26 Giugno 2025
Si sono svolte oggi, a Termini Imerese, le operazioni di recupero del materiale all’interno del Bayesian, issato in banchina dopo il recupero del relitto. Gli operatori hanno iniziato a svuotare lo yacht Perini Navi, trovando gioielli, orologi, monili di pregio, oltre ad arredi e oggetti personali appartenuti ai miliardari Mike Lynch e Angela Bacares. Ritrovati anche telefoni, tablet e laptop, ma Ancora nessuna traccia certa, invece, dei dispositivi elettronici del magnate: “pc, hard disk e memorie esterne di Lynch non ancora identificate”.
Durante la riunione operativa di oggi, gli avvocati dell’armatore hanno subito sollevato il tema del recupero dei beni di valore, chiedendo di mettere al sicuro ogni singolo oggetto ritrovato a bordo. Oltre ai preziosi, infatti, si trovano ancora nel relitto quadri, soprammobili e arredi scelti personalmente da Lynch e dalla moglie Angela Bacares per decorare il loro yacht da sogno.
Sulla barca si trovavano anche 12 ospiti, le cui proprietà – tra cui telefoni, tablet e laptop – sono in gran parte state localizzate. Ma manca ancora l’identificazione di quelli appartenuti allo stesso Lynch. Il materiale informatico potrebbe essere cruciale per le indagini.
Il recupero è tutt’altro che semplice. L’interno dello scafo è ancora invaso da fango e detriti. “C’è una montagna di fango, di spazzatura e in mezzo ci sono gli oggetti delle vittime e dei superstiti – dice un inquirente della guardia costiera – Tireremo fuori tutto e suddivideremo il tesoro dall’immondizia accumulatasi nella barca”.
Per ora non resta che attendere la fine della bonifica, che consentirà il recupero sistematico di ogni oggetto. “Ogni oggetto personale delle vittime e dei sopravvissuti verrà recuperato non appena si concluderanno le operazioni di bonifica”, ha assicurato Giovanni Rizzuti, avvocato del comandante James Cutfield.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
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