18 Novembre 2025
"Volevo tornare qui ad Israele e farvi sapere che vi ho servito come sindaco. Voglio continuare ad avere il titolo che per me è più importante di ogni altra cosa: sono vostro fratello".
A quasi metà mese dall'election day tenutosi lo scorso 4 novembre per la nomina del nuovo sindaco di New York, conferita al musulmano pro Pal Zohran Mamdani, l'ex sindaco della Grande Mela Eric Adams è ricomparso, stavolta però lontano dagli uffici statunitensi e direttamente ad Israele. In visita ufficiale in Terra Santa, l'ex sindaco Adams ha visitato il Muro del Pianto a Gerusalemme prima di incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu. Una visita senza dubbio alcuno politica, dal momento che nei discorsi pronunciati la situazione di presunto "antisemitismo" a New York è stata più e più volte rivangata da Adams, con frecciatine non troppo velate al neo eletto dem Mamdani.
Dopo aver ricevuto la benedizione metaforica dal popolo ebraico in sua presenza, dopo aver ringraziato loro - dunque indirettamente la comunità ebraica newyorkese - di averlo reso "senatore, presidente di distretto e sindaco", Adams ha parlato a ruota libera, ripetendo le medesime e allarmistiche posizioni ideologiche sostenute tanto da Trump quanto dagli alleati israeliani. "C'è qualcosa di cui preoccuparsi": è stato questo l'anatema lanciato contro ciò che potrebbe succedere alla comunità ebraica ora che la carica di nuovo sindaco è stata ceduta ad un pro Pal convinto dell'arresto di Netanyahu. "C'è da preoccuparsi. A New York penso che la comunità debba prepararsi. Penso che questo sia un periodo in cui bisogna essere molto consapevoli che esiste un livello di ostilità globale nei confronti della comunità ebraica".
E ha continuato: "Un attacco frontale contro il popolo ebraico, e l'odio è vivo e vegeto, e i social media vi stanno contribuendo, così come molte persone che vogliono fingere che non esista. Se fossi un ebreo newyorkese con figli, sarei preoccupato in questo momento". Affermazioni volte ad alimentare una precisa narrazione di vittimismo della comunità ebraica di cui il 33% - ricordiamo - a New York ha però votato proprio Mamdani. La visita di Adams può essere vista come il tentativo di ribadire il "legame indissolubile tra New York City e Israele" in un periodo di presunto "antisemitismo".
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