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Istat, nel 2024 i redditi aumentano del 2,7% sul 2023, stabile la povertà e cala l'indice delle disuguaglianze: -0,3% in 10 anni

Il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile dell'Istat ha fotografato la situazione economica dell'Italia: bene i redditi, ma la povertà non cala da 10 anni

13 Novembre 2025

Istat, nel 2024 i redditi aumentano del 2,7% sul 2023, stabile la povertà ma cala l'indice delle disuguaglianze: -0,3% in 10 anni

fonte: imagoecobomica

Istat ha pubblicato il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (BES), che riassume più di 130 indicatori per valutare, da diversi punti di vista, il benessere degli italiani. Per quanto riguarda quelli economici, si registrano alcuni miglioramenti rispetto al passato, ma buona parte dei dati presi in considerazione risulta stazionaria sia a livello annuale sia sul lungo periodo.

Stipendi in crescita ma povertà stabile: calano le disuguaglianze

Il primo fattore preso in considerazione dall’Istat è quello degli stipendi. Nel 2024, anno a cui il BES fa riferimento, i redditi delle famiglie italiane sono aumentati del 2,7%, se considerati al lordo. Un dato che batte l’aumento dei prezzi durante quello stesso periodo, che è stato di circa l’1%, e quindi si traduce in un leggero aumento del potere d’acquisto. Da considerare, però, che su alcune classi sociali si è verificato anche il fenomeno del drenaggio fiscale, come da anni denunciano i sindacati.

Altro importante indicatore del benessere degli italiani calcolato nel BES, più sul lungo periodo, è l’indice delle disuguaglianze. Si calcola dividendo il reddito del 20% della popolazione con gli introiti più alti per quello del 20% della popolazione con quelli più bassi. Si tratta di un dato che si muove molto lentamente, quindi è calcolato per decenni invece che per anni. Tra il 2014 e il 2023 è calato di 0,3 punti percentuali, passando dal 5,8% al 5,5%.

I dati sulla povertà sono grosso modo stabili, con due eccezioni. Da una parte, negli ultimi dieci anni sono aumentate le persone in stato di povertà assoluta, che passano dal 6,9% del 2014 al 9,8% del 2024. Il confronto con il 2023, però, è sostanzialmente stabile. Migliora invece il numero di persone che arriva a fine mese con grande difficoltà, che passa dal 17,9% del 2014 al 5,8% del 2024.

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