubblicato una mappa che mostra 19 zone delineate in blu in cui la popolazione di Gaza City sarà deportata, nelle vicinanze dei campi profughi nella Striscia centrale e nell'area dunale di Muwasi a sud. Un'analisi di due specialisti in cartografia, Adi Ben-Nun dell'Università Ebraica di Gerusalemme e il Prof. Yaakov Garb dell'Università Ben-Gurion del Negev, riportata da Haaretz, mostra che molte di queste aree sono state designate dalle IDF stesse come luoghi in cui i civili sarebbero in pericolo.
Su una mappa del sito web in lingua araba delle IDF, le aree sono contrassegnate in rosso, dunque, secondo le direttive dell'esercito, ai civili è vietato essere presenti o transitare attraverso di essi a causa delle operazioni delle IDF in corso. Garb ha affermato che non si tratta solo di una o due zone dei 19 "blocchi", come vengono chiamati, in cui ciò si verifica. Sei dei blocchi si trovano, in tutto o in parte, in zone rosse, interdette ai civili. Inoltre, generale, le aree designate in cui la popolazione di Gaza City deve trasferirsi sono troppo piccole per soddisfare le esigenze di 1,2 milioni di palestinesi.
Le analisi mostrano che si tratta di un'area di soli 7 chilometri quadrati (2,7 miglia quadrate) e che non tutta questa superficie è disponibile perché una parte non è adatta a piantare tende e in altre parti ci sono già delle tende.
Se fosse davvero deportato l'1,2 di palestinesi, in media ogni persona avrebbe circa 7 metri quadrati di spazio abitabile. Tuttavia, oltre a un posto in cui dormire, le aree dovrebbero ospitare servizi e infrastrutture pubbliche.
Se il piano israeliano si concretizzasse, sottolinea Haaretz, l'intera popolazione della Striscia di Gaza verrebbe ammassata in circa il 19% del suo territorio.
"La popolazione di Gaza sta affrontando un'altra escalation mortale", ha dichiarato mercoledì al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Ramiz Alakbarov, vice coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente. "Per una popolazione che già lotta per sopravvivere, i palestinesi di Gaza stanno vedendo i loro peggiori timori trasformarsi in realtà davanti ai loro occhi - ha aggiunto -. L'espansione delle operazioni militari a Gaza City avrà conseguenze catastrofiche".
Il problema non consiste solo nella possibilità di vivere in uno spazio così piccolo, ma anche nel fatto che molte persone sono impossibilitate a spostarsi, fra le quali i bambini in incubatrice feriti o malnutriti, le persone con malattie oncologiche, i pazienti disabili e molti altri.
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