09 Settembre 2025
Dopo i contatti ridotti al minimo storico in seguito agli attacchi israeliani e americani della Guerra dei 12 Giorni dello scorso giugno, l'Iran ha firmato un nuovo accordo di cooperazione con l'Aiea (Agenza Internazionale per l'Energia Atomica) sul nucleare. Con questo provvedimento, Teheran ha dato il suo benestare ad un nuovo avvio delle verifiche da parte dell'ente Onu sulla sua attività energetica.
L’Iran e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica hanno raggiunto un nuovo accordo di cooperazione, il primo dopo la sospensione dei rapporti seguita alla guerra di giugno con Israele e agli attacchi contro i principali impianti nucleari iraniani.
La firma è avvenuta al Cairo la sera del 9 settembre, al termine di un incontro tra il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e il direttore dell’Aiea Rafael Mariano Grossi, alla presenza dell’omologo egiziano Badr Abdelatty. L’intesa, intitolata “Modalità tecniche per l’esecuzione delle ispezioni”, stabilisce i principi per la ripresa delle verifiche dell’agenzia Onu sulle attività nucleari di Teheran.
Grossi ha definito l’accordo “un passo importante nella giusta direzione”, mentre il portavoce iraniano Esmail Baghai ha parlato di un’intesa “costruita in un nuovo contesto, dopo gli attacchi illegittimi degli Stati Uniti e del regime sionista contro impianti pacifici del nostro Paese”.
L’accordo, che dovrà ancora essere ratificato dal parlamento iraniano, potrebbe influire anche sul fronte diplomatico: un’eventuale piena attuazione ridurrebbe la pressione europea per il ripristino delle sanzioni di snapback e potrebbe riaprire la via al dialogo con Washington.
Araghchi ha ribadito il diritto inalienabile dell’Iran all’uso pacifico dell’energia nucleare secondo il Trattato di non proliferazione, ma ha confermato la disponibilità a un “dialogo costruttivo” con l’Aiea.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, incontrando le delegazioni, ha accolto con favore la firma, parlando di un “passo positivo verso la de-escalation”. Un segnale che potrebbe contribuire a smorzare le tensioni regionali esplose dopo l’offensiva israeliana di giugno e a restituire centralità al quadro multilaterale sul nucleare iraniano.
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