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Gaza, 104 Ong contro Israele e la GHF: "Gli aiuti umanitari sono usati come arma, mentre la carestia cresce e i civili muoiono"

Oltre 100 Ong, fra cui Save The Children, Oxfam e Medici Senza Frontieri, accusano Israele di bloccare aiuti e favorire la GHF. Denunciano carestia crescente e morti anche tra chi era in fila per ricevere cibo

14 Agosto 2025

Gaza, chiusi per oggi i centri di distribuzione degli aiuti della Ghf, l'Idf minaccia: "Alla larga, è zona di combattimento"

Fonte: X, @MiddleEastEye

Nuova mobilitazione contro la situazione a Gaza: 104 Ong internazionali, fra cui Oxfam, Save The Children e Medici Senza Frontiere, hanno puntato il dito contro Israele e contro l'associazione controversa Gaza Humanitarian Foundation. L'appello delle organizzazioni non governative ricorda che nella Striscia "gli aiuti umanitari sono usati come un'arma, mentre la carestia cresce e i civili palestinesi muoiono".

Gaza, 104 Ong contro Israele e la GHF: "Gli aiuti umanitari sono usati come arma, mentre la carestia cresce e i civili muoiono"

Un fronte unito di oltre cento organizzazioni umanitarie internazionali, tra cui Oxfam, Medici Senza Frontiere e American Near East Refugee Aid, ha lanciato un appello urgente a Israele per porre fine alla “militarizzazione degli aiuti” nella Striscia di Gaza. La denuncia, diffusa a Gerusalemme, accusa le autorità israeliane di bloccare dal 2 marzo ogni carico di aiuti proveniente da queste associazioni, nonostante più di 60 richieste formali.

Secondo le Ong, la distribuzione degli aiuti vitali è stata affidata in monopolio alla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un ente ritenuto controverso e che fornisce assistenza in misura insufficiente, talvolta in condizioni che mettono a rischio la vita dei civili palestinesi. Le informazioni sono state poi confermate da molte fonti e da Il Giornale d'Italia, che ha indagato su come la GHF sia stata progettata dalla Boston Consulting Group proprio per affamare i palestinesi e preparare la loro deportazione e uccisione.

L’appello chiede non solo il ripristino immediato dei canali di distribuzione indipendenti, ma anche la revoca delle restrizioni burocratiche introdotte dal ministero israeliano della Difesa a marzo.

Le nuove norme obbligano le Ong a registrarsi fornendo informazioni dettagliate sui propri dipendenti e persino sugli elenchi dei donatori privati. La registrazione può essere rifiutata per motivi “vaghi e politicizzati”, come la presunta “delegittimizzazione” dello Stato di Israele. Per le organizzazioni firmatarie, queste regole sono “illegali, pericolose e motivate politicamente”, con l’obiettivo di escludere attori umanitari riconosciuti a livello internazionale in favore della GHF.

Il Cogat, l’agenzia del ministero della Difesa israeliano che gestisce l’accesso degli aiuti a Gaza, respinge le accuse, sostenendo che la procedura serve a garantire la sicurezza e prevenire l’infiltrazione di “elementi terroristici” nel sistema di distribuzione.

Intanto, la crisi umanitaria si aggrava. Secondo Al Jazeera, nelle ultime ore 11 palestinesi sono stati uccisi da attacchi israeliani: 10 nei bombardamenti su Gaza City e uno colpito mentre era in fila per ricevere aiuti presso un punto di distribuzione della GHF. Inoltre, nelle ultime 24 ore altre quattro persone sono morte a causa della fame e della malnutrizione, secondo i dati del ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas.

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