28 Ottobre 2022
Luigi Consiglio, presidente di GEA - Consulenti di direzione, in occasione della premiazione di "Eccellenze d'Impresa 2022", ha detto a Il Giornale d'Italia:
Siamo in una fase di discontinuità, che dal dopoguerra non ha eguali. Abbiamo il presso dell’energia moltiplicato per sei o sette volte quello precedente, come tutte le materie prime. Abbiamo dovuto modificare le catene di fornitura, la supply chain, in tutto il mondo è andato in crisi. In questa discontinuità abbiamo un panorama di aziende talmente diversificato e hi-tech cresciute del doppio negli ultimi tre anni e hanno moltiplicato per tre il numero degli addetti.
Sono aziende che lavorano nell'hi-tech, quindi hanno occupato il mondo in settori in cui è meno l'eccellenza italiana. 3 dei 4 vincitori sono aziende del centro Italia, quindi hanno moltiplicato per tre i dipendenti, mantenendo un fortissimo radicamento sul territorio, in particolare la Merloni che ha la maggior parte delle fabbriche nelle Marche, ma occupando il mondo perché l’Italia rappresenta meno del 7% del fatturato totale.
Questi sono dati estremamente positivi che mostrano la resilienza del paese, dovuta dalla diversificazione delle Industries, nel quale gli italiani lavorano e la capacità di occupare il pianeta dovuta alla capacità adattiva e alla flessibilità degli imprenditori italiani.
Abbiamo scritto un libro, analizzato quasi 20mila aziende, definendo quali sono i fattori critici di successo dell’impresa italiana, ampliamento descritto nelle scorse edizioni. Da quest’anno un gruppo di lavoro GEA allargato ad altri partner, ha lavorato sul sesto dei fattori competitivi degli imprenditori italiani, ovvero l’inclusività. Si tratta della capacità di ascolto delle componenti locali, interne ed esterne all’azienda. Se l’inclusività e l’ascolto diventano una parte fondante della strategia, è chiaro ed evidente come la maggior diversità delle fonti e degli occupati aumenta la potenza e la ricchezza della strategia.
È più difficile gestire un’azienda con tanta diversità al suo interno, capace di ascoltare ai massimi livelli, ma è una dote degli imprenditori italiani, abituati a dei contesti complessi e a venir fuori da contesti di questa difficoltà, riescono meglio degli altri nel mondo e meglio dello stile direzionale di francesi, tedeschi e giapponesi, ad occupare il mondo".
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