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Riccardo Di Stefano, Confindustria Giovani: "Povertà, livelli ai massimi storici. RdC non può essere l'unica soluzione"

Il discorso del Presidente dei giovani imprenditori in apertura al 37 convegno di Capri: "Dalla miopia energetica alla mancanza di investimenti strategici civili e di difesa: sono queste le scelte che ci hanno reso più fragili"

14 Ottobre 2022

Il discorso di Riccardo Di Stefano, Presidente dei giovani imprenditori in apertura al 37esimo convegno di Capri:

"Sono passati otto mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina. Una guerra che ha riportato la Storia, quella con la S maiuscola, sul continente europeo. Per anni i popoli europei si sono dedicati alla crescita e allo sviluppo, quasi dimenticandosi che le guerre esistevano ancora. Quasi tutti, infatti, in questa sala, sono stati così fortunati da non aver conosciuto altro che pace.

La guerra, però, ha aumentato tutti quegli squilibri congiunturali e strutturali che già esistevano, colpendo diversamente le nazioni in base al loro grado di esposizione al conflitto. I prezzi di materie prime, energia e beni alimentari, hanno toccato, negli ultimi 18 mesi, picchi senza precedenti. L’inflazione, in continua salita, ha raggiunto un +8,9% a settembre. Valori che non si vedevano dagli anni ‘80, dopo gli shock petroliferi. E, secondo la BCE, si attesterà al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024: troppo alta, troppo a lungo, per non lasciare strascichi duraturi.

E ancora: la dipendenza energetica italiana ed europea dalla Russia affonda le sue radici in scelte miopi e irresponsabili vecchie di decenni. Confindustria lo aveva denunciato da tempo.

Come definireste un imprenditore che affida la propria capacità produttiva ad un solo e unico fornitore? Uno che deve cambiare mestiere. E chi affiderebbe il destino energetico di una grande nazione industriale a un solo fornitore?

Questa scelta sconsiderata si abbatte oggi su famiglie e imprese con un aumento del 1.406% dei prezzi del gas (a settembre rispetto al pre-pandemia) e del 13,4% per quelli alimentari (settembre su 4° trimestre 2019). Beni per cui la domanda è difficile da comprimere senza innescare una recessione e senza far andare a gambe all’aria intere filiere industriali.

Dalla miopia energetica alla mancanza di investimenti strategici civili e di difesa: sono queste le scelte che ci hanno reso più fragili rispetto ai competitor e meno pronti ad affrontare gli shock economici e geopolitici.

Con l’arrivo della pandemia il mondo ha subito uno shock durissimo, ha pianto i propri morti, sofferto la crisi, l’economia si è fermata e abbiamo avuto, TUTTI, paura per il futuro. L’Europa ha reagito, è arrivato il Next Generation EU, e così il nostro PNRR per attuarlo.

Facciamo i migliori auguri di buon lavoro ai presidenti di Camera e Senato appena eletti. Al nuovo Parlamento spetta un compito importante. Nel rispetto della dialettica politica, confidiamo che ci sia una maggioranza stabile in grado di rispondere alle emergenze che attanagliano l’Italia e di tenere unito il Paese.  

Riccardo Di Stefano: "Al Governo spetta il compito di contribuire a costruire un Paese più forte"

Al nuovo Governo spetta il compito di contribuire a costruire un Paese più forte, più prospero, più coeso, con fondamenta solide su cui le nuove generazioni potranno camminare con orgoglio.

E se qualcuno l’ha chiamata “Agenda Draghi”, noi la chiamiamo “Agenda Italia”. Un metodo e una sostanza di governo orientati alla serietà, alla concretezza e alla responsabilità, che non devono essere accantonati.

Perché ci sono numeri che non possiamo e non dobbiamo ignorare. 11, gli anni passati dall’ultima volta in cui il nostro Paese ha avuto un Governo espressione di una maggioranza politica chiara uscita dalle urne. Oltre un decennio in cui sono nati quattro governi tecnici per superare momenti di crisi a cui la politica non sapeva dare risposte;

16, i milioni di persone che non hanno votato. Se fossero un partito, avrebbero ottenuto il 36% e sarebbero il primo partito italiano. Coloro che hanno deciso di non decidere cosa fare del futuro di questa nazione;

63, la percentuale di nostri concittadini che, in un quartiere come Scampia, in quel Sud che ha sfiorato punte di astensione del 50%, hanno votato in massa per mantenere il Reddito di cittadinanza. E lo hanno fatto perché convinti che senza sussidio, per loro, non ci sia futuro.

La protezione offerta dal Reddito di cittadinanza, da sola, non basta. È necessaria una profonda riforma delle politiche attive e del Reddito di cittadinanza come strumento di reimmissione nel mercato del lavoro".

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