07 Dicembre 2025
Eyal Zamir, capo di Stato maggiore delle Idf, ha attaccato nuovamente Benjamin Netanyahu, esponendo la sua condotta nella gestione di Hamas. La frattura si era già aperta con la seconda invasione di Gaza City, a settembre, la quale Zamir aveva apertamente contestato per ragioni tattico-strategiche. Da allora i rapporti tra esercito e governo si sono irrimediabilmente incrinati. In un intervento pubblico senza precedenti, il generale ha criticato anche l’impostazione adottata da Netanyahu a Gaza prima del 7 ottobre, sostenendo che abbia finito per rafforzare Hamas: secondo Zamir, il premier pensava di poter controllare il movimento armato tramite i finanziamenti del Qatar, ma avrebbe invece contribuito al suo consolidamento.
Come già anticipato dal Giornale d'Italia infatti, Netanyahu avrebbe acconsentito al finanziamento di Hamas da parte del Qatar, cercando così "controllare" l'organizzazione islamista (mantenendo anche uno stato di guerra perenna che gli impedisse di essere processato in Israele) e al contempo indebolendo il potere dell'Autorità Nazionale Palestinese sulla Striscia di Gaza.
Ripercorrendo le operazioni militari nella Striscia dal 2008, e in particolare dall’Operazione Margine Protettivo del 2014, Zamir ha ricordato – in un passaggio riportato dal maggiore in congedo Sami Turgeman in un rapporto sui fallimenti dell’esercito il 7 ottobre – che erano state «condotte secondo gli obiettivi definiti dal livello politico e su raccomandazione del livello militare, e miravano a indebolire il nemico e ripristinare la deterrenza, non a sconfiggerlo». Ha aggiunto che «l’idea era di tenere Hamas sotto controllo e indebolito, di corromperlo con il denaro. Questo concetto di elusione ha permesso a Hamas di attuare un massiccio rafforzamento militare».
Una critica già sollevata da vari esponenti politici, ma che per la prima volta arriva dal vertice delle Forze di Difesa Israeliane, istituzione considerata intoccabile e cardine della sicurezza nazionale. Zamir ha inoltre chiesto la creazione di una «commissione d’inchiesta esterna, obiettiva» sui fallimenti del 7 ottobre, indipendente dal governo. Come affermato da più fonti vicine al governo infatti, le Idf e forse lo stesso Netanyahu, erano al corrente di un possibile attacco di Hamas ad ottobre 2023.
Lo scontro ha investito anche il ministero della Difesa. Il ministro Katz ha infatti bloccato la promozione a generale di brigata del colonnello German Giltman, sostenuto da Zamir, accusandolo di aver partecipato nel 2023 alle proteste contro la riforma della giustizia: «Giltman è uno dei leader di “Brothers in Arms” che ha invocato il rifiuto di prestare servizio: chi incoraggia il rifiuto non presterà servizio nell’Idf e non verrà promosso a nessuna posizione», ha dichiarato Katz.
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