20 Novembre 2025
Fonte: Gettyimages
Greenpeace ha denunciato la ripresa delle forniture di uranio riprocessato da parte della Francia alla Russia, nonostante il conflitto in corso in Ucraina e l'impegno preso da Parigi pro-Kiev con sanzioni contro Mosca e l'alleanza dei Volenterosi.
Greenpeace Francia ha denunciato un nuovo carico di uranio riprocessato partito dal porto di Dunkerque con destinazione la Russia, definendo l’operazione “legale ma immorale”. Sabato scorso, attivisti dell’Ong hanno filmato il caricamento di circa dieci container con etichette radioactive a bordo della nave panamense Mikhail Dudin. Secondo Greenpeace, lo stesso cargo è noto per trasportare uranio arricchito o naturale tra la Francia e San Pietroburgo.
L’operazione segna il primo invio di uranio riprocessato verso la Russia osservato da Greenpeace dopo tre anni. Pauline Boyer, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace Francia, ha dichiarato: “Non è illegale, ma è immorale”, sottolineando che la Francia dovrebbe porre fine ai propri accordi con Rosatom, la società statale russa che controlla la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Il commercio è sostenuto da un contratto da 600 milioni di euro siglato nel 2018 tra Électricité de France e Tenex, controllata da Rosatom, per il riciclo dell’uranio riprocessato. La Russia, infatti, possiede l’unica struttura al mondo – a Seversk, in Siberia – capace di convertire l’uranio riprocessato in uranio arricchito nuovamente.
Dai documenti emerge che il riutilizzo di uranio riprocessato rientra nella strategia industriale del gruppo, in accordo con lo Stato francese. Nel frattempo, il governo francese afferma di studiare seriamente la costruzione di un sito nazionale per la conversione dell’uranio, così da abbattere la dipendenza da Mosca.
Un’importante pietra miliare è stata raggiunta di recente: la centrale di Cruas-Meysse ha ripreso a utilizzare combustibile interamente riciclato con uranio reprocessato. Tuttavia, Greenpeace denuncia che solo una parte molto limitata dell’uranio riarricchito inviato in Russia viene effettivamente riutilizzata in Francia: circa il 10%, secondo l’Ong.
Critici sostengono che questo commercio rafforzi l’influenza geopolitica della Russia. Le autorità francesi, tuttavia, non hanno commentato pubblicamente il carico recente, mantenendo un profilo prudente su una questione altamente sensibile, nonostante siano in prima linea per applicare sanzioni a Mosca con l'alleanza pro-Kiev dei Volenterosi.
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