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Mps, governo si prepara alla exit, 20 banche d'affari si fanno avanti in vista della cessione

Tra gli altri i nomi sono quelli di Equita e Mediobanca, dei Gruppi statunitensi Citi e Bank of America Merrill Lynch e della svizzera Ubs. 

04 Ottobre 2023

Mps, governo si prepara alla exit, 20 banche d'affari si fanno avanti in vista della cessione

Procedono le contrattazioni per il matrimonio di Monte dei Pasti di Siena, dopo che, come riportato da Il Giornale d'Italia lo scorso 26 settembre, era stata fissata per giugno 2024 la data di immissione sul mercato dell'Istituto di credito, mese entro il quale il governo italiano ha appunto intenzione di definire la cessione del controllo. 

A una settimana dall'annuncio dell'exit, il dossier Mps è finito nei radar delle banche d'affari; sarebbero almeno venti gli istituti, anche internazionali, che avrebbero infatti riaperto i canali con il terno italiano per ottenere mandato per la privatizzazione. 

Secondo rumors i nomi sembrerebbero essere, tra gli altri, quelli delle italiane Equita e Mediobanca, dei Gruppi statunitensi Citi e Bank of America Merrill Lynch e della svizzera Ubs. 

Nessuna conferma ufficiale né programma definitivo tuttavia sono al momento stati delineati se non la scadenza del processo di exit annunciata dal governo, che dovrà avvenire entro le elezioni europee di giugno 2024. 

Al momento sembra dunque regnare ancora tanta cautela, come quella che emerge dalle parole del ministro Giancarlo Giorgetti, che ha infatti affermato che "Mps può diventare una leva per costruire un polo forte bancario, non abbiamo necessità di fare cassa subito. Le nostre valutazioni saranno nell'interesse della banca e dei suoi azionisti, in particolare quelli che hanno partecipato a questa grande operazione di successo italiano". 

Il progetto allo studio ai vertici del Tesoro

Il primo passo potrebbe vedere la collocazione di una quota tra il 5 e il 10% da parte del Tesoro. L’operazione potrebbe fruttare all’azionista tra 170 e 350 milioni, considerando un prezzo di mercato attorno ai 3 euro e uno sconto del 10% e considerando che oggi le azioni quotano in borsa a 2,68 euro per la capitalizzazione complessiva del gruppo di 3,37 miliardi. Il deal avrebbe ripercussioni su due fronti: da una parte annuncerebbe alla Commissione Europea e alla Bce l’inizio della privatizzazione dell’istituto di credito; dall’altra porterebbe lo Stato a fissare la ripresa di valore del titolo.

Il secondo passo da compiere avrà un valore maggiore e consisterà nell’individuare un partner bancario in grado di rilevare la quota di maggioranza di Mps. Nell’elenco dei candidati troviamo in cima Unicredit, subito seguita da Banco Bpm e, infine, da Bper.

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