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Sanzioni all’Iran, Russia e Cina contro i “volenterosi”: "Ostacolano la diplomazia", Teheran: "Ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare"

Ieri 28 giugno Francia, Germania e Regno Unito hanno attivato le sanzioni contro l'Iran perché accusata di "inadempienze" all'Accordo sul nucleare del 2015

29 Agosto 2025

Sanzioni all’Iran , Russia e Cina contro i “volenterosi”: "Ostacolano la diplomazia", Teheran: "ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare"

La Russia e la Cina hanno espresso la loro netta contrarietà alle procedure sanzionatorie avviate ieri, 28 agosto, dai Paesi membri dell'E3 (Francia, Germania, Regno Unito) contro l'Iran per il "mancato rispetto di Teheran degli impegni sul programma nucleare" attenzionato dall'Accordo sul nucleare del 2015. Il Ministero degli Esteri russo ha infatti invitato i Paesi richiedenti ad interrompere le misure adottate perché "potrebbero portare ad un'altra tragedia".

Sanzioni all’Iran, Russia e Cina contro i “volenterosi”, Cremlino: "tentativo impudente", Pechino: "compromettono processo diplomatico"

Il meccanismo sanzionatorio (anche detto snapback) è stato definito dal Cremlino un "tentativo impudente" nel quale gli Stati Ue non avevano diritto di sottoporre la questione al Consiglio di Sicurezza Onu senza prima aver completato il processo di risoluzione delle controversie. La Russia, che punta il dito contro i tre Paesi che fanno parte della cosiddetta coalizione dei "volenterosi" accusandoli di ostacolare il processo diplomatico necessario alla situazione nucleare iraniana, afferma: "Li esortiamo fortemente a riconsiderare e rivedere le loro decisioni errate prima che portino a conseguenze irreparabili e a ulteriori tragedie". All'appello si è unita anche la Cina: "L'avvio del meccanismo di sanzioni non sarebbe una mossa costruttiva e potrebbe compromettere il processo politico e diplomatico di risoluzione della vicenda", ha dichiarato Guo Jiakun portavoce del Ministero degli Esteri. Con l'obiettivo di evitare ulteriore escalation, Pechino ha affermato che "continuerà a mantenere una posizione obiettiva ed equa, a incoraggiare attivamente la pace e a promuovere il dialogo".

Russia e Cina contro i “volenterosi”: la reazione di Teheran

Intanto però l'agenzia di stampa Tasnim, poche ore dopo l'annuncio dell'E3 al Consiglio di Sicurezza Onu, ha fatto sapere che il Parlamento iraniano ha già iniziato a redigere un piano per ritirarsi dal Trattato di non proliferazione nucleare. Il ritiro, ha specificato il parlamentare iraniano Hossein-Ali Haji-Deligani, sarà sottoposto all'esame dei legislatori e troverà approvazione la prossima settimana. "Queste sono le conseguenze dell'attivazione del meccanismo di snapback" ha motivato Hossein-Ali Haji-Deligani definendo Francia, Germania e Regno Unito "la fonte di molti problemi nel mondo". Tuttavia il ministro degli Esteri Abbas Araqchi informa che è pronto a riprendere i "giustinegoziati se l'Occidente si mostrerà aperta al dialogo. Negoziati, specifica il ministro degli Esteri iraniano in una lettera al capo della politica estera Ue Kaja Kallas, "equi ed equilibrati, a condizione che le altre parti dimostrino serietà e buona volontà ed evitino azioni che possano compromettere le possibilità di successo".

In un comunicato del ministero degli Esteri iraniano si legge: "Il ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran respinge categoricamente e condanna con la massima fermezza la dichiarazione illegale di Francia, Germania e Regno Unito al Consiglio di Sicurezza in merito alla Risoluzione 2231 (2015). Questa azione ingiustificata, contraria al Meccanismo di Risoluzione delle Controversie (DRM) del Piano d'Azione Congiunto Globale (Jcpoa), costituisce un tentativo illegale e ingiustificato di ripristinare le risoluzioni abrogate ed è chiaramente in contraddizione con la Risoluzione 2231 (2015)". Adesso, ha ribattuto Kaja Kallas, l'Unione Europea ha 30 giorni di tempo per percorrere la strada della risoluzione diplomatica.

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