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Il problema delle soluzioni finali è che non sono finali: Israele e il piano inclinato verso lo sterminio dei palestinesi, o la loro vendetta

Dove non esiste giustizia, non resta altro che vendetta. La vendetta di quei bambini che – magari deportati nel Sinai – sopravviveranno e ci odieranno

02 Novembre 2023

Il problema delle soluzioni finali è che non sono finali: Israele e il piano inclinato verso lo sterminio dei palestinesi, o la loro vendetta

SCRITTI BELLICI

La soluzione finale: la pianificazione del crimine più efferato della Storia

Il 20 gennaio 1942, il Generale Reinhard Heydrich (il “macellaio di Praga”) si incontrò con altri 14 alti funzionari dei principali ministeri tedeschi a Wannsee (vicino a Berlino). La riunione era segretissima. Il problema da risolvere era quello dell’eccessiva presenza di ebrei in Germania e nei territori occupati. La politica di emigrazione forzata perseguita dal Reich non era più sufficiente per far fronte al problema ebraico. Una possibile soluzione del problema era una ‘”evacuazione” degli ebrei dall’Est, termine che in realtà voleva dire eliminazione fisica o pulizia etnica dello “spazio vitale” tedesco. Le prime operazioni di sterminio, provvisorie, avvennero costringendo gli ebrei catturati a scavare grandi fosse comuni per poi essere fucilati in massa e seppelliti in quelle stesse fosse.

Ma era necessario pianificare lo sterminio in modo più preciso e sicuro e la riunione del Wannsee doveva appunto occuparsi di questo. Approssimativamente undici milioni di ebrei sarebbero stati coinvolti nella soluzione finale. Cinque milioni di essi vivevano in Unione Sovietica e circa tre milioni erano già sotto il controllo dei tedeschi (in Polonia e nei territori orientali occupati). Bisognava però risolvere la questione in termini legali; la pulizia etnica degli ebrei dallo spazio vitale doveva perciò avvenire seguendo la legge. Così Heydrich affermò che si dovevano emendare le leggi di Norimberga (le famigerate norme varate dai nazisti: la legge per la cittadinanza del Reich e la legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco), revocando le esenzioni previste che permettevano a molti ebrei di rimanere tra i tedeschi. In ogni caso, le SS avrebbero avuto i poteri decisionali in materia. Restava soltanto da risolvere il lato “tecnico”, cioè trovare un sistema più veloce per l’uccisione e l’eliminazione dei corpi: le fucilazioni in massa creavano problemi tra le truppe ed anche costi eccessivi in fatto di munizioni. L’idea di usare il gas fu suggerita dal colonnello Adolf Eichmann. Durante il programma “eutanasia”, avvenuto prima della guerra, il Reich aveva già sperimentato l’uso del monossido di carbonio per eliminare i malati di mente a Brandeburgo: lo stesso sistema poteva essere approntato anche per i campi di concentramento. Nell’estate del 1941, il Reichsfuhrer-SS Heinrich Himmler aveva visitato un campo nell’Alta Slesia polacca (Auschwitz) e progettato la sua trasformazione in un grande centro di sterminio. Durante la riunione, Eichmann affermò che sarebbe stato possibile eliminare fino a sessantamila ebrei al giorno dentro speciali camere a gas camuffate da docce o camere di disinfestazione. Inoltre, con la costruzione di appositi forni crematori, sarebbe stato facile occultare i cadaveri.

Lo sterminio degli ebrei, così come pianificato dalla conferenza del Wannsee, iniziò nel marzo 1942 in Polonia, nel campo di Chelmno; successivamente toccò a tutti gli altri campi dislocati nell’Europa occupata. Del cosiddetto “Protocollo di Wannsee”, è sopravvissuta una sola trascrizione che fu scoperta da agenti segreti americani nascosta al ministero degli Esteri tedesco, nel 1947. Si trattava della copia di Martin Luther. (https://www.giorgioperlasca.it/soluzione-finale/).

Perché evocare una delle pagine più vergognose della Storia? Cosa c’entra la Shoah con Gaza? Non è osceno paragonare il problema ebraico col problema palestinese? E’ osceno e me ne scuso. Ma il piano si inclina ogni giorno di più ed è necessario usare ogni argomento, persino quelli osceni, per cercare di evitare che la Storia si ripeta. 2,2 milioni di palestinesi bombardati dall’esercito israeliano. Per sconfiggere i terroristi di Hamas. Civili dilaniati dalle bombe, l’intera popolazione privata dei servizi essenziali. "Niente elettricità, niente cibo, niente benzina, niente acqua. Tutto chiuso. Combattiamo contro degli animali umani e agiamo di conseguenza", ha detto il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant annunciando l'assedio totale di Gaza.

I bambini che patiscono la fame, terrorizzati dalle bombe, dalla vista dei cadaveri dei loro cari sotto le macerie, cosa penseranno di noi? Noi che guardiamo alla televisione tutto questo e non versiamo una lacrima, noi che giustifichiamo un crimine per la nostra paura del terrorismo?

Tra quei bambini, qualcuno – segnato per sempre – diventerà un terrorista. Ci odierà e sarà disposto a tutto – persino a rinunziare alla propria vita – pur di farcela pagare per la nostra complice indifferenza.

E così il terrorismo aumenterà e noi saremo meno sicuri e i media mainstream ci convinceranno che quei bambini diventati terroristi non sono come noi, ma “animali umani”. “Combattiamo contro animali umani” (Yoav Gallant, Ministro della Difesa israeliano). Anno dopo anno, generazione dopo generazione, i palestinesi sono stati le vittime della Storia, la vergogna da rinchiudere e nascondere in un ghetto per non rovinare la purezza di uno Stato moderno che ha l’ambizione di insegnare la Storia al mondo (Israele – che con la decisione parlamentare del 18 luglio 2018 - ha deliberato di definirsi «Israele Stato-Nazione degli ebrei»).

Il piano si inclina da 75 anni, dal 14 maggio del 1948, data in cui David Ben Gurion proclamò ufficialmente la nascita dello Stato di Israele.

Oggi Israele (ma sarebbe meglio chiamare il principale responsabile col suo nome, Benjamin Netanyahu), ha deciso di radere al suolo Gaza, di dare inizio alla pulizia etnica dello Stato-Nazione degli ebrei. Perché gli ebrei sono sopravvissuti alla soluzione finale di Adolf Hitler, esattamente come sopravviveranno i palestinesi. Questo è il problema delle soluzioni finali, che non sono finali.

La Storia non ci ha insegnato niente. Sangue chiama sangue. Dove non esiste giustizia, non resta altro che vendetta. La vendetta di quei bambini che – magari deportati nel Sinai – sopravviveranno e ci odieranno.

Ci sono due sole possibilità: o li uccidiamo tutti, fino all’ultimo o saranno loro a vendicarsi.

Mentre noi comodamente seduti a tavola li guardiamo morire in TV (sotto le bombe o di fame, di sete, privati di tutto, persino degli ospedali che vengono bombardati), loro – i poveri, gli ultimi, quelli che sono nati e cresciuti in un campo profughi trattati come animali umani – diventano i terroristi di domani, i soldati dell’esercito del Sud del mondo che prima o poi verrà a reclamare il suo posto al sole.

Se non vogliamo che il piano s’inclini fino alla soluzione finale, che è lo sterminio prossimo venturo di qualche miliardo di poveri compiuto dall’Occidente malthusiano, iniziamo a comportarci da esseri umani.

di Alfredo Tocchi, 2 novembre 2023

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