08 Luglio 2025
La Boston Consulting Group (BCG) ha lavorato segretamente, nell'ultimo anno, al progetto "Aurora", che prevede la deportazione dei cittadini palestinesi al di fuori della Striscia di Gaza. Il piano è stato mutuato da un documento del 2017 dell'Institute for Zionist Strategies, nel quale Tel Aviv avrebbe voluto deportare 2,2 milioni di palestinesi da Gaza all'Egitto e all'Arabia Saudita, come da nostra anticipazione. Nel nuovo progetto si è accennato a solo 500 mila persone, a cui sarebbero offerti 9 mila dollari ciascuno di risarcimento in bitcoin. Per i primi 500 mila palestinesi, la spesa sarebbe di 5 miliardi, per un totale di 20 miliardi di dollari.
La BCG è fra le tre società di consulenza strategica più grandi al mondo. Dall'ottobre 2024 fino a maggio 2025 avrebbe lavorato al progetto "Aurora" con più di dodici suoi consulenti, retribuiti per circa 4 milioni di dollari. Originariamente descritto dalla società come un'iniziativa pro bono per sostenere gli aiuti umanitari a Gaza, il progetto si è ampliato, includendo pianificazione aziendale, logistica di sicurezza e, soprattutto, modellizzazione finanziaria per il periodo post-bellico.
La BCG ha infatti costruito un modello finanziario per la deportazione (in teoria volontaria) di circa 2,2 milioni di palestinesi da Gaza. Il progetto è una ripresa e modernizzazione del piano del 2017 dell'Institute for Zionist Strategies, che prevedeva appunto il "ricollocamento" di più di 2 milioni di palestinesi verso l'Arabia Saudita e l'Egitto.
Secondo il progetto "Aurora", i primi 500 mila palestinesi deportati avrebbero diritto a soli 9 mila dollari di "risarcimento" per lasciare tutto quello che hanno, per un totale di quasi 5 miliardi di dollari. Dei restanti 2,15 milioni non si fa cenno nel nuovo piano, ma sarebbe un intervento ipotetico di 20 miliardi di dollari.
Il modello ipotizzava che circa il 75% dei trasferiti non sarebbe tornato e analizzava gli impatti economici a lungo termine di questi movimenti di popolazione, portando ad accuse secondo cui il progetto si sarebbe spinto pericolosamente vicino a sostenere una pulizia etnica.
La BCG ha affermato che il lavoro sulla deportazione non era realmente autorizzato dalla società e che i partner responsabili non dovevano portare avanti quella linea lavorativa. Inoltre, ha licenziato i due partner senior Matt Schlueter e Ryan Ordway, oltre ad aver chiarito che non è stata pagata per il progetto, da cui prende le distanze. L'azienda ha anche aggiunto che sarebbe stata avviata un'indagine indipendente.
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