24 Giugno 2025
Gradino 0 Garlasco
A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, spunta un dettaglio mai del tutto chiarito: il cosiddetto “gradino 0”, il primo della scala che dalla villetta di via Pascoli porta alla taverna dove fu ritrovato il corpo della giovane. È l’unico punto della scena del crimine privo di tracce di sangue, eppure, proprio lì, furono repertate due impronte attribuite ad Andrea Sempio. Per la procura di Pavia, “è logico-fattuale che appartengano all’assassino”.
L’attenzione degli inquirenti si è ora concentrata su un dettaglio apparentemente marginale, ma ritenuto potenzialmente decisivo: il cosiddetto “gradino zero”, il primo della scala interna che dalla villetta di via Pascoli a Garlasco conduce alla taverna. È proprio lì che il corpo della 26enne fu ritrovato privo di vita. Quel gradino, oggi, torna al centro dell’inchiesta.
Tra i numerosi elementi ancora al vaglio, ciò che ha insospettito la procura guidata da Fabio Napoleone è la totale assenza di tracce di sangue sul “gradino zero”, un’anomalia difficile da spiegare con l’attuale ricostruzione. Secondo la versione ufficiale, Chiara sarebbe stata aggredita e poi lasciata cadere già dai primi gradini della scala.
A rendere il quadro ancora più complesso è la presenza, già documentata nel 2007, di 2 impronte sullo stesso tratto: una sul muro di destra e una su quello opposto. Si tratta delle tracce note come 97F e della cosiddetta “papillare 33”, entrambe ritenute compatibili rispettivamente con una mano destra e una sinistra. Ma la seconda, la “33”, ha attirato in particolare l’interesse degli inquirenti: attribuita dagli esperti della procura pavese ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è divenuta una delle prove simbolo nella riapertura del caso.
Per i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, autori di una relazione depositata cinque anni fa, non ci sono dubbi: entrambe le tracce “è logico-fattuale che appartengano all’assassino”. Un’affermazione pesante, ora rilanciata dagli attuali titolari dell’indagine, che sottolineano come la posizione delle impronte rafforzi l’ipotesi investigativa. Secondo questa nuova lettura, Sempio, affacciandosi per scrutare la scala, avrebbe poggiato le dita della mano destra sul muro, “strisciando” nel contempo la sinistra sull’altro lato, forse per sostenersi o muoversi in equilibrio.
A complicare l’accertamento è il fatto che la papillare 33, decisiva per il confronto, non è più disponibile: andata distrutta o dispersa dopo la condanna definitiva dell’allora fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Eppure, nonostante l’irreversibilità di quella condanna, la procura sembra decisa ad andare fino in fondo, anche attraverso nuove tecnologie investigative. Tra queste, la mappatura tridimensionale della villetta, che dovrebbe permettere di determinare con maggiore precisione la dinamica dei movimenti e la compatibilità tra le impronte e i sospettati.
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