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Gaza, Onu denuncia: "Oltre 1760 palestinesi uccisi mentre cercavano aiuti umanitari tra 27 maggio e 13 agosto, 994 in centri GHF"

Secondo l’Alto Commissariato per i diritti umani, la maggior parte delle vittime sarebbe stata causata dall’esercito israeliano. Guterres chiede indagini indipendenti

16 Agosto 2025

Gaza, chiusi per oggi i centri di distribuzione degli aiuti della Ghf, l'Idf minaccia: "Alla larga, è zona di combattimento"

Fonte: X, @MiddleEastEye

L'Alto Commissariato per i Diritti Umani dell'Onu ha denunciato ancora una volta l'altissimo numero di morti palestinesi mentre questi si procuravano cibo e generi di prima necessità. Dal report è emerso che "oltre 1760 civili palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano aiuti umanitari tra il 27 maggio e il 13 agosto 2025, di cui 994 nei centri GHF".

Gaza, Onu denuncia: "Oltre 1760 palestinesi uccisi mentre cercavano aiuti umanitari tra 27 maggio e 13 agosto, 994 in centri GHF"

Almeno 1.760 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza tra il 27 maggio e il 13 agosto mentre tentavano di ottenere aiuti umanitari. Lo denuncia l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), citando dati aggiornati diffusi oggi a Ginevra.

Secondo il rapporto, 994 persone hanno perso la vita nei pressi dei siti della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), principale rete di distribuzione degli aiuti, mentre altri 766 civili sono stati uccisi lungo le rotte dei convogli di rifornimenti. La nota sottolinea che la maggior parte di queste uccisioni sarebbe stata "commessa dall’esercito israeliano".

L’OHCHR precisa di essere a conoscenza della presenza di "altri elementi armati nelle stesse aree", ma di non avere informazioni che possano collegarli direttamente a questi episodi. Per questo motivo, le Nazioni Unite hanno chiesto che ogni singolo caso venga indagato in modo tempestivo, credibile e indipendente, affinché "i responsabili ne rispondano davanti alla giustizia".

Il bilancio drammatico conferma la gravità della situazione umanitaria nella Striscia, dove oltre due milioni di persone vivono sotto assedio da mesi, con accesso estremamente limitato a beni essenziali come cibo, acqua e medicinali. Le scorte di carburante e le forniture mediche risultano insufficienti, mentre gli aiuti umanitari faticano a entrare a causa di blocchi e restrizioni.

Le Nazioni Unite avvertono che il flusso di assistenza è "nettamente inadeguato" rispetto ai bisogni della popolazione civile, che continua a pagare un prezzo altissimo per il conflitto. "Siamo di fronte a una catastrofe umanitaria che rischia di peggiorare ulteriormente", ha dichiarato un portavoce dell’Onu.

Il segretario generale António Guterres ha ribadito la necessità di garantire corridoi sicuri per la distribuzione degli aiuti e il rispetto del diritto internazionale umanitario. "Ogni attacco contro civili inermi in cerca di cibo e assistenza è inaccettabile", ha ammonito.

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