19 Novembre 2025
"Abbiamo offerto le nostre preghiere, abbiamo messo i nostri appunti sul muro (...) e siamo così commossi dall'ospitalità di Israele. La nostra preghiera è che l'America sia sempre al suo fianco". È stato questo uno dei passaggi forse più significativi sulla controversa alleanza Usa-Israele, pronunciato da Mike Johnson, speaker della Camera negli Stati Uniti.
La partnership bellica tra Washington e Tel Aviv è forte, e Mike Johnson, "56esimo Presidente della Camera dei Rappresentati" come si è auto presentato, non ha perso tempo nel ricordarlo, persino davanti ad uno dei luoghi più sacri dell'ebraismo: il Muro del Pianto. Qui, durante una visita ufficiale a Gerusalemme in concomitanza con la fine del digiuno di Tisha B'Av, Johnson - accolto dal rabbino Shmuel Rabinowitz e dal direttore della Western Wall Heritage Foundation" Mordechai Eliav - si è recato proprio al Muro del Pianto dove, kippah in testa, ha rivendicato la solida "amicizia" tra Stati Uniti e Israele.
Un discorso apertamente riferito al genocidio sulla Striscia di Gaza, su cui però Johnson ha continuato a insistere sull'incrollabile appoggio a Tel Aviv arrivando addirittura a "pregare per la conservazione e la pace di Gerusalemme". Dopo una serie di convenevoli e ringraziamenti dovuti, dopo essersi detto "commosso dall'ospitalità della gente e dal grande amore per Israele", Johnson ha pregato perché "l'America sia sempre al fianco di Israele".
"È quello che la Scrittura ci dice di fare" ha precisato, aggiungendo "È una questione di fede per noi e un impegno che abbiamo", sebbene - più che fede - la realtà dei fatti parli di interessi e affari economici.
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