11 Ottobre 2022
Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, in occasione della Silver Economy promossa da Arca SGR, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Una ricerca che facciamo da circa 10 anni e che cerca di studiare cosa succede nella nostra società. In effetti, è una società che invecchia non soltanto perché si fanno meno figli - e questo è normale un po' in tutte le società evolute - ma soprattutto perché - e questa è una bella notizia - l'aspettativa di vita dal 1969 ad oggi si è allungata di circa vent'anni.
Non solo, anche l'indice di mortalità infantile, prima morivano tanti bambini prima di compiere 5 anni, si è ridotto, per cui il risultato è che noi abbiamo una società che, già oggi, ha quesi il 28% di persone che hanno più di 65 anni.
Un Comune come Milano ha circa 1/3 della popolazione che ha più di 65 anni.
Le persone cambiano la struttura della società, ma cambia anche la struttura della famiglia: già 1/3 delle famiglie sono composte da persone sole. Questi meccanismi demografici comportano una diversa visione dei consumi. Non ci sono più le grandi spese, ma le monoporzioni. La medicina diventa telemedicina, la mobilità diventa particolare. E così tutto quello che riguarda la demotica. E anche gli investimenti e i risparmi assicurativi sono proprio diversi, perché questa economia cambia completamente gli usi, i consumi e gli stili di vita: questo accadrà almeno fino al 2045.
"Alla luce di tutta questa discussione l'Italia è un Paese arretrato, perché non ha una legge sulla LTC (Long-team care), quindi sulla non-autosufficienza, eppure gran parte della popolazione italiana anziana non è autosufficiente. Non abbiamo un sistema di screening e prevenzione, il 70% della spesa sanitaria dipende dalle cronicità. Le cronicità si manifestano ovviamente più so va avanti con gli anni. Noi ci troviamo in una condizione di arretratezza e finora la politica in generale non è risicata a risolvere questi problemi che invece sono problemi essenziali. La stessa cosa la potremmo dire per i contratti di lavoro. Il 92% dei lavoratori italiani ha dei contratti di lavoro sindacalizzati, ma in questi contratti non c'è nulla che differenzi un giovane di 30 anni da uno di 65. La struttura del mercato del lavoro deve totalmente cambiare.
Il mercato invece è più avanti: il mercato assicurativo è più avanti, il mercato degli investimenti è più avanti, la grande distribuzione è più avanti, i negozi di prossimità stanno cominciando a emergere e molte startup stanno partendo con prodotti innovativi per questa terza e quarta età.
"Intanto il Governo deve cominciare a predisporre dei piani di screening che siano seri, una forte azione di prevenzione. Poi una totale ristrutturazione delle RSA, non si può avere una RSA dove c'è un grande non autosufficiente e un grande autosufficiente. Quindi tanto deve essere fatto e a questo punto noi possiamo dire che siamo un passo indietro a quello che dobbiamo essere.
Speriamo che il nuovo Governo e le nuove leve che stanno arrivando comincino a pensare a una società che cambia e che ristrutturino le politiche sociali ed economiche in funzione di questo nuovo aspetto sociale".
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