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Il programma nucleare di Israele, l'arma segreta di uno Stato fuorilegge: "Costruzione di nuovo reattore o struttura per assemblaggio armi atomiche"

Con un arsenale stimato tra le 90 e le 400 testate nucleari - una forbice così ampia che testimonia l'efficacia della disinformazione israeliana - Tel Aviv possiede non solo la bomba, ma una capacità di deterrenza nucleare completa

08 Settembre 2025

Il programma nucleare di Israele, l'arma segreta di uno Stato fuorilegge: "Costruzione di nuovo reattore o struttura per assemblaggio armi atomiche"

Nucleare Israele Fonte: Contropiano

Nel pantheon delle potenze nucleari mondiali esiste un'anomalia che mette a nudo l'ipocrisia del sistema internazionale: Israele. Mentre Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina hanno aderito al Trattato di Non-Proliferazione Nucleare e India, Pakistan e Corea del Nordhanno almeno avuto la decenza di rifiutarlo apertamente, Israele ha scelto la via più insidiosa, ambigua e pericolosa: mentire sistematicamente alla comunità internazionale per oltre sessant'anni.

L'inganno perfetto: sei decenni di bugie istituzionalizzate

Quello che gli esperti eufemisticamente chiamano "ambiguità deliberata" è in realtà il più sofisticato sistema di disinformazione statale mai implementato in ambito nucleare. Come ammette candidamente Jeffrey Lewis del Middlebury Institute, si tratta di "negabilità implausibile", un ossimoro che tradotto significa: "tutti sanno che mentiamo, ma continuiamo a mentire comunque". Con un arsenale stimato tra le 90 e le 400 testate nucleari - una forbice così ampia che testimonia l'efficacia della disinformazione israeliana - Tel Aviv possiede non solo la bomba, ma una capacità di deterrenza nucleare completa. La "triade nucleare" israeliana include caccia F-15 e F-16, missili da crociera lanciati dai sottomarini classe Dolphin forniti dalla Germania, e la serie di missili balistici Jericho con portata intercontinentale.

Il tutto costruito nell'ombra, fuori da ogni controllo internazionale, mentre allo stesso tempo lo Stato di Israele si presenta al mondo come vittima di minacce esistenziali.

David Ben-Gurion: l'ossessione nucleare del "padre della patria"

La genesi di questo inganno sistemico affonda le radici nella visione messianica di David Ben-Gurion, che era "quasi ossessionato" - come rivelano i documenti declassificati - dall'idea di ottenere armi nucleari. "Quello che Einstein, Oppenheimer e Teller, tutti e tre ebrei, hanno fatto per gli Stati Uniti, potrebbe essere fatto anche da scienziati israeliani per il loro popolo", dichiarò Ben-Gurion, trasformando il trauma della Shoah in giustificazione per una corsa agli armamenti segreta.

La sua filosofia era semplice e brutale: Israele doveva possedere la capacità di annientare i suoi nemici o supposti tali, indipendentemente dalle norme internazionali o dalle conseguenze per la stabilità regionale.

Dimona: la fabbrica della menzogna

Il Negev Nuclear Research Center di Dimona rappresenta l'emblema perfetto dell'inganno israeliano. Presentato al mondo come "progetto con finalità esclusivamente pacifiche", è diventato dal 1962 il cuore pulsante della produzione di plutonio militare israeliano.

L'operazione di disinformazione fu così sofisticata da ingannare persino gli alleati. Quando l'amministrazione Kennedy minacciò ritorsioni per ottenere ispezioni internazionali, Israele mise in scena un teatro dell'assurdo: visite guidate in aree "innocue" mentre il vero lavoro proseguiva negli impianti sotterranei. Un inganno che ha funzionato per decenni, dimostrando il disprezzo israeliano per la trasparenza internazionale.

SETTEMBRE 2025: La nuova escalation nucleare

Le immagini satellitari più recenti hanno rivelato una realtà ancora più inquietante: Israele sta espandendo massicciamente l'impianto di Dimona proprio mentre il mondo assiste al suo scatenarsi genocidiario a Gaza e in Libano. Secondo l'analisi dell'Associated Press del settembre 2025, sette esperti nucleari che hanno esaminato le immagini satellitari del 5 luglio confermano che sono in corso lavori intensivi per la costruzione di "un nuovo reattore o di una struttura per l'assemblaggio di armi atomiche" presso il Centro di Ricerca Nucleare Shimon Peres nel Negev.

Le immagini mostrano scavi profondi con spesse pareti di cemento armato, strutture sotterranee a più livelli e gru che lavorano 24 ore su 24.Secondo Jeffrey Lewis del Centro Martin per gli Studi sulla Non-Proliferazione, "probabilmente si tratta di un reattore - questa valutazione è circostanziale, ma questa è la natura di queste cose". L'assenza di una cupola di contenimento non esclude che si tratti di un reattore, poiché potrebbe essere aggiunta successivamente o il progetto potrebbe prevedere un design senza cupola.

Il timing di questa espansione nucleare è particolarmente agghiacciante: mentre Israele bombarda ospedali, scuole e civili a Gaza definendoli "animali umani", sta simultaneamente potenziando la sua capacità di produrre plutonio per nuove armi nucleari o di assemblare testate atomiche. Daryl G. Kimball dell'Arms Control Association è esplicito: "Se si tratta di un reattore ad acqua pesante, stanno cercando di mantenere la capacità di produrre combustibile esaurito che possono poi riprocessare per separare il plutonio per altre armi nucleari".

Mordechai Vanunu: il prezzo della verità in una democrazia nucleare

La cortina di menzogne si squarciò nel 1986 grazie al coraggio di Mordechai Vanunu, tecnico nucleare che osò dire la verità. Le sue 57 fotografie del Sunday Times confermarono quello che il mondo sospettava: Israele aveva mentito per trent'anni sul suo programma nucleare. La reazione del "democratico" Stato di Israele fu degna di una dittatura: rapimento a Roma con operazione di "honey trap", condanna a 18 anni di prigione di cui 11 in isolamento, e anche oggi - dopo aver scontato l'intera pena - Vanunu non può lasciare Israele ed è sottoposto a restrizioni che violerebbero i diritti umani in qualsiasi paese civile.

Il messaggio è chiaro: chi osa sfidare la menzogna nucleare israeliana paga un prezzo sproporzionato. Questa è la "democrazia" di cui Israele si vanta.

La minaccia nucleare: quando Tel Aviv pensò all'apocalisse

La storia nucleare israeliana include almeno due momenti terrificanti in cui l'uso di armi atomiche fu seriamente considerato. Nel 1967, alla vigilia della Guerra dei Sei Giorni, Israele aveva già formulato piani nucleari. Solo la rapida vittoria convenzionale evitò il disastro. Ancora più agghiacciante fu il 1973, durante la Guerra dello Yom Kippur, quando Moshe Dayan ordinò l'attivazione dell'arsenale nucleare pronunciando la drammatica frase: "Questa è la caduta del Terzo Tempio!". Il mondo sfiorò un conflitto nucleare regionale per la megalomania di leader israeliani disposti a trascinare il Pianeta nell'abisso pur di non accettare una sconfitta militare.

Il governo Netanyahu: messianismo nucleare fuori controllo

Se questi precedenti erano già preoccupanti, la situazione attuale è francamente terrificante. Il governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu, sostenuto da partiti messianici e fanatici religiosi, ha trasformato Israele in uno stato fuorilegge anche per i suoi tradizionali alleati occidentali.

Le dichiarazioni del ministro Amihai Eliyahu sull'uso di armi nucleari a Gaza nel novembre 2023 - poi timidamente "smentite" solo per le pressioni internazionali - hanno rivelato la mentalità genocidiaria che pervade l'attuale establishment israeliano. Quando ministri di governo parlano apertamente di nuclearizzare una delle aree più densamente popolate del mondo, l'opacità nucleare israeliana non è più una questione di policy, ma una minaccia esistenziale per l'umanità.

L'ipocrisia sistemica: predicare bene, razzolare malissimo

Mentre Israele possiede illegalmente centinaia di testate nucleari, Tel Aviv ha il coraggio di presentarsi come paladino della non-proliferazione quando si tratta dell'Iran. Dal 1974, l'Assemblea Generale ONU adotta annualmente risoluzioni per una zona libera da armi nucleari in Medio Oriente, sostenute da tutti i Paesi della regione, eccetto Israele. La risposta israeliana? Boicottaggio sistematico, con la scusa che "prima devono essere stabilite relazioni pacifiche". Una logica perversa: prima ammassate armi di distruzione di massa, poi chiedete pace.

Il fallimento dell'Occidente: complicità nell'inganno nucleare

La responsabilità di questa situazione esplosiva ricade anche sui Paesi occidentali che per decenni hanno chiuso un occhio – o tutti e due - sull'inganno nucleare israeliano. Stati Uniti, Regno Unito, Francia eGermania hanno fornito tecnologia, materiali e copertura diplomatica a un programma nucleare militare clandestino, violando palesemente lo spirito del TNP.

Questa complicità ha creato un precedente devastante: se Israele può mentire impunemente per sessant'anni e possedere illegalmente centinaia di armi nucleari, perché altri Paesi non dovrebbero fare lo stesso?

La minaccia attuale: un arsenale nucleare in mani fanatiche

Nel 2024, mentre il mondo assiste allo scatenamento della furia militare israeliana a Gaza e in Libano, la questione nucleare assume una dimensione apocalittica. Un governo che definisce "animali umani" i civili palestinesi, che bombarda ospedali e scuole sistematicamente, che viola ogni norma del diritto internazionale, possiede un arsenale nucleare stimato fino a 400 testate. Non si tratta più di deterrenza strategica, ma di un ricatto nucleare permanente contro il mondo intero. Ogni critica a Israele, ogni tentativo di fermare i crimini di guerra, ogni pressione diplomatica deve fare i conti con l'elefante nucleare nella stanza: cosa potrebbe succedere se l'attuale governo messianico ed estremista attualmente alla guida dello Stato sionista e occupante decidesse che l'esistenza stessa di Israele è minacciata?

Verso il baratro: l'insostenibilità dell'opacità nucleare

La strategia dell'ambiguità nucleare israeliana non è più sostenibile. I cambiamenti geopolitici regionali, l'emergere di nuove potenze, le tecnologie di verifica avanzate e soprattutto la natura sempre più estremista dei governi israeliani rendono questa opacità una minaccia per la stabilità mondiale. Il paradosso è evidente: mentre il mondo dibatte su come fermare la proliferazione nucleare, la più antica e consolidata potenza nucleare non dichiarata del Pianeta è governata da fanatici religiosi che parlano apertamente di "soluzione finale" per i palestinesi.

E' tempo di dire BASTA!

Il caso israeliano rappresenta il fallimento più clamoroso del sistema internazionale di controllo degli armamenti nucleari. Per oltre sessant'anni, la comunità internazionale ha permesso a Israele di costruire e mantenere un vasto arsenale nucleare al di fuori di ogni controllo, mentendo sistematicamente sul suo programma militare.

Oggi, con un governo di estrema destra che ha trasformato Israele in uno Stato-paria per buona parte del mondo civilizzato, l'opacità nucleare israeliana non è più una curiosità diplomatica, ma una minaccia esistenziale. Un Paese che viola sistematicamente il diritto internazionale, che pratica l'apartheid e che parla di soluzioni nucleari ai suoi problemi regionali non può continuare a possedere armi di distruzione di massa nell'ombra.

Le recenti immagini satellitari che mostrano l'espansione di Dimona mentre Gaza viene rasa al suolo rappresentano il simbolo perfetto della barbarie nucleare israeliana: mentre uccide migliaia di civili con armi convenzionali, prepara segretamente nuove capacità di annientamento di massa.

È tempo che la comunità internazionale imponga a Israele quello che pretende da tutti gli altri: trasparenza completa sul suo arsenale nucleare, adesione immediata al TNP, smantellamento controllato del suo programma militare nucleare.

Fino a quando Israele continuerà a mentire al mondo intero sul suo arsenale nucleare, ogni discussione sulla non-proliferazione sarà una farsa. E fino a quando governi messianici e fanatici avranno accesso a centinaia di testate atomiche, l'umanità intera vivrà sull'orlo dell'abisso nucleare.

Di Eugenio Cardi

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