07 Luglio 2025
Bayesian Fonte: MAIB
“L’acqua era già nello scafo del Bayesian” prima che la tempesta colpisse Porticello. E il veliero, secondo le analisi dei consulenti tecnici, era già “inclinato di 15 gradi” quando le raffiche hanno iniziato a spazzare il ponte superiore, strappando il tendalino. È questa la nuova ipotesi che emerge dagli accertamenti in corso sul relitto: il naufragio in cui sono morte 7 persone potrebbe non essere stato causato solo dal maltempo, ma da condizioni critiche già presenti a bordo.
L’acqua era già entrata nello scafo del Bayesian prima che la tempesta si abbattesse sulla rada di Porticello. E il veliero, secondo gli investigatori, era già inclinato di 15 gradi quando il vento ha raggiunto la sua massima intensità. È quanto emerge dalle indagini tecniche in corso da 2 settimane sul relitto, ora in secca a Termini Imerese, dove gli esperti stanno ricostruendo, centimetro per centimetro, la dinamica dell’affondamento.
“Il momento raddrizzante e la stabilità in allagamento erano già compromessi prima della tempesta”, dichiarano fonti qualificate che seguono l’indagine. Un’affermazione pesante che accredita la tesi secondo cui le raffiche di vento — stimate in massimo 70 nodi — siano state una concausa, e non l’elemento scatenante del naufragio.
Già nelle fasi iniziali dell’inchiesta, coordinate dalla Procura di Termini Imerese, era stata esclusa la presenza di falle o impatti esterni allo scafo. Ora, però, emerge una nuova possibile causa: un’infiltrazione d’acqua avvenuta ben prima del cedimento del tendalino superiore, che potrebbe aver alterato gli equilibri della barca.
“Se il veliero fosse stato in piena efficienza e se l’equipaggio avesse seguito i protocolli standard non solo nell’ultimo quarto d’ora fatale, ma anche nelle ore precedenti” spiega un investigatore, “arrivare all’affondamento sarebbe stato alquanto improbabile”.
Un’ipotesi che conferma quanto già ipotizzato dieci mesi fa dagli allora titolari dell’inchiesta, il procuratore Ambrogio Cartosio e il pm Raffaele Cammarano, che parlarono “di un’incredibile catena di errori umani”. Con l’accusa di naufragio sono oggi indagati il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffiths.
Il vero nodo da sciogliere resta capire perché il Bayesian fosse già inclinato di 15 gradi all’arrivo del maltempo. Secondo l’avvocato Mario Bellavista, legale dei familiari del cuoco Recaldo Thomas, l’inclinazione potrebbe essere stata causata o da una via d’acqua (cioè un’apertura nello scafo) oppure da una chiusura tardiva dei portelloni di poppa, quando ormai l’acqua aveva già invaso i compartimenti interni.
Le verifiche proseguono anche all’interno dello scafo e si basano sui rilievi tecnici confrontati con i dati recuperati dagli hard disk del sistema di bordo, prelevati l’autunno scorso dai sub della Marina militare e decifrati nei mesi scorsi in Germania.
A Londra, intanto, l’ente marittimo britannico Maib ha già pubblicato un report provvisorio in cui si attribuisce l’affondamento alla forza della tempesta e alla vulnerabilità strutturale del veliero, senza individuare responsabilità dirette nell’equipaggio.
Una versione che però la procura italiana non condivide: “Non c’è stata alcuna condivisione di documenti con l’ente inglese” ha precisato la procuratrice facente funzione Concetta Federico, sottolineando che “la procura di Termini Imerese è l’unica autorizzata a indagare”.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia