19 Giugno 2025
Netanyahu avrebbe permesso ad Hamas di crescere e prendere il potere nella Striscia di Gaza. Secondo fonti deep state verificate dal Giornale d'Italia il Primo Ministro israeliano avrebbe lasciato che il governo del Qatar finanziasse Hamas senza opporsi, anzi incentivando l'operazione. Il motivo è molto semplice: destabilizzare la popolazione della Striscia per conquistare l'area e mantenere uno stato di guerra perenne che lo tenga alla guida del governo israeliano.
Netanyahu vuole, essendo un sionista, prendere la Striscia di Gaza e più in generale la Palestina. Per farlo però deve scontrarsi, per forza di cose, con l'Autorità nazionale palestinese e Hamas. Come fare quindi? Semplice, usando la strategia 'divide et impera'.
Per conquistare Gaza, Netanyahu ha bisogno che nella Striscia non ci sia un interlocutore affidabile per raggiungere l'auspicata soluzione 2 popoli 2 Stati, e dato che l'Anp di Abu Mazen è l'unico organismo politico in grado di collaborare per questa soluzione, va indebolito il potere che ha sui palestinesi. Come spiega Ehud Barak, ex primo ministro israeliano: “La strategia di Netanyahu è mantenere Hamas vivo e vegeto per indebolire l’Anp, danneggiare Abu Mazen per impedire la divisione della Terra d'Israele in due Stati".
Per indebolire l'Anp e rafforzare Hamas, Netanyahu si sarebbe affidato quindi al Qatar. Il governo di Doha finanzierebbe l'organizzazione, con il benestare di Netanyahu, facendo il doppio gioco: mentre consegna aiuti umanitari ai palestinesi e sostiene Hamas e ospita i suoi leader, in parallelo mantiene i legami con il governo israeliano e i suoi alleati. Il Qatar ospita infatti a Al-Udeid la più grande base militare statunitense in Medio Oriente.
Con queste operazioni inoltre, Doha accresce il proprio prestigio e la sua influenza internazionale. Se a queste dinamiche aggiungiamo la vicinanza del Qatar all'organizzazione dei Fratelli Musulmani, si può intendere come lo Stato miri ad essere considerato tra gli attori principali della regione.
Doha inizia così, dal 2012, a trasferire fondi ad Hamas. Nel 2018 l'Anp decide di tagliare i fondi a Gaza, lasciando molti funzionari della Striscia e lo stesso Hamas sull'orlo del collasso. Il Qatar, sempre in accordo con Netanyahu, si fa avanti e finanzia l'organizzazione, che sopravvive e distribuisce aiuti ai palestinesi, crescendo politicamente e militarmente. Di conseguenza Hamas diventa il principale organismo della Striscia, l'entità con cui si deve interloquire per il cessate il fuoco, ma non è un interlocutore affidabile: la guerra va avanti e le forze dell'Idf continuano a bombardare i civili, dichiarandosi "giustificate" dal 7 ottobre (attacco di cui Netanyahu era stato informato).
A conferma di ciò Ehud Olmert, ex premier israeliano, ha dichiarato che "negli ultimi 15 anni, Israele ha fatto di tutto per declassare l'Autorità palestinese e per rafforzare Hamas. Gaza era sull'orlo del collasso perché non aveva risorse, non aveva soldi, e l'Autorità Palestinese si è rifiutata di dare denaro ad Hamas. Bibi li ha salvati. Bibi ha fatto un accordo con il Qatar e hanno iniziato a spostare milioni e milioni di dollari a Gaza".
Ma Benjamin Netanyahu non avrebbe permesso al Qatar di finanziare Hamas solo per conquistare Gaza, lo ha fatto anche perchè sta lottando per la sua sopravvivenza politica. "Bibi" ha bisogno di uno stato di guerra perenne, solo così può rimanere alla guida di Tel Aviv. In primis la sua coalizione si basa su partner di estrema destra che vedono la distruzione di Gaza non come un danno collaterale, ma come un obiettivo. Per lui, fare marcia indietro potrebbe significare il crollo del suo governo. Inoltre, senza Hamas e se non ci fossero fronti aperti (come ad esempio quello iraniano), contro Netanyahu potrebbero aprirsi di nuovo dei processi.
Oltre al mandato di cattura internazionale per crimini di guerra che pende sulla sua testa, il primo ministro israeliano è già stato alle prese con due processi per presunta frode e corruzione, i processi "1000", "2000", "4000". Nel caso 1000 è stato accusato di aver concesso favori e sostegno diplomatico al miliardario australiano James Packer e al produttore cinematografico Arnon Milchan. Nei casi 2000 e 4000 invece Netanyahu è stato accusato di essersi accordato con Arnon Mozes, editore di Yediot Ahronot, e Shaul Elovitch, proprietario dell’Eurocom Group (società che possiede il sito di notizie Walla).
Netanyahu è inoltre appena "scampato" allo scioglimento della Knesset, il parlamento israeliano, che avrebbe portato alle elezioni anticipate. Lo stato di guerra perenne è essenziale per il capo del governo di Tel Aviv. Per questo è utile che il Qatar finanzi Hamas e lo tenga in vita, per fare in modo che esista un nemico da combattere.
A conferma dell'importanza che Hamas ricopre nella strategia politica di Netanyahu vi sono le parole di diverse figure vicine al governo israeliano. Bezalel Smotrich, ministro delle finanze sotto il governo Netanyahu, ha definito l'Autorità palestinese un "peso" e Hamas una "risorsa". Il professor Avner Cohen, ex funzionario israeliano per gli affari religiosi, ha riconosciuto pubblicamente che Hamas è "una creazione di Israele".
Gershon Hacohen, ex comandante della 7° Brigata Corazzata e collaboratore di Benjamin Netanyahu, ha dichiarato nel 2019 in un’intervista: “La strategia di Netanyahu è quella di impedire l’opzione dei due stati, trasformando Hamas nel suo partner più stretto. Apertamente Hamas è un nemico. In segreto, è un alleato".
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