07 Dicembre 2025
L’ex corrispondente della Rai da Mosca, Marc Innaro racconta le ragioni del suo addio all’azienda pubblica, denuncia il rifiuto di rappresentare la posizione russa nella guerra in Ucraina e accusa l’Occidente di aver usato gli accordi di Minsk come semplice copertura per armare Kiev. Una vera e propria “presa per il culo”, afferma, citando anche le ammissioni di Merkel, Hollande e Poroshenko. E aggiunge: “Hanno armato l’Ucraina, ora a pagare sono soprattutto gli europei”.
Innaro racconta innanzitutto il suo rapporto con la capitale russa, dove torna spesso dopo il pensionamento: “Sono in vacanza, semplicemente in vacanza perché questo è un posto il cui livello di vita, di qualità di vita è assolutamente ineguagliato, è ineguagliabile in Europa perché la Russia è Europa e perché è così gradevole e piena di attività di carattere culturale, a parte che si mangia benissimo, i servizi sono eccezionali, la città non si ferma, la cosa incredibile è che questo è un paese che di fatto è in guerra da quasi quattro anni eppure il livello di vita, il livello qualitativo è straordinario ed è così gradevole anche passeggiare, vivere una Mosca forse in un periodo non particolarmente gradevole come in novembre perché è un po' buio, un po' grigio, non hai né carne né pesce perché non piove, non nevica, il cielo è sempre coperto, però quello che ti offre questa città, pochissime città a livello occidentale e europeo sono in grado di offrirtelo”.
L’ex corrispondente aggiunge di visitare la Russia spesso e di trascorrervi lunghi soggiorni: “Vengo a Mosca due volte all'anno e adesso che sono di fatto in pensione ci vengo per periodi anche prolungati, quindi per un mese giriamo, visto che poi tutti dicono e vabbè ma Mosca, e vabbè ma fuori da Mosca… Tante volte sono anche uscito, non solo ho provato. Quest'estate per dire siamo stati per dieci giorni in Altai che è praticamente il centro della piattaforma continentale eurasiatica al confine con Kazakhstan, Mongolia e Cina, un posto dove la natura è straordinaria, per darvi un esempio, per farvi capire, è un po' come avrebbe potuto essere 300-400 anni fa l'arco alpino italiano, una natura incontaminata, cibo buonissimo, gente molto ospitale e a dimostrazione che tra l'altro Berlusconi è un paese davvero multietnico, bravo, perché è un paese veramente multietnico dove quando sei in Altai hai a che fare con tante realtà anche non soltanto culturali ma anche religiose che sono completamente diverse, lì c'è ancora molto forte l'animismo, ci sono gli sciamani, ci sono credenze popolari, tradizioni popolari anche nell'uso delle erbe che si raccolgono nei campi, dei fiori, una cosa che da noi in Europa è largamente scomparsa e questo è molto interessante”.
Innaro spiega quindi le ragioni del suo addio alla Rai, accusando la tv pubblica di non voler raccontare anche il punto di vista russo: “Sono uscito dalla Rai perché non ce la facevo più a dover combattere contro i molini a vento, ci sono state tante gocce che hanno fatto traboccare il vaso, una di queste è stata ovviamente il tentare di raccontare la posizione russa, essendo all'epoca corrispondente a Mosca della Rai, non per forza condividendo quello che dicessero i russi, ma per raccontare la posizione russa, se un paese è in guerra contro un altro paese o contro un altro insieme di paesi, va raccontato qual è la posizione di questo paese, altrimenti se non teniamo in considerazione la posizione della Russia, continueremo a sbattere contro il muro, cosa che sta accadendo, e poi alla fine comunque un accordo si troverebbe, si dovrà trovare, a meno che andiamo ad andare incontro a gambe elevate verso la terza guerra mondiale, e se avessimo preso in debita considerazione le istanze russe di sicurezza, di propria sicurezza nell'ambito di una nuova architettura di sicurezza europea, probabilmente ci saremmo risparmiati almeno un milione di morti in questi quasi quattro anni di guerra, cosa a cui poi arriveremo, perché un accordo poi alla fine, come per tutte le guerre, alla fine si trova, però si potrà trovare prima con molti meno morti e con molti meno perdite anche territoriale, invece di farlo finta di volere un accordo che in realtà accordo non si è voluto raggiungere, perché si voleva avere il tempo di armare una parte a scapito dell'altra e di prendere solo tempo, come è accaduto con gli accordi di Minsk 1 e Minsk 2”.
Innaro ricorda poi le dichiarazioni degli ex leader europei e ucraini, sostenendo che gli accordi di Minsk furono solo un modo per prendere tempo e riarmare Kiev: “Come hanno ammesso appunto la stessa ex cancelliera tedesca Merkel, lo stesso ex presidente francese Hollande e lo stesso ex presidente ucraino Poroshenko, tutti hanno detto la stessa cosa, gli accordi di Minsk sono state una presa per il culo, detta pari pari, per avere il tempo di armare l'esercito ucraino e di prendere tempo. In realtà se si fosse trovato un accordo sul modello altoatesino, autonomia speciale, difesa della lingua, della religione, nell'ambito della neutralità dell'Ucraina, con garanzie per l'Ucraina ma anche garanzie per la Russia, tutto questo ce lo saremmo tutti potuti risparmiare”.
Infine, l’ex giornalista Rai punta il dito sulle conseguenze del conflitto per l’Europa: “Alla fine chi è che ci ha rimesso? Non mi sembra che la Russia ci sia rimesso finora. Gli ucraini in primis e gli europei. Gli ucraini ci hanno rimesso e ci hanno rimesso molto anche gli europei, in termini di costi maggiori di energia, in termini di taglio di tutti i rapporti con la Russia, che ripeto per la terza volta è Europa e l'Europa non può essere Russia, non può esistere senza la Russia, né la Russia può esistere senza rapporti profondi con l'Europa. Alla fine torneremo a quello, ma a che prezzo? Questo è il vero problema e questo è uno dei problemi che mi sento spesso e volentieri molto più in Europa di quanto non mi sento in Europa quando sono a Londra, a Parigi, a Roma o a Viena”.
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