04 Dicembre 2022
Maria Vittoria Baravelli, curatrice d'arte e Piero Gemelli, fotografo, in occasione dell'appuntamento al Cenacolo Artom hanno spiegato a Il Giornale d'Italia:
"Siamo qui in occasione del Cenacolo di Arturo Artom, dopo una settimana in cui Vanity Fair Stories, in un qualche modo ci ha dato la possibilità di parlare di temi molto carini. Temi legati all'arte, alla cultura e al mecenatismo moderno. Siamo in una casa molto speciale, è la nostra" dice Maria Vittoria Baravelli.
Piero Gemelli le risponde così: "La caratteristica della casa che più mi fa effetto è questa dimensione, che non è quella di un appartamento, non è quella di un loft e io ho sempre detto che per me questo è un castello moderno. È una sovrapposizione e un accumulo di storia.
La mia e la nostra storia, quindi è uno spazio che racconta le persone che lo abitano. Ogni oggetto, ogni angolo, ogni scorcio e ogni punto di luce è un momento di racconto del nostro modo di vedere le cose".
"Si dice che la bellezza salverà il mondo, una frase però che non tutti sanno da dove deriva. L'ha scritta Dostoevskij nel suo celebre libro "L'idiota". La mia domanda è: "Perché un idiota avrebbe dovuto dire che la bellezza salverà il mondo?". Noi cerchiamo innanzitutto di salvare la bellezza. Che cos'è la bellezza? Hai lavorato in mezzo a questo mondo, che è cambiato molto, per anni" aggiunge la giovane Maria Vittoria rivolgendosi a Piero Gemelli.
"Per me è un punto di equilibrio tra imperfezioni - commenta Piero - questo permette di avere una cosa che ha una sua identità e una sua coscienza, una sua natura strettamente personale. Diventa una perfezione unica e quindi come tale è un elemento di bellezza assoluta. Non si rifà a canoni o a concetti di altro tipo".
"Secondo me la cosa meravigliosa che lui sa cogliere sono i fiori, perché anche quando sono un po' appassiti, raccontano sempre delle storie che abbiamo vissuto e dei ricordi" le parole di Maria Vittoria, perchè come conclude Piero: "I fiori sono la memoria di una bellezza che è stata e quindi nella propria identità rimane una bellezza personale".
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