18 Agosto 2025
Gaza
Amnesty International ha diffuso un nuovo rapporto sulla situazione a Gaza, in cui denuncia la politica genocidiaria israeliana: "La fame e le malattie nella Striscia sono risultati intenzionali di piani di Tel Aviv per distruggere i palestinesi".
Israele starebbe attuando una “politica deliberata” per ridurre alla fame la popolazione di Gaza, trasformando la privazione di cibo e cure in un’arma di guerra. È la denuncia contenuta in un nuovo rapporto di Amnesty International, pubblicato il 18 agosto, che cita testimonianze di sfollati palestinesi e operatori sanitari impegnati a curare bambini gravemente malnutriti.
Secondo l’organizzazione, la combinazione tra fame e malattie non è un effetto collaterale delle operazioni militari israeliane, ma “il risultato intenzionale di piani e politiche” studiati per infliggere condizioni di vita tali da provocare la distruzione fisica del popolo palestinese, parte integrante di un genocidio in corso. Amnesty documenta almeno 110 bambine e bambini morti per complicazioni legate alla malnutrizione e quasi 13mila ricoveri per malnutrizione acuta solo a luglio, il numero più alto dall’ottobre 2023.
Il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha parlato senza mezzi termini: “Israele sta compiendo un atto di genocidio usando la fame come arma di guerra. La responsabilità ricade anche sugli Stati che fingono condanne di facciata mentre continuano a fornire armi e accordi a Tel Aviv”. Noury ha definito “inutili e pericolosi” i lanci aerei di aiuti e ha chiesto misure concrete: stop alle forniture militari, sospensione degli accordi commerciali e accesso immediato degli aiuti umanitari.
Il rapporto mette in evidenza l’impatto devastante sulle madri e sugli anziani. Alcune donne incinte raccontano il senso di colpa di non poter nutrire i propri figli, mentre anziani e persone disabili sono costretti a evacuazioni forzate senza assistenza. “Questa crisi – avverte Amnesty – avrà conseguenze transgenerazionali, con bambini destinati a nascere già segnati da gravi problemi di salute e traumi permanenti”.
Intanto il governo israeliano prepara un’operazione militare su Gaza City, che comporta la deportazione di un milione di persone. Amnesty e le Nazioni Unite avvertono che un simile passo aggraverebbe una catastrofe già senza precedenti. “Per invertire la rotta – conclude Amnesty – è necessario un cessate il fuoco immediato e la revoca incondizionata del blocco che sta strangolando Gaza da anni”.
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