20 Agosto 2025
Ottanta rabbini ortodossi provenienti da tutto il mondo si sono uniti per scrivere un appello, attraverso una lettera destinata al premier israeliano Benjamin Netanyahu, per dire stop alla "crisi umanitaria nella Striscia", chiedendo "chiarezza morale e responsabilità" da parte del governo di Tel Aviv.
Un gruppo di 80 rabbini ortodossi internazionali ha lanciato un appello senza precedenti per la "chiarezza morale" e la "responsabilità" di fronte alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. L'iniziativa, guidata dal rabbino Yosef Blau e dal rabbino David Rosen, rappresenta una svolta significativa nel panorama religioso ebraico ortodosso, tradizionalmente allineato alle politiche israeliane.
La lettera, intitolata "Un appello alla chiarezza morale, alla responsabilità e a una risposta ebraico-ortodossa di fronte alla crisi umanitaria di Gaza", rompe il silenzio su questioni delicate che dividono la società israeliana. I firmatari, pur ribadendo la condanna di Hamas e senza criticare direttamente la guerra, esortano Israele ad "affrontare la diffusa carestia a Gaza" e denunciano apertamente "la violenza estremista dei coloni" in Cisgiordania.
"Il mio sostegno a Israele e al sionismo deriva dal mio impegno per l'ebraismo", ha dichiarato il rabbino Blau, aggiungendo che "una lealtà acritica è in contraddizione con l'introspezione fondamentale dell'ebraismo". Una posizione coraggiosa che sfida il mainstream religioso ortodosso.
I rabbini denunciano inoltre l'uccisione di civili palestinesi e la deportazione degli abitanti dei villaggi, fenomeni che stanno "destabilizzando ulteriormente la regione" mediorientale. Tra i firmatari figurano i rabbini capo di Polonia, Danimarca e Norvegia, oltre a leader di importanti congregazioni di Los Angeles e Washington.
L'appello ha ricevuto crescenti adesioni e una copia è stata inviata al Vaticano, all'ufficio competente per il dialogo con l'ebraismo. Parallelamente, il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha espresso preoccupazione per l'"imminente invasione" israeliana di Gaza, testimoniando che i bombardamenti si stanno "avvicinando pericolosamente" al complesso parrocchiale della Sacra Famiglia.
Questa iniziativa segna un momento storico: voci autorevoli del mondo religioso ebraico ortodosso scelgono di anteporre i principi morali alle logiche di potere.
La crisi umanitaria che si sta dispiegando a Gaza è una delle più gravi della storia recente. Sebbene sia iniziata con l’orribile attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 – un atto brutale che giustamente richiedeva una forte risposta militare e la richiesta di liberazione degli ostaggi – ciò non assolve il governo di Israele dall’assumersi la propria parte di responsabilità per la profonda sofferenza della popolazione civile di Gaza.
Le azioni di Hamas hanno ripetutamente mostrato un cinico disprezzo per la vita delle persone che afferma di rappresentare, usando i civili come scudi umani e respingendo proposte di cessate il fuoco. Tuttavia, la prolungata campagna militare di Israele, ormai prossima ai due anni, ha devastato Gaza. Il bilancio delle vittime continua a crescere con perdite di vite molto significative, e le restrizioni imposte da Israele agli aiuti umanitari, talvolta bloccando del tutto l’ingresso di cibo e forniture mediche, hanno sollevato lo spettro di una carestia imminente. Afferiamo che i peccati e i crimini di Hamas non sollevano il governo di Israele dai suoi obblighi di compiere ogni sforzo necessario per prevenire una carestia di massa.
Ci sono stati mesi in cui Israele ha bloccato i convogli umanitari con il falso presupposto che un aumento della sofferenza avrebbe portato alla resa di Hamas. Il risultato, invece, è stato l’approfondimento della disperazione. La rabbia giustificata verso Hamas è stata pericolosamente ampliata da alcuni estremisti fino a una sospettosità generalizzata verso l’intera popolazione di Gaza – bambini inclusi – stigmatizzata come futuri terroristi. Nel frattempo, in Yehuda e Shomron (Cisgiordania), la violenza degli estremisti coloni ha provocato l’uccisione di civili e costretto i villaggi palestinesi ad abbandonare le proprie case, destabilizzando ulteriormente la regione.
In mezzo a questa devastazione, l’assenza di una chiara visione del dopoguerra da parte del Primo Ministro Netanyahu ha consentito alle voci più estreme del governo israeliano – inclusi ministri della comunità sionista religiosa – di colmare il vuoto con proposte inquietanti. Tra queste vi sono l’esilio forzato “volontario” dei palestinesi da Gaza e il sacrificio degli ostaggi israeliani rimasti nella ricerca di una sfuggente “vittoria totale”.
Questo momento richiede una voce diversa – fondata sui nostri valori ebraici più profondi e illuminata dalla nostra storia traumatica di vittime di persecuzioni.
L’ebraismo ortodosso, molto diffuso tra i più devoti sostenitori di Israele, porta una responsabilità morale unica. Dobbiamo affermare che la visione dell’ebraismo di giustizia e compassione si estende a tutti gli esseri umani. La nostra tradizione insegna che ogni persona è creata b’tzelem Elokim – a immagine divina. Siamo i discendenti spirituali di Avraham, scelti per camminare sulla via di Hashem, “per compiere giustizia e rettitudine” (Bereshit 18:19). Permettere che un intero popolo muoia di fame è in netto contrasto con questo insegnamento.
Mentre riflettiamo su Tisha B’Av, le parole dei nostri profeti risuonano con rinnovata urgenza. L’Haftorah di Shabbat Chazon ci ricorda: “Sion sarà redenta mediante la giustizia, e coloro che torneranno a lei mediante la rettitudine” (Yeshayahu 1:27). E nella mattina di Tisha B’Av, la voce di Yirmiyahu riecheggia nelle nostre preghiere: “Il saggio non si glori della sua sapienza… ma di questo: che egli comprenda e conosca Me, che Io sono il Signore che esercita bontà, giustizia e rettitudine sulla terra – perché in queste cose Io mi compiaccio” (Yirmiyahu 9:23).
Queste non sono soltanto frasi poetiche. Sono i fondamenti della nostra obbligazione etica – chiedere politiche che tutelino la dignità umana, fornire aiuti umanitari ovunque possibile e parlare apertamente quando le azioni del nostro governo contraddicono i comandamenti morali della Torah, per quanto doloroso questo possa essere da accettare.
Il futuro di Israele dipende non solo dalla sua forza militare, ma dalla sua chiarezza morale. Siamo voci potenti per la giustizia, la rettitudine e la pace per tutti i popoli – anche, e soprattutto, nei momenti più difficili.
Elenco dei firmatari:
Rav Yosef Blau
Rav David Bigman
Gran Rabbino Michael Schudrich
Gran Rabbino Michael Melchior
Gran Rabbino Jair Melchior
Rav Joav Melchior
Gran Rabbino David Rosen (già CR)
Rav Dott. Shmuly Yanklowitz
Rav Dott. Yitz Greenberg
Rav Hyim Shafner
Rav Daniel Landes
Rav Herzl Hefter
Rav Shua Mermelstein
Rav Yoni Zolty
Rabbànit Mindy Schwartz Zolty
Rav Frederick L. Klein
Rav Yosef Kanefsky
Rav Michael Whitman
Rav Dott. Jeremiah Unterman
Rav Barry Dolinger
Rav David Silber
Rav Yonatan Neril
Rav Ysoscher Katz
Rav Isaac Landes
Rav David Polsky
Rav Baruch Plotkin
Rav Mikey Stein
Rav Elliot Kaplowitz
Rav Ariel Goldberg
Rav Ben Birkeland
Rav Ralph Genende
Rav David Glicksman
Rav Dott. Donniel Hartman
Rav Dott. Martin Lockshin
Rav Dott. Pinchas Giller
Rav Avidan Freedman
Rav Daniel Raphael Silverstein
Rav Dott. Shalom Schlagman
Rav Dott. Daniel Ross Goodman
Rav Aaron Levy
Rav Chaim Seidler-Feller
Rav Dott. Mel Gottlieb
Rav Dott. Joshua Feigelson
Rav Jonah Winer
Rav Dott. Michael Chernick
Rav Dott. Eugene Korn
Rav Hanan Schlesinger
Rav Elhanan Miller
Rav Joel Hecker
Rav Michael Gordan
R. Sofia Freudenstein
Rav David Levin-Kruss
Rabbànit Myriam Ackermann-Sommer
Rabba Ramie Smith
R. Shayna Abramson
Rav Zachary Truboff
Rav David A. Schwartz
Rav David Jaffe
Rav Steve Greenberg
Rav Gabriel Kretzmer Seed
Rabbànit Rachel Keren
Rav Benyamin Vineburg
Rabba Dott.ssa Lindsey Taylor-Guthartz
Rabbànit Leah Sarna
Rav Dott.ssa Wendy Zierler
Rabbànit Sarah Segal-Katz
Rav Shimon Brand
Rabba Melissa Scholten-Gutierrez
R. Emily Goldberg Winer
R. Dott.ssa Erin Leib Smokler
Rabba Adina Roth
R. Dott.ssa Meesh Hammer-Kossoy
Rav Drew Kaplan
Rav Dina Najman
Rav Emile Ackermann
Rav Daniel Geretz
Rabbànit Sarah Segal-Katz
Rabbànit Tali Schaum Broder
Rav Max Davis
Rav Tyson Herberger
Rabba Aliza Libman Baronofsky
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