02 Dicembre 2022
Tu chiamale, se vuoi, perquisizioni. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, se la prede anche con la religione. E ha firmato un decreto che pone restrizioni nel Paese all’attività della Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca. Zelensky aveva preannunciato l’iniziativa, affermando che intendeva “impedire alle organizzazioni religiose affiliate ai centri di influenza della Federazione Russa di operare in Ucraina”. Nella giornata di oggi, venerdì 2 dicembre, tre chiese sono state perquisite dai servizi di sicurezza interni.
Il governo ucraino, e buona parte dei cittadini, hanno maturato da tempo un’insofferenza acuta nei confronti del clero ortodosso, il residuale clero ortodosso, che è rimasto legato a Mosca, alle sue politiche e alle sue abitudini. Al termine di un lungo meeting con il Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa, dove si sono analizzati numerosi contatti tra gli ortodossi vicini a Mosca e i circoli che sostengono la politica di Vladimir Putin, Zelensky ha deciso che le organizzazioni religiose “affiliate ai centri di influenza della Federazione russa non potranno operare in territorio ucraino”.
Sul tavolo del presidente era arrivata una petizione con 25mila firme in cui veniva chiesto di cacciare il culto ortodosso dall’Ucraina. Il commissariamento e l’eventuale espulsione del clero ucraino collaborazionista arriva alla fine di un’indagine che ha coinvolto i servizi segreti ucraini e la Guarda nazionale. L’inchiesta è partita da alcune segnalazioni precise ed è approdata al sequesto di materiale di propaganda nel seminario teologico di Pocaiev, regione di Termopil, il più importante a occidente del Paese, e nell’Eparchia di Ivano-Frankivsk. L’intelligence di Kiev ha trovato documenti dove si sostiene che “l’Ucraina non esiste” e si appoggiano movimenti separatisti nel Donbass. Da lì la decisione di Zelensky “in conformità con il diritto internazionale nel campo della libertà di coscienza e con gli obblighi dell’Ucraina in relazione all’adesione al Consiglio d’Europa”. Ora, nel giro di due mesi, le nuove misure dovranno essere presentate in Parlamento un disegno di legge relativo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia