08 Agosto 2025
Maggiore Ella Waweya con sacchi di aiuti marci, fonte: Telegram, @WarZone_News
Scivolone del maggiore dell'esercito israeliano Ella Waweya sui social network. Mostrando una distesa di contenitori, la militare ha ribadito che "Israele porta veramente gli aiuti umanitari essenziali nella Striscia", non accorgendosi però che molti pacchi presentavano palesi segni di muffa e decomposizione.
In un tentativo di mostrare l’impegno israeliano nell’invio di aiuti umanitari a Gaza, Ella Waweya — ufficiale dell’esercito israeliano e figura mediatica di punta per la propaganda sionista in arabo — ha condiviso immagini che si sono rivelate un clamoroso autogol: sacchi di farina marciti, gonfi, sversati, sciolti sotto il sole dopo mesi di attesa.
L’intento era quello di sostenere che Israele desidera far entrare gli aiuti umanitari nella Striscia. Ma le immagini dimostrano l’opposto: i camion carichi di viveri rimangono bloccati per settimane, e gli alimenti si deteriorano al punto da divenire inutilizzabili. È solo l’ultima prova di una crisi umanitaria aggravata dal blocco israeliano, che ostacola deliberatamente l’ingresso degli aiuti mentre più di due milioni di civili lottano contro la fame.
La contraddizione è lampante. Se davvero Israele avesse permesso l'ingresso fluido degli aiuti, come affermato da Netanyahu e da portavoce ufficiali, non si spiegherebbe la distruzione di oltre 1.000 camion nei giorni scorsi per deterioramento del carico, come riportato da più fonti internazionali, né il fatto che l’Onu continui a denunciare l’impossibilità di far arrivare forniture essenziali.
Ella Waweya, nata da famiglia palestinese ma fervente sostenitrice dello Stato israeliano, è divenuta una delle voci più controverse del fronte mediatico israeliano. Utilizza i social per diffondere messaggi in arabo volti a giustificare le azioni di Tel Aviv.
La donna è un’ufficiale arabo-israeliana dell’Unità porta-parola dell’Idf, dove ricopre un ruolo strategico nella guerra dell'informazione e nella propaganda rivolta al mondo arabo. È la prima donna palestinese a ottenere il grado di maggiore nell’esercito israeliano e viene spesso presentata come volto “inclusivo” dell’IDF.
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